Gesù 48 – Secondo Matteo

 

Introduzione ripresa dal volumetto “I Vangeli dell’estate”

Lo scritto di Matteo è inserito per primo nei Vangeli. Fino a qualche anno fa si ipotizzava l’esistenza di un “Matteo aramaico” come primo scritto del nuovo testamento. Decaduta questa ipotesi la cronistoria delle composizioni mette ora Marco al primo posto. Come per gli altri libri sacri, anche per questo, la storia della composizione e molto complessa ed esula dal nostro intento. Basti dire che la redazione finale viene oggi fatta risalire, quasi unanimemente, intorno all’anno 80 d.C., probabilmente ad opera di un responsabile della comunità di Antiochia di Siria.

Importante, per una maggiore comprensione del testo, è considerare che la comunità in cui il Vangelo cresce ed a cui si rivolge è una comunità “mista”: di cristiani provenienti dal giudaismo e di altri dall’ellenismo. La fede della comunità, visto il mancato ritorno di Gesù, stava freddandosi e la comunità stessa stava rischiando la sopravvivenza. Per questo alcune tra le caratteristiche peculiari di Matteo risultano essere: la continuità della salvezza annunciata da Cristo con la storia dell’A.T., ma anche la novità assoluta dell’insegnamento di Gesù, l’importanza assoluta dell’Amore (troppi si vantavano per: origini, preghiere estatiche, visioni, conoscenza della Parola, etc.), il richiamo continuo alla vigilanza per il giudizio finale.

L’Evangelista “sceglie”, come stile per annunciare la salvezza, la narrazione. Un racconto. A differenza di altri scritti, specie le lettere di Paolo, che adottano lo stile della riflessione teologica. Di certo è un racconto dell’esperienza di fede, non è una cronaca. La teologia narrativa di Matteo può essere ricondotta a due grandi aspetti:

Comprensione di Cristo e Delineazione delle Chiesa.

Comprensione di Cristo. Gesù viene visto come Maestro autorevole: per l’insegnamento e per la sua persona. Viene per questo dato il massimo rilievo alla “catechesi” della montagna, che raccogli più discorsi. Gesù conferma con l’esempio il suo insegnamento. Per noi sono importanti: l’obbedienza alla volontà del Padre, la vita di Amore misericordioso, la sequela di Gesù. Ma Gesù è anche il Messia: guarisce, libera, salva, ha pietà … . Non un messia di potenza e di gloria come lo aspettavano, ma umile, povero, a fianco degli umili. Un Messia che suggella la sua esistenza di fedeltà al Padre sulla croce.

Delineazione della Chiesa. La Chiesa viene vista come popolo di Dio. Come comunità di chiamati, che ricevono un dono, ma anche un compito. Viene analizzata la sua struttura interna e viene tenuto conto che non si tratta di una comunità di perfetti, ma un popolo in cammino, in ricerca. Viene vista altresì come una comunità di discepoli di Cristo, aperta al mondo per portare la Parola ai confini del mondo. La Chiesa deve continuamente verificarsi alla luce del giudizio finale, della Gerusalemme celeste.

Anche per noi, oggi, uomini del terzo millennio, Matteo continua a chiamarci a comprendere Cristo, a seguirlo e ad essere Chiesa. Una Chiesa fedele, aperta, con i piedi (e le mani!) in terra e con gli occhi in cielo.

 

Gesù 48 – Matteo

È il Vangelo più commentato dai Padri della Chiesa e veniva ritenuto il più importante dalla Chiesa antica.

 

Autore

È una questione complessa. L’autore finale è sicuramente un giudeo non testimone oculare.

Scritto dopo il 70 (data della distruzione del tempio da parte dei romani).

Da collocarsi tra 80 e 90 (+-10)

Composto probabilmente ad Antiochia di Siria (ma le ipotesi sono molte).

È importante capire la comunità che sta alla base di Mt.

Mista giudeo – cristiani e gentili;

in contrasto con la sinagoga (che dopo il concilio di Jamnia (??) e dopo il 70 assunse posizioni vicine ai farisei);

Composta anche da molti ricchi (“non prendete né oro, né argento. .)

 

Riprende Marco.

Vi aggiunge lunghi discorsi di Gesù, preso dalla fonte Q e da materiale proprio.

Il materiale proprio è attinto (?) da tradizioni orali e, in misura minore creazione dell’evangelista.

È pienamente del genere “Vangelo” e si avvicina molto a biografie antiche (anche se manca di particolari quali: la struttura fisica, le caratteristiche psicologiche, etc.)

Le modifiche  di Mt nei brani di Mc riportati aiutano a capire il pensiero e l’intento di Mt.

