IO TI DICO, ALZATI                                  4 maggio 2012

 

CAPITOLO 4 (vv. 35-41)

La tempesta sedata

In quel medesimo giorno, verso sera, disse loro: «Passiamo all’altra riva». E lasciata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che moriamo?». Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?».

Capitolo 5

L’indemoniato geraseno 

Intanto giunsero all’altra riva del mare, nella regione dei Gerasèni. Come scese dalla barca, gli venne incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo. Egli aveva la sua dimora nei sepolcri e nessuno più riusciva a tenerlo legato neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva sempre spezzato le catene e infranto i ceppi, e nessuno più riusciva a domarlo. Continuamente, notte e giorno, tra i sepolcri e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi, e urlando a gran voce disse: «Che hai tu in comune con me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito immondo, da quest’uomo!». E gli domandò: «Come ti chiami?». «Mi chiamo Legione, gli rispose, perché siamo in molti». E prese a scongiurarlo con insistenza perché non lo cacciasse fuori da quella regione. Ora c’era là, sul monte, un numeroso branco di porci al pascolo. E gli spiriti lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti immondi uscirono ed entrarono nei porci e il branco si precipitò dal burrone nel mare; erano circa duemila e affogarono uno dopo l’altro nel mare. I mandriani allora fuggirono, portarono la notizia in città e nella campagna e la gente si mosse a vedere che cosa fosse accaduto. Giunti che furono da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto tutto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo pregava di permettergli di stare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Và nella tua casa, dai tuoi, annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ti ha usato». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli ciò che Gesù gli aveva fatto, e tutti ne erano meravigliati.

Guarigione dell’emorroissa e risurrezione della figlia di Giairo

Essendo passato di nuovo Gesù all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla, ed egli stava lungo il mare. Si recò da lui uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, vedutolo, gli si gettò ai piedi e lo pregava con insistenza: «La mia figlioletta è agli estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva». Gesù andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Or una donna, che da dodici anni era affetta da emorragia e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita». 29E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male. Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi mi ha toccato il mantello?». I discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che ti si stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato?». Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Gesù rispose: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Và in pace e sii guarita dal tuo male». Mentre ancora parlava, dalla casa del capo della sinagoga vennero a dirgli: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, continua solo ad aver fede!». E non permise a nessuno di seguirlo fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava. Entrato, disse loro: «Perché fate tanto strepito e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». Ed essi lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della fanciulla e quelli che erano con lui, ed entrò dove era la bambina. Presa la mano della bambina, le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico, alzati!». Subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare; aveva dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. Gesù raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e ordinò di darle da mangiare.

 

Gesù opera miracoli. Accompagna sempre la sua Parola con le opere. Nello stesso giorno.

Di certo una tempesta sul lago di Genezaret, per la sua posizione, doveva essere spaventosa. Un po’ come le tempeste della nostra vita.

A volte anche a noi ci sembra che Gesù dorme. Lo abbiamo conosciuto, lo abbiamo accolto per come ci si è presentato, ha fatto tante opere per noi. Adesso dorme e noi abbiamo paura.

Svegliare Gesù è già una preghiera. Avere paura è mancanza di fede. “Ancora …?”

All’ennesimo gesto di Gesù nasce in noi la domanda sul suo essere profondo: Chi è?

È una domanda lacerante per tutta la nostra vita di fede: chi è per me Gesù?

La domanda che vale una vita.

 

Gesù nel suo essere intimo è Signore, non solo della natura e dell’uomo, ma anche delle forze del male. Domina una “legione” (termine militare che indicava almeno 6000 uomini).

Qui entrano in gioco le negatività.

1.       I pagani. Non a caso i demoni non vogliono andare fuori regione, perché vogliono restare nelle terre dei non appartenenti al popolo. Infatti entrano nei porci: animale di cui era proibito l’allevamento per gli ebrei.

2.       I demoni. Il male assoluto. Riconoscono il Figlio di Dio, ma Lui non gli permette di annunciarlo. La liberazione da questi deve essere annunciata. L’uomo non può seguire Gesù, ma basta che evangelizzi i suoi parenti.

3.       Una malata di emorragia. Era considerata grave impurità. Per questo si mescola tra la folla. Tocca Gesù di nascosto quasi sperando in una magia. Ma Gesù salva attraverso la fede, non attraverso pratiche magiche.

4.       La morte. La figlia di un capo religioso muore. La gente ha fede in Gesù guaritore, ma la risurrezione, secondo loro, non gli spetta. “Perché disturbi?”. Per Gesù la morte è un sonno. Niente di più.

 

E NOI?

Gesù viene dentro le mie negatività. Tutte.

Dentro il mio non credere.

Dentro i miei demoni

Dentro le mie malattie.

Dentro la mia morte.

 

Questo è l’annuncio meraviglioso.

A me la palla …..

 

COME STA GESÚ DENTRO:

 

LA MIA NON FEDE?

LA MIA NON LUCE?

LA MIA NON SALUTE?

LA MIA NON VITA?

 

PROVIAMO A VINCERE IL DEMONE DELLE RISPOSTE SCONTATE.

 

O Signore, fa che la mia fede sia più forte delle mie notti, più forte dei miei dubbi, più forte delle mie tristezze, più forte della mia morte. Amen