ORDINE FRANCESCANO SECOLARE

Fraternità di Castel del Piano – Perugia

 

 

 

 

 

 

 

LE “PROFESSIONI” NELLA STORIA DELLA SALVEZZA

Per un cammino verso il rinnovo della Professione nell’Ordine

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A cura della Fraternità O.F.S. di Castel del Piano

Marzo 2011

 

 

1

ABRAMO PADRE PER “PROFESSIONE”

Il Signore disse ad Abram:    «Vàttene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò. Farò di te un grande popolo e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno   e coloro che ti malediranno maledirò e in te si diranno benedette   tutte le famiglie della terra». Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore, e con lui partì Lot. Abram aveva settantacinque anni quando lasciò Carran. Abram dunque prese la moglie Sarai, e Lot, figlio di suo fratello, e tutti i beni che avevano acquistati in Carran e tutte le persone che lì si erano procurate e si incamminarono verso il paese di Canaan. Arrivarono al paese di Canaan e Abram attraversò il paese fino alla località di Sichem, presso la Quercia di More. Nel paese si trovavano allora i Cananei. Il Signore apparve ad Abram e gli disse: «Alla tua discendenza io darò questo paese». Allora Abram costruì in quel posto un altare al Signore che gli era apparso. Di là passò sulle montagne a oriente di Betel e piantò la tenda, avendo Betel ad occidente e Ai ad oriente. Lì costruì un altare al Signore e invocò il nome del Signore. Poi Abram levò la tenda per accamparsi nel Negheb.                (Gn 12, 1-9)

 

LA TRACCIA

Tutte le professioni sono una “scommessa” di Dio e una “scommessa” nostra.

C’è, in  ogni professione un lasciare qualcosa di certo per fare un tratto al buio verso qualcosa di incerto. Poi la Promessa.

 

Dio chiama Abramo a lasciare la terra. La sicurezza assoluta. Lavoro, parenti, ….. tutto.

Un solo ordine: Parti!

Abramo non ha le condizioni umane ideali. È vecchio…..

Parte. Cammina al buio. Dio gli promette una generazione senza fine, ma inizia dal poco, da un figlio.

Poi la richiesta “assurda” di Dio: chiede anche il figlio della promessa, tutto.

Abramo dona tutto e tutto riceve. È padre di una moltitudine.

 

LA VITA

Dio prende anche le nostre condizioni non ideali. Abbiamo poco? Non importa.

Occorre però giocarsi anche quel poco. Partire.

Dio ci promette di farci padri, generatori di vita. Di vita immensa.

Iniziamo dal poco, dal generare vita per chi ci sta più vicino.

Poi la assurda richiesta: donare tutto.

La fine è da sperare!

 

Dio ci chiama a generare.

Lasciare oggi il nostro poco per generare una moltitudine.

E rischiare di lasciare anche la moltitudine per trovare Dio.

La prima chiamata per la nostra professione è quella a generare, a dar vita a qualcosa ed qualcuno.

 

LE DOMANDE

In che situazione siamo?

Cosa lasciamo?

In che direzione dobbiamo andare?

Qual è il tratto al buio da percorrere?

Cosa ci viene promesso?

Cosa ci viene chiesto?

Cosa possiamo donare?

Padri di chi?

 

Concedici, Signore, la forza di lasciare. Amen

 

 

2

MOSÉ GUIDA PER “PROFESSIONE”