  • Scrive in un greco più brillante, eliminando le difficoltà e rendendo più semplici le pericopi;
  • I passi che potrebbero mettere in cattiva luce personaggi della Chiesa successiva (i familiari di Gesù, gli apostoli, etc.) sono ammorbiditi;
  • descrive Gesù con molta attenzione a mettere in luce la sua messianicità eliminando qualsiasi frase che possa essere interpretata male;
  • Accentua la grandiosità dei miracoli.
  • Aggiunge il materiale di Q per mettere in evidenza Gesù maestro. Organizza i grandi discorsi secondo il suo intento teologico.

Le citazioni dell’A.T. sono riportate per il piano generale, ma anche per le singole situazioni.

Al tempo in cui Matteo scrive erano in circolazione diverse redazioni della Bibbia: LXX (in greco), testo masoretico  (TM), targumim  (che significa traduttori).

 

Il racconto è come un viaggio di Gesù dalla Galilea verso la città santa (il demonio tenterà di condurcelo fin da subito!!) per la Pasqua e poi ritorno in Galilea.

Matteo Riprende da Marco, ma scrive con un ordine ben preciso.

Linee teologiche.

Matteo scrive, soprattutto, per i cristiani provenienti dal giudaismo.

Scopo principale è dimostrare che le scritture dell’A.T. si sono compiute in Gesù.

Ma il Messia è il “ Dio con noi”.

Gesù è il Cristo e con Lui arriva il Regno di Dio.

Sarà rifiutato dai suoi ….

accolto dai pagani ….

Alla fine tornerà vittorioso!

Tutto è rappresentato sin dall’inizio: annuncio, concepimento, nascita, accoglienza dei Magi,  rifiuto di Erode, fuga in Egitto e ritorno vittorioso.

I racconti dell’infanzia di Mt e Lc, sono tardivi, ma non rispondono a curiosità o precisione storiografica; hanno un chiaro intento teologico.

 

Divisione

Vengono proposti diversi schemi: geografico (in base agli spostamenti di Gesù), cristologico  (in base alla proposta che Gesù fa di se stesso e all’accoglienza)

Lo schema seguente si basa su cinque grandi discorsi e le loro introduzioni.

Il numero 5 richiama il Pentateuco, le megilloth, le parti del salterio …

Aggiungendo alle 5 parti l’inizio e la fine si ha il numero perfetto 7.

Tema che percorre tutto il testo è: il Regno di Dio.

 

Le parti sono divise tra loro da frase tipo: “terminati questi discorsi …”

1,1-2,23

Introduzione: origine e infanzia di Gesù – il Cristo

 

3,1-7,29

Prima parte: proclamazione del regno.

Narrazione: il Battista, il Battesimo di Gesù, tentazioni, ministero in Galilea

Discorso della montagna.

 

8,1-10,42

Seconda parte: ministero in Galilea – i missionari del Regno.

Narrazione: dialogo  e nove miracoli  (guarigioni, esorcismi …)

Discorso missionario.

 

11,1-13,52

Terza parte: discussione su Gesù – i misteri del Regno.

Narrazione: Gesù e il Battista, il sabato, potere di Gesù, la sua famiglia.

Discorso parabolico.

 

13,53-18,35

Quarta parte: Cristo e la comunità – l’organizzazione del Regno.

Narrazione: rifiuto a Nazaret, moltiplicazioni dei pani , guarigioni, confessione di Pietro , predizioni della passione, trasfigurazione  ….

Discorso ecclesiale

 

19,1-25,46

Quinta parte: viaggio a Gerusalemme e ministero – la consumazione del Regno.

Narrazione: dialogo, terza predizione della passione, ingresso a Gerusalemme   ….

Discorso escatologico

 

26,1-28,20

Passione, morte e risurrezione di Gesù

Lettura

1,1-25 Genealogia di Gesù

Dio prepara la storia di Gesù fin da Abramo.

Per tutti viene usato il verbo “generò” …

Non per Giuseppe, ma viene usato “da Maria nacque…”.

Una creazione nuova.

Vi sono cinque donne: straniere, alcune di discutibili costumi ….

La salvezza è per tutti.

Gesù è figlio di Abramo e, soprattutto di David.

Si alternano uomini grandi e uomini mediocri a fasi alterne, come la storia e come la luna (ciclo di 14 – che è anche la cifra di David).

Giuseppe è giusto perché vive la Torah.

14 generazioni è il numero di Davide.

Giuseppe dando il nome a Gesù lo annette alla dinastia davidica  (di cui, peraltro, fa parte anche Maria).

