IL SEGNO 01 giugno 2012
Capitolo 8 (vv. 1-26)
Seconda moltiplicazione dei pani
In quei giorni, essendoci di nuovo molta folla che non aveva da mangiare, chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione di questa folla, perché già da tre giorni mi stanno dietro e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle proprie case, verranno meno per via; e alcuni di loro vengono di lontano». Gli risposero i discepoli: «E come si potrebbe sfamarli di pane qui, in un deserto?». E domandò loro: «Quanti pani avete?». Gli dissero: «Sette». Gesù ordinò alla folla di sedersi per terra. Presi allora quei sette pani, rese grazie, li spezzò e li diede ai discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; dopo aver pronunziata la benedizione su di essi, disse di distribuire anche quelli. Così essi mangiarono e si saziarono; e portarono via sette sporte di pezzi avanzati. Erano circa quattromila. E li congedò. Salì poi sulla barca con i suoi discepoli e andò dalle parti di Dalmanùta.
I farisei domandano un segno dal cielo
Allora vennero i farisei e incominciarono a discutere con lui, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova. Ma egli, traendo un profondo sospiro, disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità vi dico: non sarà dato alcun segno a questa generazione». E lasciatili, risalì sulla barca e si avviò all’altra sponda.
Il lievito dei farisei e di Erode
Ma i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un pane solo. Allora egli li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!». E quelli dicevano fra loro: «Non abbiamo pane». Ma Gesù, accortosi di questo, disse loro: «Perché discutete che non avete pane? Non intendete e non capite ancora? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite ? E non vi ricordate, quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Dodici». «E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Sette». E disse loro: «Non capite ancora?».
Guarigione di un cieco a Betsaida
Giunsero a Betsàida, dove gli condussero un cieco pregandolo di toccarlo. Allora preso il cieco per mano, lo condusse fuori del villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?». Quegli, alzando gli occhi, disse: «Vedo gli uomini, poiché vedo come degli alberi che camminano». Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente e fu sanato e vedeva a distanza ogni cosa. E lo rimandò a casa dicendo: «Non entrare nemmeno nel villaggio».
Dopo tanti miracoli e tanti segni che Gesù ha dato i farisei domandano ancora un segno.
Su questo possiamo fermarci.
Chiediamo a Gesù non solo di sfamarci, di darci la vista, l’udito etc. vogliamo proprio una garanzia assoluta che Lui venga da Dio. Questo chiedevano i farisei, non un semplice miracolo, ma un segno divino che testimoniasse la presenza di Dio. La loro certezza era che Gesù non ci fosse riuscito ed allora avrebbero dato ragione alla loro incredulità. E noi?
Questa nostra generazione, che sta vivendo un momento durissimo sotto molti aspetti ed un momento di passaggio, di transizione, cioè di crisi, sta chiedendo molti segni. E dove c’è qualche indizio la gente si precipita.
Ma la nostra è una sfida peggiore di tutte le nostre paure.
Marco conclude che nessun segno sarà dato. Per gli altri evangelisti l’unico segno concesso sarà il segno di Giona.
L’unico segno è la Croce. Attraverso la croce Gesù si rivela per quello che è.
La croce non lascia scampo: prendere o lasciare.
QUALI SEGNI CHIEDIAMO A GESÚ?
IN QUALI MOMENTI DELLA NOSTRA VITA LI CHIEDIAMO?
VIVIAMO VERAMENTE TENENDO LA CROCE ALL’ORIZZONTE?
O Signore aiutaci ogni giorno a vedere il segno di Giona. A vedere nella croce la tua presenza di salvezza. Amen.