ORDINE FRANCESCANO SECOLARE

Fraternità di Castel del Piano - Perugia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pensieri per l’estate

Una lettura del Vangelo di Luca

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


UNA BREVE INTRODUZIONE

Luca è autore di due libri, pilastri, della nostra fede: il Vangelo e gli Atti degli Apostoli.

Luca in pratica si pone al “terzo posto” dopo altri testimoni: tradizioni orali ed altri scritti “altri han messo mano”. I suoi destinatari sono chiaramente i cristiani che non hanno conosciuto né Cristo né la prima generazione di apostoli. Luca è un medico di una città della Siria, Antiochia; celibe e discepolo di Paolo. Nel libro degli Atti il racconto è in terza persona fino ad un certo punto, poi passa in prima persona, segno della presenza di Luca e della sua testimonianza diretta.

Il libro è stato scritto intorno agli anni 80/85 in una comunità cristiana fuori della Palestina (alcuni ipotizzano la Grecia meridionale, Corinto). Luca usa come fonti: il Vangelo di Marco, una fonte Q (abbreviazione dal tedesco di Quelle che significa appunto: fonte) ed altri scritti minori.

Il “nostro” Vangelo ci rimarrà di importanza straordinaria per averci regalato il grande mistero del Natale. L’autore rivive, dopo la Pasqua, gli eventi della nascita del Figlio: infatti è l’unico posto del N.T. ove Gesù viene chiamato “Salvatore”. Il Vangelo dell’infanzia è quasi un Vangelo nel Vangelo.

Il libro è un viaggio verso Gerusalemme, la metà per cui Gesù è venuto nel mondo.

Il viaggio conosce solo una sosta: la parte centrale ove vengono presentati i discorsi e le parabole.

Gesù viene presentato con due schemi ben precisi: il profeta e il salvatore.

Il profeta. Gesù apre subito con il libro di Isaia: “lo Spirito del Signore è su di me”

La sua vita è un’azione profetica. Il grande incontro con i due profeti per eccellenza: Mosè ed Elia lo testimonia. La voce del Padre testimonia a favore di Gesù. Non a caso gli altri scompaiono e rimane Gesù solo. La voce di Dio adesso è solo Gesù. Il profeta è la voce di Dio: “colui che parla a nome di un altro”. Cristo è la voce di Dio: il Verbo di Dio.

Il Salvatore. Gesù viene per portare la liberazione integrale dell’uomo, di tutto l’uomo, di tutti gli uomini. Cristo è l’uomo nuovo. Porta un nuovo modello di uomo. Così gli apostoli e i discepoli di ogni tempo, per seguirlo, dovranno diventare uomini nuovi.

Luca si rende conto che per i ricchi è difficile il cammino: troppe cose hanno da lasciare, troppe certezze, troppi appoggi …. . Il messaggio di Luca si rivolge allora ai poveri: viene detto appunto il Vangelo dei Poveri. Già il Magnificat di Maria spalanca le porte ai poveri in spirito.

Le apparizioni di Gesù risorto, narrate da Luca, sono tutti a Gerusalemme. Tutto converge verso Gerusalemme, verso la Pasqua. Da questa tutto riparte, tutto ricomincia. Da Gerusalemme inizia il tempo della Chiesa: inizia il racconto degli Atti, inizia il nostro tempo.

Sapremo accogliere il Cristo di Luca, Profeta e Salvatore, se sapremo ascoltare la sua Parola ed accettare il suo dono di salvezza. Potremo fare questo se ci faremo poveri.

 

 

 

 

 

Leggiamo il Vangelo di Luca

In questa estate cammineremo con Gesù nel suo viaggio. È un viaggio verso la Pasqua. Passa necessariamente attraverso la Croce, ma con la Croce porta alla vita.