Il capitolo 1 ci dice chi è  Gesù e come è stato pensato e generato da Dio.

Gesù: Jahweh salva – Emmanuele: Dio con noi.

Dio si fa uomo e salva l’uomo.

 

2 Nascita e destino di Gesù.

Tutto ricollega all’A.T.

Chi conosce la scrittura non avverte l’arrivo del Messia, chi è attento ai segni della natura sì.

I magi  che sono gentili (?) riconoscono il Figlio di Dio (Re dei Giudei) come farà Pilato.

Paralleli tra: Giuseppe e Giuseppe figlio di Giacobbe: fuga in Egitto per salvare tutto il popolo;

Gesù e Mosè: salvato dalle acque e dalla strage di bambini – il faraone si consultiva con i saggi come Erode con i magi;

il perfido re Balak consulta Balaam (Nm 22-24) che vede invece la stella del re davidico;

la strage degli innocenti e Rachele coi suoi figli.

Il capitolo 2 ci dice il dove della nascita di Gesù.

Ci conducono a Gesù i segni dal cielo e la Sacra Scrittura.

Sono importanti i tre sogni (come quando incontreremo il sogno della moglie di Pilato), sembra che Dio intervenga personalmente per salvare Gesù e il progetto di salvezza.

L’annuncio rivolto ai pagani.

 

 

3-4

Giovanni predica un battesimo per la conversione.

Ma il percorso deve essere sincero e niente è automatico. Nascita, tradizione, cultura, non contano … ogni albero che non porta frutto sarà tagliato.

Gesù si fa battezzare per stare nelle regole.

Il battesimo di Giovanni è diverso dalle abluzioni che si facevano da soli. È un altro che battezza.

Le tentazioni sono le stesse che Gesù incontrerà lungo il suo ministero.

Diventare re

Potenza

Pane per sconfiggere la fame (Gesù lo moltiplicherà per gli altri).

Gesù fa la volontà del Padre e satana si allontana. Gli angeli lo servano come sarà per l’era messianica.

Va in Galilea e chiama gli apostoli. Si intravede la missione ai pagani.

In Matteo anche le apparizioni ed il mandato agli apostoli avverranno in Galilea.

La sequela è sulla sua persona, non sulle parole o sulle opere. Gli apostoli seguono Gesù prima di tutto.

E noi?

Inizia l’annuncio del Regno. È vicino, come a dire si è avvicinato!

Gesù predica e guarisce.

Ci annuncia il Regno e lo rende presente agendo sulle nostre problematicità.

 

5-7

È il cuore del messaggio di Cristo.

Insieme alla Torah di Mosè è l’insegnamento per eccellenza.

Le categorie sono più spiritualizzate rispetto a Luca.

Evidentemente la comunità di Matteo annoverata molti che non erano estremamente poveri e si pose il problema teologico.

Va meditato parola per parola.

7,12 è la “regola d’oro”. In tutti i testi sacri di tutte le religioni è scritta.

È il compendio di tutta la morale.

Tema centrale: la giustizia superiore.

Gesù non abroga o sostituisce la Torah, la “intensifica”.

È un brano che non si può commentare occorre meditazione,  parola per parola.

 

8-9

Una serie di miracoli attesta implicitamente la messianicità di Gesù.

Gesù guarisce e libera i poveri. Se arriva la folla passa all’altro riva.

Ha potere sulle nostre malattie e sui nostri condizionamenti e blocchi.

Gesù seda la tempesta. È il primo miracolo sulla natura. Anche se gli apostoli non avevano fede.

Rimette i peccati. E condivide, tranne il peccato, la vita dei peccatori.

La fede di crede in Lui comporta, non solo la salute, ma anche la salvezza.

 

10

Discorso missionario

Gesù dà istruzioni agli apostoli.

Pietro è primo.

È il brano su cui Francesco fondò la sua vocazione.

“Questo voglio… questo desidero …”

Gesù dà agli apostoli la sua stessa autorità. Guarite i malati, scacciate i demòni, risuscitate i morti …

Fate tutto gratuitamente.

La sequela non ammette mezze misure.

E, sicuramente,  sarà fonte di rotture, scontri e persecuzioni.

 

11-12

Gesù e il Battista. Un rapporto importante.

Chi siete andati a vedere …. ?

Sono capitoli che annunciano Gesù come Cristo.

Conta la fede!

Non la nazionalità, la parentela, ….

I “piccoli” entrano nel mistero.

Essere battezzati, aver ricevuto un’educazione cristiana è un grande dono, ma non la garanzia di salvezza. Anzi, richiede un grande impegno.

11,25 ss tra le pagine più belle della Bibbia.

La sequela è “dolce”.

