ORDINE FRANCESCANO SECOLARE FRATERNITÁ DI CASTEL DEL PIANO - PERUGIA |
IO SONO PER …. |
L’importanza della relazione |
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A cura dell’O.F.S. di Castel del Piano – Incontri Gennaio – febbraio 2011 |
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SIAMO APERTI O CHIUSI? … gennaio 2011
DOMANDA INIZIALE: SONO APERTO O CHIUSO?
Momento di silenzio per riflettere.
Brevi risposte comuni.
In natura: o si è aperti, o si è chiusi. Sembra scontato, ma non è così. Nel senso che non c’è il semiaperto, il serrato, il blindato. Ci sono due tipi di cose: quelle che interagiscono con l’ambiente esterno e quelle che non interagiscono.
In verità le cose che non interagiscono quasi non esistono.
Tutto interagisce, tutto fa parte di un sistema. Ora le relazioni, in natura, possono essere di tanti tipi: chimiche, meccaniche, elettriche, nucleari …. .
Alla fine però possono avvenire due tipi di scambi tra due cose: o si scambiano materia, o si scambiano energia. Quello per ciò che è osservabile, poi, se alziamo il tiro allora vediamo che materia ed energia sono ad un certo livello intercambiabili e allora tutto si riduce ad una sola relazione. Tutto questo per le cose, gli animali, le piante etc.
E l’uomo?
Può l’uomo stare senza interagire? Con gli altri uomini e con la natura?
Con la natura assolutamente no, muore! Deve ingerire materia detta cibo o energia dal sole etc. l’uomo stesso è una “macchina” che trasforma materia (cibo) in energia (forza, lavoro etc.).
Con gli altri uomini, può l’uomo non avere relazione?
L’uomo, essendo composto di corpo e anima, può aver due tipi di relazione: una relazione naturale (a livello di scambio di energia e materia, con la natura e con gli altri uomini) ed una spirituale.
Può valere la pena dedicarci un po’ di tempo a conoscere le nostre relazioni.
DOMANDIAMOCI
QUALI SONO LE MIE RELAZIONI?
Un aiuto per la riflessione.
Le relazioni sono infinite. Ogni giorno dal mio io entrano ed escono miliardi di “byte”.
Dagli elementi più semplici: aria, acqua, cibo, luce …………. fino ai più complessi: informazioni, sguardi, emozioni ………………..
ALTRE DOMANDE IMPORTANTI:
COSA ENTRA DENTRO DI ME DA FUORI E COSA VIENE GENERATO DA DENTRO IL MIO IO?
La riflessione è di tipo esplorativo e non conclusivo, nel senso che è orientata a guidarci verso la conoscenza di noi stessi senza dover per forza giungere a qualche conclusione.
Adesso, magari facendo un po’ di silenzio, esteriore ed interiore, guardiamo dentro di noi, le relazioni collocandole nella colonna di destra o di sinistra.
NATURALE
SPIRITUALE Per ora tralasciamo “l’argomento” Dio, pur sapendo che è l’origine di tutte le relazioni. È LA RELAZIONE.
………………………………….
La condivisione delle mie riflessioni fa parte della relazione. Metto ora le mie idee in circolo.
ANCORA DUE INTERROGATIVI:
IMMAGINAVO COSÍ TANTE RELAZIONI NELLA MIA VITA DI TUTTI I GIORNI?
HANNO SENSO LE DUE COLONNE? OPPURE TUTTO È NATURALE ED AL TEMPO STESSO TUTTO È SPIRITUALE?
DOMANDA FINALE: SONO APERTO O CHIUSO?
Momento di silenzio per riflettere.
Brevi risposte comuni.
DA OGGI INIZIO A RIUSCIRCI
2
IL TRIANGOLO EQUILATERO … gennaio 2011
Io sapevo che sempre mi dai ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato. Gv 11, 42
Dio ascolta. Il Padre ascolta.
Chi ascolta è aperto.
Occorre liberarsi della nostra concezione di un Dio chiuso.
Idee ricorrenti su Dio:
oggi mi ama e oggi no
Dio non ha tempo per me
chissà se Dio mi ascolta
se faccio questo non mi vuol bene
………………………
Domanda scontata, a parole ….: ma può non amare Colui che è Amore?