Nel lungo corso di quegli anni, il re d’Egitto morì. Gli Israeliti gemettero per la loro schiavitù, alzarono grida di lamento e il loro grido dalla schiavitù salì a Dio. Allora Dio ascoltò il loro lamento, si ricordò della sua alleanza con Abramo e Giacobbe. Dio guardò la condizione degli Israeliti e se ne prese pensiero. Ora Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, e condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l’Oreb. L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco in mezzo a un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva nel fuoco, ma quel roveto non si consumava. Mosè pensò: «Voglio avvicinarmi a vedere questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?». Il Signore vide che si era avvicinato per vedere e Dio lo chiamò dal roveto e disse: «Mosè, Mosè!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Non avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è una terra santa!». E disse: «Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe». Mosè allora si velò il viso, perché aveva paura di guardare verso Dio. Il Signore disse: «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sorveglianti; conosco infatti le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dalla mano dell’Egitto e per farlo uscire da questo paese verso un paese bello e spazioso, verso un paese dove scorre latte e miele, verso il luogo dove si trovano il Cananeo, l’Hittita, l’Amorreo, il Perizzita, l’Eveo, il Gebuseo. Ora dunque il grido degli Israeliti è arrivato fino a me e io stesso ho visto l’oppressione con cui gli Egiziani li tormentano. Ora và! Io ti mando dal faraone. Fà uscire dall’Egitto il mio popolo, gli Israeliti!». Mosè disse a Dio: «Chi sono io per andare dal faraone e per far uscire dall’Egitto gli Israeliti?». Rispose: «Io sarò con te. Eccoti il segno che io ti ho mandato: quando tu avrai fatto uscire il popolo dall’Egitto, servirete Dio su questo monte». Mosè disse a Dio: «Ecco io arrivo dagli Israeliti e dico loro: Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi. Ma mi diranno: Come si chiama? E io che cosa risponderò loro?». Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». Poi disse: «Dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi». Dio aggiunse a Mosè: «Dirai agli Israeliti: Il Signore, il Dio dei vostri padri, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe mi ha mandato a voi. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione. Và! Riunisci gli anziani d’Israele e dì loro: Il Signore, Dio dei vostri padri, mi è apparso, il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, dicendo: Sono venuto a vedere voi e ciò che vien fatto a voi in Egitto. E ho detto: Vi farò uscire dalla umiliazione dell’Egitto verso il paese del Cananeo, dell’Hittita, dell’Amorreo, del Perizzita, dell’Eveo e del Gebuseo, verso un paese dove scorre latte e miele. Essi ascolteranno la tua voce e tu e gli anziani d’Israele andrete dal re di Egitto e gli riferirete: Il Signore, Dio degli Ebrei, si è presentato a noi. Ci sia permesso di andare nel deserto a tre giorni di cammino, per fare un sacrificio al Signore, nostro Dio. Io so che il re d’Egitto non vi permetterà di partire, se non con l’intervento di una mano forte. Stenderò dunque la mano e colpirò l’Egitto con tutti i prodigi che opererò in mezzo ad esso, dopo egli vi lascerà andare.                                                                                      (Es 2, 23 – 3, 20)

 

LA TRACCIA

Dio chiama Mosè ad un grande compito: guidare il popolo alla liberazione.

Dio dà a Mosè una grande dimostrazione di sé. La forza del fuoco che nemmeno si consuma.

Mosè cerca la forza in se stesso, ma si trova costretto a dire: “chi sono io?”

Ma Dio risponde con due “garanzie”: “Io sono” e “Io sono con te”.

 

LA VITA

Dio non ci chiama mai a piccoli compitucci, ma ad un grande incarico. Dobbiamo guidare e non essere semplici passeggeri. Anche noi diciamo: “Chi sono?”. Ma non è quello che conta, Dio è. Ed è con noi.

 

LE DOMANDE

Ci sentiamo chiamati ad un grande incarico? Pensiamo di farcela? Pensiamo in piccolo o in grande? Ci sentiamo chiamati a guidare? O solo a vivacchiare?

 

Concedici, Signore, di vedere la tua chiamata. E la tua presenza con noi per realizzarla. Amen

 

 

3

DAVIDE RE PER “PROFESSIONE”