Gesù è delicato.

L’umanità di Gesù è più grande del tempio. La “dimora”.

11,28 una delle affermazioni più importanti del Vangelo: è giunto a voi il Regno di Dio.

 

Credere che Gesù venga dal demonio è la bestemmia contro lo Spirito Santo.

Si delineano le cerchie di persone: i farisei, scribi etc.; le folle; i pagani; i familiari; i discepoli…

Noi, nel tempo, apparteniamo a tutte.

Molti chiedono a Gesù un segno per la propria vita, ma poi non vogliono cambiarla.

Unico segno di Gesù per noi è la croce. Chi crede alla croce, e la porta, è salvo.

 

13,1-52

Discorso parabolico.

È importante la differenza tra la parabola e l’allegoria. La prima è un racconto fittizio, ma verosimile dove è importante il messaggio, mentre i dettagli hanno funzione ornamentale. La seconda è una serie di metafore Dove i dettagli sono importanti. I racconti a volte vedono i due generi intrecciati.

Gesù parla in parabole. Il seminatore, la zizzania, il tesoro nascosto, la perla preziosa…

È l’ennesimo spartiacque per far capire chi accetta e chi rifiuta, come i terreni che ricevono il seme. E, fino alla fine, non si può sradicare il male. Ma chi trova il tesoro e vende tutto diventa maestro di vita.

Molti esegeti individuano proprio in Matteo lo scriba per il Regno.

 

13,53-17,27

Il rifiuto a Nazaret spiega perché Gesù si concentra sui discepoli.

Da questi nascerà la Chiesa.

Il discepoli sono raffigurati in una luce più benevola rispetto a Marco.

Gesù sfugge a Erode e sfama la folla. Non basta parlare alla gente occorre dargli da mangiare.

Dopo la tempesta sedata i discepoli adorano Gesù.

Per la Chiesa non serve camminare sulle acque,  bisogna far salire Gesù.

Mentre Gesù guarisce i malati, ma i farisei disputano con Lui.

 

Gesù predica una “intensificazione” della Torah. Togliendo le norme superflue della tradizione orale dei rabbini.

Noi superiamo i nostri schemi?

Alle questioni poste da farisei e sadducei Gesù propone sempre miracoli.

Propone, per la fine, il segno di Giona.

I discepoli, però, devono stare alla larga dalla lievito dei farisei.

E devono a  vere la “giusta idea” di Lui.

Chi dite…?

Su Pietro nascerà la Chiesa. Non per merito suo, ma perché è stato scelto.

Fino in fondo!

David voleva costruire la casa a Dio ed ottiene la promessa di un suo figlio sul trono.

Su chi riconosce il Figlio si fonda la casa.

Prima però è necessaria la Pasqua.

Occorre che i discepoli riconoscano il valore della croce.

Di Cristo e loro!

La Trasfigurazione riprende il discorso della rivelazione a Mosè sul monte Sinai è completa la rivelazione di Gesù iniziata con l’angelo a Giuseppe, poi col battesimo, la professione di Pietro a Cesarea e quella degli Apostoli dopo che Gesù aveva camminato sulle acque.

Meditiamo la Trasfigurazione.

Gli Apostoli non hanno ancora fede per operare prodigi.

Gesù pagando poi il tributo si “assoggetta” alle leggi degli uomini. È un uomo.

 

18

Discorso ecclesiale

Gesù non parla tanto di strutture, ma di grandi valori che animano (o dovrebbero!) la comunità.

E parla pure dei rischi di rottura insiti nella comunità stessa.

Servizio, perdono, particolare attenzione a chi resta indietro….

E allora il Regno diventa presente.

“Dove due o tre….”

Gesù parla di valori comunitari pratici: il perdono prima di tutto. Settanta volte, cioè sempre.

Il non giudicare, il non mettersi al di sopra degli altri.

 

19-23

Il discorso si stringe. O di qua o di là.

Se vuoi essere perfetto …. allora…

Chi ha lasciato tutto avrà cento volte tanto già quaggiù. Meditiamo su questa ricompensa attuale.

È la pace interiore.

Gli scontri si fanno aspri. Gesù pronuncia i “guai”.

Predice ancora la passione.

Dio non vuole che qualcuno resti fuori. Anche all’ultimo sarà data la paga.

Noi, molto spesso, siamo escludenti.

 

Al terzo annuncio della passione gli apostoli pensano piuttosto a chi sarà il più grande.

Alla destra e alla sinistra di Gesù “siederanno” due ladroni.

 

Entra, finalmente, in Gerusalemme.