Può chiudersi Colui che è l’Apertura?
Possiamo dedicarci tutto il tempo che serve per sgombrare il campo dalla nostra idea di Dio.
DOMANDA: Come immaginiamo Dio?
Non è facile rispondere. Perché oggi diamo una risposta a noi stessi e domani ci torna in mente qualcos’altro.
DIO NON È DEFINIBILE CON PAROLE E CONCETTI UMANI
PER QUANTO È POSSIBILE OCCORRE PENSARLO
DICIAMO QUEL CHE NON È:
NON È UN UOMO (GIUDICE O ALTRO)
NON È UNA FORMULA MATEMATICA
NON È UN’ENTE IMMOBILE
NON È UN MIO PENSIERO
DIO È RELAZIONE
PADRE – FIGLIO – SPIRITO SANTO
IL PADRE E IL FIGLIO SI AMANO DI UN AMORE INFINITO, ETERNO E ………….
LO SPIRITO È QUESTO AMORE!
Certo questi non sono concetti afferrabili dalla mente riflessiva, possono essere capiti solo da chi parla la stessa lingua: possiede lo stesso Spirito.
Teologicamente si dice che Dio ha due tipi di relazione: le processioni – le relazioni intratrinitarie che avvengono fra le tre Persone; le missioni – le relazioni che avvengono fra la Trinità, una sua Persona, e l’esterno.
Si può sintetizzare allora con due relazioni: all’interno e all’esterno, cioè tutto è relazione.
Occorre ancora una volta sgomberare il campo da ogni tentativo di applicare a Dio le nostre categorie.
Dio è tutto. Dio è relazione, è apertura, è ascolto, è Parola, è silenzio, è attenzione, è cura, è …………….
DOMANDISSIMA
MA DIO COSA È PER ME? “Voi chi dite che io sia?”
VALE LA PENA MEDITARA A LUNGO
FORSE IO IMMAGINO UN DIO CHE NON É.
MA DIO CONTINUA A RIPETERCI: “IO SONO”
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PER MANO … gennaio 2011
Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi. (Mt 1, 23-24)
Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto anche il mondo. Questo Figlio, che è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza e sostiene tutto con la potenza della sua parola, dopo aver compiuto la purificazione dei peccati si è assiso alla destra della maestà nell’alto dei cieli, ed è diventato tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato. (Eb 1, 1-4)
[Stefano] rispose: «Fratelli e padri, ascoltate: il Dio della gloria apparve al nostro padre Abramo quando era ancora in Mesopotamia, prima che egli si stabilisse in Carran, e gli disse: Esci dalla tua terra e dalla tua gente e và nella terra che io ti indicherò. Allora, uscito dalla terra dei Caldei, si stabilì in Carran; di là, dopo la morte del padre, Dio lo fece emigrare in questo paese dove voi ora abitate, ma non gli diede alcuna proprietà in esso, neppure quanto l’orma di un piede, ma gli promise di darlo in possesso a lui e alla sua discendenza dopo di lui, sebbene non avesse ancora figli. Poi Dio parlò così: La discendenza di Abramo sarà pellegrina in terra straniera, tenuta in schiavitù e oppressione per quattrocento anni. Ma del popolo di cui saranno schiavi io farò giustizia, disse Dio: dopo potranno uscire e mi adoreranno in questo luogo. E gli diede l’alleanza della circoncisione. E così Abramo generò Isacco e lo circoncise l’ottavo giorno e Isacco generò Giacobbe e Giacobbe i dodici patriarchi. Ma i patriarchi, gelosi di Giuseppe, lo vendettero schiavo in Egitto. Dio però era con lui e lo liberò da tutte le sue afflizioni e gli diede grazia e saggezza davanti al faraone re d’Egitto, il quale lo nominò amministratore dell’Egitto e di tutta la sua casa. Venne una carestia su tutto l’Egitto e in Canaan e una grande miseria, e i nostri padri non trovavano da mangiare. Avendo udito Giacobbe che in Egitto c’era del grano, vi inviò i nostri padri una prima volta; la seconda volta Giuseppe si fece riconoscere dai suoi fratelli e fu nota al faraone la sua origine. Giuseppe allora mandò a chiamare Giacobbe suo padre e tutta la sua parentela, settantacinque persone in tutto. E Giacobbe si recò in Egitto, e qui egli morì come anche i nostri padri; essi furono poi trasportati in Sichem e posti nel sepolcro che Abramo aveva acquistato e pagato in denaro dai figli di Emor, a Sichem. Mentre si avvicinava il tempo della promessa fatta da Dio ad Abramo, il popolo crebbe e si moltiplicò in Egitto, finché salì al trono d’Egitto un altro re, che non conosceva Giuseppe. Questi, adoperando l’astuzia contro la nostra gente, perseguitò i nostri padri fino a costringerli a esporre i loro figli, perché non sopravvivessero. In