Leggeremo un brano al giorno, di qualche riga per leggerci dentro la storia di Gesù e la nostra giornata e compiere così l’intero percorso. Le riflessioni sono settantasette, a partire dal sabato dopo l’incontro di preghiera di fine anno fino all’ultimo venerdì che coincide con la ripresa. La lettura del venerdì conclude i capitoli e, durante l’incontro, metteremo insieme le nostre esperienze, fermando dei punti precise per ripartire nella settimana successiva.

La nostra lettura avrà lo sguardo di chi guarda sorgere il sole in montagna. Non lo sguardo scientifico degli astronomi, non lo sguardo magico degli astrologi, ma lo sguardo pieno di stupore che hanno i bambini.

Ci aiutino, nel vedere, la Vergine, San Francesco e Santa Chiara.

 

Tabella di marcia: leggeremo 24 capitoli, 1150 [+1] versetti, in 11 settimane, 77 giorni

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pensieri per l’estate

 

Introduzione

O Dio vieni a salvarmi. Signore vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio.

 

Preghiera

O Gesù Cristo, che ci hai detto: “Pace a voi” fa che non siamo presi dalla paura, ma la gioia ci riempia ogni giorno nel vederti, nel toccarti, nell’amarti. Amen

 

LETTURA

Leggiamo con molta calma le poche righe.

Teniamo presente due aspetti: cosa dice la scrittura? Cosa MI dice la scrittura?

 

COMMENTO

Leggiamo con attenzione il commento.

 

SILENZIO E MEDITAZIONE

Ci fermiamo solo un minuto a meditare le cose che più ci prendono in questo momento della nostra vita.

 

DOMANDA

Leggiamo la domanda che ci viene posta. Rispondiamo a noi stessi con sincerità.

 

PAROLA

Viene proposta una parola per mettere al centro della giornata. Teniamola nel cuore.

 

Preghiera

O Gesù Cristo tu ci attendi, come il padre misericordioso della parabola, ci attendi ogni giorno sulla porta anche quando ci siamo allontanati da te e, appena ci vedi, corri ad abbracciarci. Abbracciaci anche oggi. Amen

 

CONCLUSIONE

Il Signore ci benedica e ci custodisca.

Ci mostri il suo volto e abbia misericordia di noi.

Volga a noi il suo sguardo e ci dia pace.

Il Signore ci benedica.

 

(cfr. Benedizione di San Francesco a Frate Leone)

 

 

 

 

 

Sabato 23 giugno

 

VANGELO SECONDO LUCA

 

Capitolo 1

1Poiché molti han posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi, 2come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni fin da principio e divennero ministri della parola, 3così ho deciso anch’io di fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi e di scriverne per te un resoconto ordinato, illustre Teòfilo, 4perché ti possa rendere conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.

5Al tempo di Erode, re della Giudea, c’era un sacerdote chiamato Zaccaria, della classe di Abìa, e aveva in moglie una discendente di Aronne chiamata Elisabetta. 6Erano giusti davanti a Dio, osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. 7Ma non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.

8Mentre Zaccaria officiava davanti al Signore nel turno della sua classe, 9secondo l’usanza del servizio sacerdotale, gli toccò in sorte di entrare nel tempio per fare l’offerta dell’incenso. 10Tutta l’assemblea del popolo pregava fuori nell’ora dell’incenso. 11Allora gli apparve un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. 12Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. 13Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni. 14Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita, 15poiché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre 16e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. 17Gli camminerà innanzi con lo spirito e la forza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto». 18Zaccaria disse all’angelo: «Come posso conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanzata negli anni». 19L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele che sto al cospetto di Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annunzio. 20Ed ecco, sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, le quali si adempiranno a loro tempo». 21Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. 22Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto.

23Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. 24Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: 25«Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna tra gli uomini».

 

Anche noi, tante volte, abbiamo sentito parlare di Gesù: catechesi, incontri, omelie … adesso sembra che Luca abbia scritto proprio per noi un “resoconto ordinato perché ci rendiamo conto della solidità degli argomenti.