Otto capitoli sono dedicati da Matteo per raccontare, e commentare teologicamente, l’ultima settimana della vita terrena di Gesù. È l’annuncio della Pasqua

Gesù viene proclamato con Osanna al Figlio di Davide.

In effetti, a Gerusalemme, di lì a poco diventerà re, ma dell’universo.

Gesù non si trincera dietro una falsa umiltà (come accade spesso a noi), ma lascia che la verità venga proclamata.

“Purifica” il tempio.

Si avvicina la fine, vedi il fico.

Stare con Gesù, alla fine, significa dare la vita. In tutti i sensi.

Gesù fino alla fine tenta di salvare gli uomini. Con parabole, discorsi, prodigi etc.

Ma l’uomo non vuol sentire. Prima uccide i servi, poi il figlio.

Gesù invita sempre, c’è posto per tutti, ma occorre avere “almeno” l’abito della festa.

L’uomo spesso non pensa a seguire Gesù, ma a sfidarlo sulle questioni della vita.

Domandiamo, …. ma poi non siamo capaci a rispondere.

Gesù pronuncia una serie di “guai” per scribi e farisei.

“Parlano bene, razzolano male”.

La Torah è giusta, ma la sua applicazione è scaduta.

Conclude i “guai” col dire, non mi vedrete più finché direte: “Benedetto colui che viene ….”

 

24

Discorso escatologico.

Gli apostoli, come ognuno di noi, hanno due desideri mondani: sapere come andrà a finire e essere privilegiati.

Gesù prende spunto dalla domanda per parlare del fine è non della fine.

La parola d’ordine è: vigilanza.

Chi persevererà fino alla fine …

I giorni della tribolazione saranno abbreviati grazie ai santi!

Meditiamo su questo.

Due uomini saranno …. uno sarà preso e l’altro lasciato.

Conta il cuore con cui si fanno le cose!

 

25

Parabole sulla fedeltà nell’attesa.

Le vergini sagge e stolte. La parabola delle vergini  (che come tutte le parabole ha un solo messaggio) è chiara. Tutte dormono, è umano. Solo alcune si sono preparate!

I talenti.

Il giudizio sull’amore.

Gesù conclude la sua missione spiegando quale sarà il discrimine: come avremo accolto gli ultimi.

 

 

26,1-29

Ultima cena.

Continuano gli accostamenti tra Matteo e l’A.T.

L’acquisto del campo rimanda a Zaccaria.

Matteo è meno severo con gli apostoli.

C’è l’angosciante domanda: “Sono forse io.”

Matteo non nasconde che il traditore (colui che consegna) è “uno dei dodici”.

Gesù ci lascia il più grande dono: l’Eucaristia.

 

26,30-27,56

Al Getsemani

Gesù non è solo, il Padre potrebbe inviare 12 legioni (72000) di angeli

È un racconto da togliere il fiato.

I discepoli scappano.

Il processo

Vengono citati due testimoni sulla frase della distruzione del tempio. Questa frase insieme al dichiararsi figlio di Dio è la bestemmia.

Nessuno dei discepoli e dei seguaci si presenta per testimoniare in favore, anzi….

Pietro rinnega, in un crescendo: prima assicura, poi giura, poi …..

 

Continuano gli accostamenti tra Matteo e l’A.T.

Giuda consegna Gesù  (come Giuda vendette Giuseppe)

La moglie di Pilato ha un sogno, come i racconti dell’infanzia.

Gli uomini presenti dicono sempre la stessa cosa: “scendi dalla croce … e crederemo!”

È la tentazione di sempre.

Gesù è re dei Giudei come annunciano i magi.

La crocifissione e morte

Anche i soldati di guardia sono testimoni pagani.

Matteo aggiunge il terremoto e la risurrezione di santi.

Alla nascita vi fu un segno in cielo, alla morte vi sono segni in terra e sotto terra.

Sono i segni del giorno di Jahweh.

 

27,57-28,20

Sepoltura, risurrezione e apparizioni

La sepoltura è strettamente collegata alla morte.

Giuseppe di Arimatea era un ricco Discepolo.

La sequenza è di cinque scene che si alternano in favorevoli e sfavorevoli.

Come alla nascita.

I racconti della risurrezione variano da un vangelo all’altro.

 

Tutto riparte dalla Galilea dove tutto era cominciato.

Andate ….

Fate discepoli

Battezzate nel nome (non nei nomi!!) del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo – è la Trinità.

Io sono (Jahweh) con voi.

Dio è sempre “altro”, ma sempre vicino.

 

GESÚ RISORTO OGGI ANNUNCIA APPARE A ME.

MI INVIA.

GARANTISCE LA SUA PRESENZA PER SEMPRE.

Amen