quel tempo nacque Mosè e piacque a Dio; egli fu allevato per tre mesi nella casa paterna, poi, essendo stato esposto, lo raccolse la figlia del faraone e lo allevò come figlio. Così Mosè venne istruito in tutta la sapienza degli Egiziani ed era potente nelle parole e nelle opere. Quando stava per compiere i quarant’anni, gli venne l’idea di far visita ai suoi fratelli, i figli di Israele, e vedendone uno trattato ingiustamente, ne prese le difese e vendicò l’oppresso, uccidendo l’Egiziano. Egli pensava che i suoi connazionali avrebbero capito che Dio dava loro salvezza per mezzo suo, ma essi non compresero. Il giorno dopo si presentò in mezzo a loro mentre stavano litigando e si adoperò per metterli d’accordo, dicendo: Siete fratelli; perché vi insultate l’un l’altro? Ma quello che maltrattava il vicino lo respinse, dicendo: Chi ti ha nominato capo e giudice sopra di noi ? Vuoi forse uccidermi, come hai ucciso ieri l’Egiziano ? Fuggì via Mosè a queste parole, e andò ad abitare nella terra di Madian, dove ebbe due figli. Passati quarant’anni, gli apparve nel deserto del monte Sinai un angelo, in mezzo alla fiamma di un roveto ardente. Mosè rimase stupito di questa visione; e mentre si avvicinava per veder meglio, si udì la voce del Signore: Io sono il Dio dei tuoi padri, il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. Esterrefatto, Mosè non osava guardare. Allora il Signore gli disse: Togliti dai piedi i calzari, perché il luogo in cui stai è terra santa. Ho visto l’afflizione del mio popolo in Egitto, ho udito il loro gemito e sono sceso a liberarli; ed ora vieni, che ti mando in Egitto. Questo Mosè che avevano rinnegato dicendo: Chi ti ha nominato capo e giudice?, proprio lui Dio aveva mandato per esser capo e liberatore, parlando per mezzo dell’angelo che gli era apparso nel roveto. Egli li fece uscire, compiendo miracoli e prodigi nella terra d’Egitto, nel Mare Rosso, e nel deserto per quarant’anni. Egli è quel Mosè che disse ai figli d’Israele: Dio vi farà sorgere un profeta tra i vostri fratelli, al pari di me. Egli è colui che, mentre erano radunati nel deserto, fu mediatore tra l’angelo che gli parlava sul monte Sinai e i nostri padri; egli ricevette parole di vita da trasmettere a noi. Ma i nostri padri non vollero dargli ascolto, lo respinsero e si volsero in cuor loro verso l’Egitto, dicendo ad Aronne: Fà per noi una divinità che ci vada innanzi, perché a questo Mosè che ci condusse fuori dall’Egitto non sappiamo che cosa sia accaduto. E in quei giorni fabbricarono un vitello e offrirono sacrifici all’idolo e si rallegrarono per l’opera delle loro mani. Ma Dio si ritrasse da loro e li abbandonò al culto dell’ esercito del cielo, come è scritto nel libro dei Profeti: Mi avete forse offerto vittime e sacrifici per quarant’anni nel deserto, o casa d’Israele? Avete preso con voi la tenda di Mòloch, e la stella del dio Refàn, simulacri che vi siete fabbricati per adorarli! Perciò vi deporterò al di là di Babilonia. I nostri padri avevano nel deserto la tenda della testimonianza, come aveva ordinato colui che disse a Mosè di costruirla secondo il modello che aveva visto. E dopo averla ricevuta, i nostri padri con Giosuè se la portarono con sé nella conquista dei popoli che Dio scacciò davanti a loro, fino ai tempi di Davide. Questi trovò grazia innanzi a Dio e domandò di poter trovare una dimora per il Dio di Giacobbe; Salomone poi gli edificò una casa. Ma l’Altissimo non abita in costruzioni fatte da mano d’uomo, come dice il Profeta: Il cielo è il mio trono e la terra sgabello per i miei piedi. Quale casa potrete edificarmi, dice il Signore, o quale sarà il luogo del mio riposo? Non forse la mia mano ha creato tutte queste cose? O gente testarda e pagana nel cuore e nelle orecchie, voi sempre opponete resistenza allo Spirito Santo; come i vostri padri, così anche voi. Quale dei profeti i vostri padri non hanno perseguitato? Essi uccisero quelli che preannunciavano la venuta del Giusto, del quale voi ora siete divenuti traditori e uccisori; voi che avete ricevuto la legge per mano degli angeli e non l’avete osservata».«Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio»
(At 7, 2-53.56)
Luogo della rivelazione è la storia. Dio ama l’uomo e “sta” dentro la sua storia.