E il Signore disse a Samuele: «Fino a quando piangerai su Saul, mentre io l’ho rigettato perché non regni su Israele? Riempi di olio il tuo corno e parti. Ti ordino di andare da Iesse il Betlemmita, perché tra i suoi figli mi sono scelto un re». Samuele rispose: «Come posso andare? Saul lo verrà a sapere e mi ucciderà». Il Signore soggiunse: «Prenderai con te una giovenca e dirai: Sono venuto per sacrificare al Signore. Inviterai quindi Iesse al sacrificio. Allora io ti indicherò quello che dovrai fare e tu ungerai colui che io ti dirò». Samuele fece quello che il Signore gli aveva comandato e venne a Betlemme; gli anziani della città gli vennero incontro trepidanti e gli chiesero: «È di buon augurio la tua venuta?». Rispose: «È di buon augurio. Sono venuto per sacrificare al Signore. Provvedete a purificarvi, poi venite con me al sacrificio». Fece purificare anche Iesse e i suoi figli e li invitò al sacrificio. Quando furono entrati, egli osservò Eliab e chiese: «È forse davanti al Signore il suo consacrato?». Il Signore rispose a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né all’imponenza della sua statura. Io l’ho scartato, perché io non guardo ciò che guarda l’uomo. L’uomo guarda l’apparenza, il Signore guarda il cuore». Iesse fece allora venire Abìnadab e lo presentò a Samuele, ma questi disse: «Nemmeno su costui cade la scelta del Signore». Iesse fece passare Samma e quegli disse: «Nemmeno su costui cade la scelta del Signore». Iesse presentò a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripetè a Iesse: «Il Signore non ha scelto nessuno di questi». Samuele chiese a Iesse: «Sono qui tutti i giovani?». Rispose Iesse: «Rimane ancora il più piccolo che ora sta a pascolare il gregge». Samuele ordinò a Iesse: «Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui». Quegli mandò a chiamarlo e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e gentile di aspetto. Disse il Signore: «Alzati e ungilo: è lui!». Samuele prese il corno dell’olio e lo consacrò con l’unzione in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore si posò su Davide da quel giorno in poi. Samuele poi si alzò e tornò a Rama.      (Sam 16, 1-13)

 

LA TRACCIA

Neanche il saggio Iesse, crede che Davide sia il prescelto da Dio. L’uomo ha una sua logica della vita, sono importanti: l’aspetto, l’apparenza, le doti …..

Dio guarda il cuore. Il numero uno sarà Davide. “Alzati: è lui!”

Dio sceglie.

Quando la volontà di Dio e quella dell’uomo arrivano a coincidere, allora lo Spirito scende.

 

LA VITA

Ad ognuno di noi Dio chiede di essere re. Ognuno di noi ha un regno da governare. Dio ci chiama.

Noi, magari ascoltiamo la voce di Dio, però pensiamo di mettere subito in campo le nostre doti migliori, secondo noi! Ci proponiamo con la forza, la bellezza, l’apparenza, il denaro, ……

Dio guarda il cuore.

Riflettiamo, per questa professione, su due punti:

siamo chiamati a regnare su un regno che Dio ci affida

dobbiamo far benedire le nostre cose nascoste nel cuore, quelle che solo Dio vede, non nasconderle.

C’è una chiave importante: Dio guarda in una direzione diversa dalla nostra.

Occorre camminare per arrivare a vedere con gli occhi di Dio.

Allora ameremo ciò che Lui ama. Allora lo Spirito si poserà su di noi.

 

LE DOMANDE

Mi sento di dover governare?

Qual è il mio regno?

Quando Dio mi chiama, quali doti cerco di proporgli?

Quali cerco di nascondere?

In che direzione guardo?

 

Concedici, o Signore, di guardare nella tua stessa direzione, per vedere le cose dal tuo punto di vista, per guardare il cuore. Amen.

 

 

4

ELIA PROFETA PER “PROFESSIONE”

A lui fu rivolta questa parola del Signore: «Vattene di qui, dirigiti verso oriente; nasconditi presso il torrente Cherit, che è a oriente del Giordano. Ivi berrai al torrente e i corvi per mio comando ti porteranno il tuo cibo». Egli eseguì l’ordine del Signore; andò a stabilirsi sul torrente Cherit, che è a oriente del Giordano. I corvi gli portavano pane al mattino e carne alla sera; egli beveva al torrente.     

               (1Re 17, 2-6)

 

Ivi entrò in una caverna per passarvi la notte, quand’ecco il Signore gli disse: «Che fai qui, Elia?». Egli rispose: «Sono pieno di zelo per il Signore degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi tentano di togliermi la vita». Gli fu detto: «Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore». Ecco, il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero. Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna. Ed ecco, sentì una voce che gli diceva: «Che fai qui, Elia?». Egli rispose: «Sono pieno di zelo per il Signore, Dio degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi tentano di togliermi la vita».        (1Re 19, 9-14)

 

LA TRACCIA

Le chiamate bibliche dei profeti sono sempre un evento eccezionale. Sono delle teofanie. Dio si dimostra “in persona” al profeta. Il messaggio che Elia riceve è immediato, nel vero senso del termine di “non mediato” da alcuno. Nulla si frappone fra Elia e Dio, fra i profeti e Dio.