Dio non ama da fuori. Dio entra in relazione con l’uomo.
Si lascia coinvolgere nelle vicende dell’uomo.
Scende fino nelle zone più buie dell’umanità.
Dio cammina da sempre al fianco dell’uomo.
Solo dopo l’esperienza della liberazione dalla schiavitù d’Egitto, Israele comincia a considerare Dio come creatore. Lo era, ovviamente anche prima, ma l’uomo non si riferiva a Lui come tale.
La storia è un’infinita vicenda di amore tra Dio e l’uomo.
Ogni persona passata sulla terra ha incontrato l’Amore di Dio. Alcuni lo hanno visto, altri no. Ma Dio ha amato tutti.
La storia della salvezza ha visto la creazione dell’uomo, l’attesa della pienezza, la pienezza ed ora siamo nella “espansione” della pienezza a tutti gli uomini.
Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». (Mt 28, 18-20)
Solo vedendo la presenza di Dio dentro la nostra storia possiamo darle un senso, una luce, una chiave di lettura ………..
Conosciamo la storia della salvezza operata da Dio; conosciamo la nostra storia di ogni giorno.
Siamo capaci di metterle in relazione?
Vedere l’opera di Dio nella propria storia è la sfida che vale la vita intera.
DOMANDE ONESTE A SE STESSI
SENTO DIO VICINO O LONTANO?
SENTO DIO INTERESSATO ALLA MIA “VICENDA”?
DENTRO IL MIO PRESENTE DOVE COLLOCO DIO?
VIVO LE GIORNATE CON DIO PRESENTE O ASSENTE?
DA OGGI INIZIO A RIUSCIRCI
Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu sai quando seggo e quando mi alzo. Penetri da lontano i miei pensieri, mi scruti quando cammino e quando riposo. Ti sono note tutte le mie vie; la mia parola non è ancora sulla lingua e tu, Signore, già la conosci tutta. Alle spalle e di fronte mi circondi e poni su di me la tua mano. Stupenda per me la tua saggezza, troppo alta, e io non la comprendo. Dove andare lontano dal tuo spirito, dove fuggire dalla tua presenza? Se salgo in cielo, là tu sei, se scendo negli inferi, eccoti. Se prendo le ali dell’aurora per abitare all’estremità del mare, anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra. Se dico: «Almeno l’oscurità mi copra e intorno a me sia la notte»; nemmeno le tenebre per te sono oscure, e la notte è chiara come il giorno; per te le tenebre sono come luce. Sei tu che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel seno di mia madre. Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio; sono stupende le tue opere, tu mi conosci fino in fondo. Non ti erano nascoste le mie ossa quando venivo formato nel segreto, intessuto nelle profondità della terra. Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto nel tuo libro; i miei giorni erano fissati, quando ancora non ne esisteva uno. Quanto profondi per me i tuoi pensieri, quanto grande il loro numero, o Dio; se li conto sono più della sabbia, se li credo finiti, con te sono ancora. Se Dio sopprimesse i peccatori! Allontanatevi da me, uomini sanguinari. Essi parlano contro di te con inganno: contro di te insorgono con frode. Non odio, forse, Signore, quelli che ti odiano e non detesto i tuoi nemici? Li detesto con odio implacabile come se fossero miei nemici. Scrutami, Dio, e conosci il mio cuore, provami e conosci i miei pensieri: vedi se percorro una via di menzogna e guidami sulla via della vita. (Salmo 139)
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CHI SEI TU …. CHE SONO IO? … gennaio/febbraio 2011
Francesco non era più un uomo che si relazionava, ma un uomo fatto relazione.
Con tutti e con tutto cercava il contatto.
La fonte di tutto questo era la relazione con Dio-relazione.
Relazione attraverso l’uomo-Dio: Gesù Cristo. Gesù Cristo, relazione del Padre con gli uomini.
Francesco cercherà ogni relazione con Cristo.
I punti di contatto tra Francesco e Cristo?
La risposta semplice può essere solo una: niente c’è, nella vita di Francesco, che non ci riporti a Cristo e al suo Vangelo.
L’umiltà dell’incarnazione. Che Francesco anche a Greccio, vorrà ripresentare …..
La povertà
La preghiera. Basti pensare a Francesco davanti al crocifisso di S. Damiano
L’amore per i fratelli
Le quaresime. Quaranta giorni di digiuno come Cristo.
L’Eucaristia
Il servizio ai più poveri. Nel lebbroso c’era Cristo.
Il vangelo di Cristo come Regola.
…………………….
Fino alla Verna.
Tutto nella vita di Francesco è legato a Cristo.
È utile, nella nostra vita, analizzare la relazione tra Cristo e Francesco in ogni sfaccettatura della vita.
Potremo vedere che non c’è angolo in cui Dio non arrivi attraverso Cristo.
Francesco cerca in tutta la sua vita la relazione con Cristo.
Non solo. Cerca in ogni istante l’approfondimento di questa relazione, fino quasi ad entrare uno nell’altro. Fino quasi all’identificazione delle alter Christus
Nelle relazioni che Francesco stabilisce durante la sua vita possiamo sostituire qualsiasi altro fattore di relazione con Cristo.
Francesco chiede per tutta la sua vita, con ogni forza, la grazia al Signore di poter vivere la relazione con Lui.
La sua aspirazione più alta, il suo desiderio dominante, la sua volontà più ferma era di osservare perfettamente e sempre il santo Vangelo e di imitare fedelmente con tutta la vigilanza, con tutto l’impegno, con tutto lo slancio dell’anima e del cuore la dottrina e gli esempi del Signore nostro Gesù Cristo. Meditava continuamente le parole del Signore e non perdeva mai di vista le sue opere. Ma soprattutto l’umiltà dell’Incarnazione e la carità della Passione aveva impresse così profondamente nella sua memoria, che difficilmente gli riusciva di pensare ad altro.
(Vita Prima di Tommaso da Celano – FF 466–467)
L’imitazione di Cristo nasce in Francesco dalla relazione con Lui.
Non può esserci imitazione senza relazione. La semplice imitazione comporterebbe un sacrificio insopportabile. Cristo non rappresenta un semplice modello da imitare, ma un uomo-Dio con il quale entrare in relazione e vivere della sua stessa vita. Cristo allora ci concede il desiderio e la grazia per poter vivere della sua vita. Non solo una vita ad imitazione della sua, ma la diretta partecipazione alla sua.
Francesco poteva anche, con la sola sua volontà, mettersi di buona lena ad imitare Cristo, ma che cosa avrebbe potuto cambiare in dolcezza ciò che prima era amaro, per sola emulazione?
I TESORI NEL CAMPO
PENSIAMO DI METTERE IN CAMPO TUTTE LE NOSTRE FORZE ED IMITARE CRISTO PER PASSARE A RITIRARE IL PREMIO?
OPPURE CERCHIAMO DI ENTRARE IN RELAZIONE CON CRISTO PER PARTECIPARE DELLA SUA STESSA VITA?
Francesco sintetizza, alla fine del cammino, la sua relazione infinita con Cristo con: “IL SIGNORE MI RIVELÓ”
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TUTTO È FRATE …. TUTTO È SÓRA …. … febbraio 2011
Dio è LA relazione. Francesco è relazione con Dio.
Francesco entrando in relazione con Dio diventa a sua volta una relazione a 360°.
Francesco diventa: libero, aperto, trasparente, accogliente, ascoltante, parlante, ……….. .