C’è una chiamata a partire, a lasciare. Dio non si trova mai dove l’uomo pensa di trovarlo. Lasciate le sicurezze saranno i corvi a sfamare Elia!!!

Dopo la grande chiamata il profeta diventa “colui che parla a nome di un altro”.

Amos dice: Dio ha parlato chi può non profetare? Il leone ha ruggito chi può tacere?

Già il nome Elia significa: Jahwe è Dio. La vita dei profeti sarà durissima, ma è così.

Elia fa la “professione” con Dio per accettare il suo essere profeta.

 

LA VITA

Anche ciascuno di noi, a seconda del disegno di Dio, è chiamato ad essere profeta. A parlare a nome di Dio. Un giorno, che forse ricordiamo a mala pena o che ricordiamo benissimo, o più volte Dio ci è apparso, ci ha chiamato. Siamo inviati ad essere profeti per altri. Dobbiamo lasciare molte delle nostre certezze assolute ed aspettare i corvi per mangiare. Dio si presenta a noi senza intermediari, direttamente. Dopo essersi presentato una prima volta, continua per sempre la sua presenza in noi. Si serve di noi per arrivare ….. chissà dove!

………………………………

 

LE DOMANDE (toste)

Come Dio mi si è presentato?

Dove mi ha mandato?

Cosa mi ha fatto lasciare?

Cosa mi ha detto?

Cosa …………………. ?

A chi sono inviato?

Ho la coscienza di essere inviato?

Come me la cavo?

Riconosco la presenza di Dio in me?

………………………………………………….

 

Concedici, Signore, di sentire la tua voce che ci parla. E di parlare agli altri in tuo nome. Amen

 

 

5

INCONTRO DI PREGHIERA: GESÚ DIO E UOMO PER “PROFESSIONE”

Introduzione. O Dio vieni a salvarmi. Gloria al Padre.

In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?». Ma Gesù gli disse: «Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia». Allora Giovanni acconsentì. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. Ed ecco una voce dal cielo che disse: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto».

Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto:

Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede».

Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non tentare il Signore Dio tuo». Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai». Ma Gesù gli rispose: «Vattene, satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto». Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano.                           (Mt 3, 17 – 4,11)

 

Momento di silenzio per meditare in silenzio la Parola letta

 

LA TRACCIA

Tutte le chiamate bibliche Cristo le ricapitola in sé.

Tutte le nostre chiamate Cristo non solo le ricapitola in sé, ma ci vengono dal Padre attraverso di Lui e possiamo viverle soltanto con Lui.

Per con e in Cristo.

 

LA VITA

Preghiamo Cristo che ci mostri le sue chiamate e ci dia la forza per rispondere “Eccomi”.

Preghiere personali.

Ad ogni intenzione rispondiamo: “Cristo, Signore nostro, ascoltaci”

Padre nostro.

 

LE DOMANDE

COSA “PROFESSA” DIO PER ME?

COSA “PROFESSO” IO PER LUI?

QUALI SONO I SENTIERI SU CUI DIO MI HA CONDOTTO IN QUESTO ANNO?

QUALI SONO I SENTIERI SU CUI DIO MI CHIAMA PER IL PROSSIMO ANNO?

 

MOMENTO DI SILENZIO PROLUNGATO PER MEDITARE SULLE DOMANDE E SU ALTRE COSE CHE DIO MI DICE.

 

ANCORA QUALCHE PENSIERO INDIVIDUALE A SERVIZIO DELLA FRATERNITÁ

PADRE NOSTRO

 

“Alto e glorioso Dio, illumina il cuore mio, dammi fede retta, speranza certa, carità perfetta, umiltà profondo, senno e conoscenza. Fa che io possa servire i tuoi comandamenti. Amen

Che Dio illumini la nostra professione. Amen