Vive le sue relazioni in Dio. Tutti i suoi rapporti: con gli uomini e con tutte le creature passano attraverso Dio.
Per questo potrà esultare non: creature del Signore benedite il Signore, ma “Laudato sie mi’ Signore PER …”
Attraverso il suo essere in Dio, Francesco è capace di stabilire comunione di vita con:
i fratelli
le sorelle
tutti i cristiani
i non credenti
i ladri, briganti etc.
gli animali
le piante
le pietre
il fuoco
il vento
il sole, la luna ….
le cose immateriali come il giorno, la notte …..
ma anche con le varie facce della vita:
la sofferenza, il dolore,
la morte…… !
Tutto è in comunione se vissuto attraverso Dio.
Francesco conosce che, per trovare il senso e stabilire un rapporto positivo con tutti e tutto deve stabilire in maniera assolutamente corretta i due rapporti fondamentali: con se stessi e con Dio. Che poi sono ovviamente collegati reciprocamente.
Francesco diventa così il fratello universale e cosmico.
Il suo rapporto con le cose diventa un rapporto corretto, equilibrato. Non c’è pensiero di sfruttamento o di accaparramento, ma solo un rapporto teso alla vita, al bene, all’amore, alla pace.
Il suo ritrovarsi in Dio ristabilisce un rapporto ideale con le cose. Sembra quasi ricostruita la pace dell’inizio della creazione. O instaurata la pace del regno messianico.
Ma questo è quello che Gesù vuole indicarci rispondendo alla domanda:
«Quando verrà il regno di Dio?», rispose: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!». (Lc 17, 20-21)
La relazione armoniosa costruisce il regno di Dio.
I racconti, che quasi ci appaiono, fiabeschi della vita, di Francesco:
frate foco che brucia il saio, sorelle rondine che ascoltano la predica, frate falco che lo sveglia per la preghiera ……….. altro non sono che la ritrovata armonia, il corretto rapporto con Dio e con se stessi, che ci immette in relazioni armoniose con le persone e le cose.
Il rapporto è forte e fragile al tempo stesso. Forte perché non potrà mai finire del tutto in quanto Dio “ci tiene”; fragile perché sono molti i cunei che possono essere infilati da noi capaci di incrinare il tutto fino a farlo saltare.
Per vivere una vita di corrette relazioni occorrono:
fede, speranza e carità – le virtù teologali -,
ma anche:
prudenza, giustizia, fortezza e temperanza – le virtù cardinali.
Preghiamo Dio per le nostre relazioni. Amen
6
IO-TU ….. febbraio 2011
Parliamo ora delle NOSTRE relazioni. Partiamo dall’alto.
DOMANDONE
Qual è la mia relazione con DIO? Con Dio Padre, con Dio Figlio e con Dio Spirito?
Qual è la mia relazione con me stesso?
Da queste due domande nasce tutto. Io dipendo da queste due domande.
Non tanto dalle risposte: risposte definitive non ce ne sono. Ma da come imposto le domande, come le vivo, come le credo ………..
Meditiamo un po’, senza bluffare!
Che presenza è Dio nella mia vita? Un gendarme! Un amichetto! Un rompiscatole! Un esigente! ……….
È facile dire un Padre, ma quale padre?
A senso ancora parlare di ore dedicate o passate con Dio? Oppure è una presenza come la mia stessa anima?
Con me stesso come mi trovo? Mi accetto? Mi rifiuto? Mi tollero? Mi sopporto? ………….
Quanti lati ha il mio io? Quanti ne conosco? Quanti sono oscuri? ………..
PER CAPIRSI OCCORRE, A VOLTE, UN AIUTO DA FUORI, QUESTO PUÓ ESSERE IL MOMENTO DI DIRE QUALCOSA PER GLI ALTRI.
Con gli altri.
Al di là delle sdolcinerie o delle ardue vette come potrebbe essere l’amore per i nemici ………
Sono aperto o chiuso agli altri? Quante prove deve fornirmi una persona perché mi apra un po’ a lei?
Che tipo di relazioni intrattengo? Da posizione inferiore? Da posizione superiore? Da pari? A seconda dei casi?
Da che tipo di persone sono attratto di più?
Dal tipo di relazione che intrattengo con gli altri, dipende spesso la mia libertà …….., la mia stessa vita.
Riesco ad amare veramente oppure sono bloccato?
………………
Le domande sono tante. Spesso le domande non servono a provocare risposte, ma a suscitare altre domande. La risposta a volte esce dopo tanta domande e può comunque essere parziale, provvisoria….
L’importante è spesso il trend, l’andamento.
E allora occorre sempre vigilare su noi stessi per vedere se stiamo aprendoci o chiudendoci. In fondo la vita non è altro che una serie di conversioni seguite da cammini consequenziali.
Possiamo convertirci al bene, poi rigirare e proseguire per un po’ verso il male e così via.
Occorre attendere con le lampade accese.
Non sappiamo a quale ora arriverà l’occasione buona. Posso sforzarmi una vita per trovare una strada e niente …. poi, quando meno te l’aspetti, arriva.
Così è per la relazione, qualsiasi incontro può essere buono per aiutare ad aprirci, per iniziare ad aprirci.
Poi, una volta aperta un breccia nel muro, certe cose vanno da sé.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all’ultimo spicciolo! (Mt 5, 25-26)
Se lasciamo che il nostro io si chiuda troppo in se stesso, poi uscirne sarà dura.
DOMANDA FINALE
QUANTO SONO DISPOSTO A PAGARE DEL MIO IO PER LA RELAZIONE?
Allora Pietro prendendo la parola disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?». E Gesù disse loro: «In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi». (Mt 19, 27-30)
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LA CASA … febbraio 2011
Chiarita l’importanza del rapporto con Dio, con me stesso e con gli altri rimane un ultima finestra dalla quale far entrare la luce sulla nostra vita.
CHE RELAZIONE HO CON GLI ANIMALI, LE COSE, IL MONDO …. LA VITA?
La risposta è difficile. Siamo condizionati dalla nostra storia, dalla cultura in cui viviamo, ….. e così via.
Anche il rapporto con le persone, ma ancor più la relazione con il mondo in genere cambia con il cambiare dei periodi storici.
Mi sento ben inserito nel mondo circostante o mi sento un oggetto estraneo al tutto?
Si apre qua una serie infinita di tematiche per ogni campo in cui ci si sposta.
gli animali, le piante, le pietre, il fuoco, il vento, il sole, la luna …. , le cose immateriali come il giorno, la notte …..
ma anche le varie facce della vita: la sofferenza, il dolore, la morte…… !
Paragonare il nostro rapporto con un animale a quello con la morte, può sembrare un blasfemo azzardo, ma non è così. Francesco li accosta nella stessa preghiera.
In base a queste relazioni, o meglio alle varie facce di questa relazione, si presentano per noi tanti atteggiamenti da tenere: la responsabilità, la cura, la coscienza ecologica, la giusta sopravvivenza, il giusto utilizzo delle cose ………………..
Fino al rapporto con la vita, con la sofferenza, con il dolore e con la morte.
La domanda è una sola: abbiamo la giusta relazione?
Possiamo definirci ancora “custodi” del creato? Collaboratori del creatore?
Che cosa abbiamo di francescano nella relazione cosmica?
DOMANDA PRELIMINARE
Abbiamo almeno coscienza di poter stabilire una relazione di questo tipo oppure ci passa la vita sotto le mani senza renderci conto di niente?
Ovviamente, come detto per Francesco, tutte le nostre relazioni sussistono se le mettiamo dentro la vita di Cristo e di Dio altrimenti possono diventare rapporti asettici.
Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà. E questo a lode e gloria della sua grazia, che ci ha dato nel suo Figlio diletto; nel quale abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, la remissione dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia. Egli l’ha abbondantemente riversata su di noi con ogni sapienza e intelligenza, poiché egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà, secondo quanto nella sua benevolenza aveva in lui prestabilito per realizzarlo nella pienezza dei tempi: il disegno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra. (Ef 1, 3-10)
Questo è il disegno del Padre: ricapitolare tutto in Cristo!
La nostra vita e la nostra vocazione è orientata verso Cristo. Sappiamo camminare verso di Lui, con relazioni armoniche e ordinate? Oppure prendiamo la vita da tanti punti di vista, ognuno staccato da un altro?
Tutto sta nel vivere un equilibrio con tutta la nostra persona: una, unica, unita.
Se con una parte di me avanzo e con un’altra resto indietro, presto andrò incontro a lacerazioni e sofferenze.
E ALLORA DOMANDE
COME VIVO IL MIO RAPPORTO CON LA NATURA? LA RISPETTO, LA CONTEMPLO, LA VIOLENTO…..
QUANTO CONSUMO PER VIVERE? L’ACQUA, L’ARIA, LE RISORSE NATURALI (CHE NON SONO INFINITE) ….
QUANTI RIFIUTI PRODUCO? IL MENO POSSIBILE, MOLTI, POCHI, …….
IN SOSTANZA: VIVO CON CURA, ATTENZIONE, GIUSTO EQUILIBRIO?
E LA VITA? E LA MORTE? ……
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CONTATTO DIRETTO … febbraio - marzo 2011
Introduzione: O Dio vieni a salvarmi. Gloria al Padre.
In questa sera di preghiera chiediamo a Gesù di concederci di poter entrare in una relazione d’amore con Lui, col Padre e con lo Spirito Santo. Amen
Spirito e abitazione
O Signore, dov’è quello Spirito che deve essere la mia vita? Egli sarà l’anima dell’anima mia; ma dov’è mai? Io non lo sento, non lo trovo. Nei miei sensi, non provo che fragilità, nel mio animo niente altro che dissipazione e menzogna, nella mia volontà solo l’incostanza e la divisione tra il tuo amore e mille inutili e schiocche vanità. Dov’è, dunque il tuo Spirito? Perché egli non viene a cercare in me un cuore nuovo, conforme al tuo? O mio Dio! Io comprendo che in questa mia povera anima il tuo Spirito si degnerà di abitare, perché essa si apra a lui senza riserva. Vieni, quindi, o Spirito di Dio! Tu non puoi trovare nulla di più povero, di più misero e di più nudo, di più abbandonato e di più debole che il mio cuore. Vieni e portavi la pace: non quella pace di abbondanza che scorre come un fiume, ma quella pace arida, quella pace di pazienza e sacrificio, quella pace amara, ma assai più vera e molto più pura, più intima e più profonda, più imperitura in quanto è fondata sulla rinuncia a se stesso. François Fénelon
Entrato in Gerico, attraversava la città. Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È andato ad alloggiare da un peccatore!». Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch’egli è figlio di Abramo; il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto». Lc 19, 1-10
Riflessioni condivise
Padre nostro
Spirito e novità
Ripetiamo: Vieni e aprici a Dio.
Spirito dell’urgenza del Regno
Spirito dell’appartenenza alla Chiesa
Spirito della concretezza dell’amore
Spirito della limpidezza d’intenzione
Spirito di valutazione di fede
Spirito di ammaestramento del Vangelo
Spirito di sensibilità per i poveri
Spirito dell’alternativa al mondo
Spirito della liturgia della vita.
Momento di silenzio prolungato meditando su Dio che vuole stringere una relazione con me
Spirito e intimità
Chi sei, dolce luce che m’inondi e rischiari la notte del mio cuore? Tu mi guidi come la mano di una mamma. Ma, se mi lasciassi, non più di un passo solo avanzerei. Tu sei lo spazio che circonda il mio essere e nel quale si nasconde. Se mi abbandoni, cado nell’abisso del nulla, dal quale mi chiamasti all’essere. Tu, a me vicino più di me stesso, più intimo dell’intimo mio. Eppure nessuno può toccarti o comprenderti: d’ogni nome tu infrangi le catene, Spirito santo, eterno Amore. Edith Stein
Momento di silenzio prolungato ascoltando ciò che Dio mi sussurra
Tu sei relazione Signore. Tu sei parola, Tu sei gesto, Tu sei silenzio, Tu sei come una cena con gli amici, Tu sei comunicazione, Tu sei sorriso, Tu sei carezza, Tu sei una mano sotto la testa se siamo sdraiati, Tu sei un braccio intorno alla vita se non riusciamo a camminare, Tu sei mano tesa se non riusciamo ad alzarci, Tu sei voce che ci sveglia, Tu sei sussurro che ci addormenta, Tu sei ………. Tu sei Padre, Figlio e Spirito Santo, eterna relazione. Amen