Il racconto inizia subito con l’impossibile che diventa possibile. Restiamo muti finché l’impossibile diventa possibile in noi. Inizia il nostro cammino verso l’impossibile! Dio ci invita a camminare verso la novità, ci toglie anche la nostra vergogna.

DIO PROMETTE DI FARE GRANDI COSE CON ME, SONO PRONTO?

Parola: OPPORTUNITÁ

 

 

 

 

Domenica 24 giugno

 

26Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». 29A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. 30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

34Allora Maria disse all’angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». 35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. 36Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: 37 nulla è impossibile a Dio ». 38Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l’angelo partì da lei.

39In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? 44Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. 45E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore».

 

“Nulla è impossibile a Dio!”. Quello che a noi sembra utopia (letteralmente “senza luogo”) non è così per Dio. In Dio tutto può aver luogo. Dio È il luogo. Oggi poniamo l’attenzione però sull’unica cosa che può fermare l’opera di Dio in noi: il nostro “no”. Dio infatti, per operare in noi, chiede il nostro permesso. Aspetta il nostro “sì”.

L’ONNIPOTENTE NON FA NULLA IN NOI SENZA DI NOI. SIAMO COSCIENTI DI QUESTA IMPORTANZA?

Parola: RESPONSABILITÁ

 

 

Lunedì 25 giugno

 

46Allora Maria disse: « L’anima mia magnifica il Signore 47e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, 48perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. 49Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome: 50 di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. 51Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; 52 ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; 53 ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi. 54 Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, 55come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre». 56Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

57Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. 58I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva esaltato in lei la sua misericordia, e si rallegravano con lei. 59All’ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria. 60Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». 61Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». 62Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. 63Egli chiese una tavoletta, e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. 64In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. 65Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. 66Coloro che le udivano, le serbavano in cuor loro: «Che sarà mai questo bambino?» si dicevano. Davvero la mano del Signore stava con lui.

 

Ogni “sì” che diciamo a Dio è un inizio assoluta. Un fatto mai visto prima. Una nuova creazione. Un fatto mai udito prima. Dio rovescia tutto. Innalza, abbassa …. tutto il contrario di come era fino ad allora. Ci dà un nome nuovo. Come nessuno della nostra famiglia. Siamo nuovi. Tutto il nostro passato, utile bagaglio, resta in penombra. “Non ricordate più le cose passate, faccio una cosa nuova”.

CAMMINO CON DIO, OGGI, COME UN INIZIO ASSOLUTO O COME LA “SOLITA ZUPPA”?

Parola: NOVIITÁ

 

 

Martedì 26 giugno

 

67Zaccaria, suo padre, fu pieno di Spirito Santo, e profetò dicendo: 68« Benedetto il Signore Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, 69e ha suscitato per noi una salvezza potente nella casa di Davide, suo servo, 70come aveva promesso per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo: 71salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. 72 Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, 73 del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, 74di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, 75in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. 76E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, 77per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati, 78grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, per cui verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge 79 per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace». 80Il fanciullo cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.

 

Dio prepara per ogni uomo una missione “alta”. Ognuno di noi è chiamato ad essere “profeta dell’Altissimo per andare innanzi al Signore a preparargli le strade”. Siamo chiamati anche oggi ad annunciare il Signore che viene. Tra la chiamata e l’annuncio effettivo ci possono essere però giorni da trascorrere nelle regioni deserte. Nel silenzio, in quello che può sembrarci un nulla. Se ci stiamo allora ci prepariamo per passare la dalla chiamata all’annuncio.

RICONOSCO OGNI GIORNO LA MIA CHIAMATA NELLA VITA?

Parola: PREPARAZIONE

 

 

 

 

 

 

Mercoledì 27 giugno

 

Capitolo 2

1In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. 2Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. 3Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. 4Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, 5per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. 6Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. 7Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo. 8C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. 9Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, 10ma l’angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. 12Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». 13E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva:

14«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama».

15Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». 16Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. 17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. 19Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. 20I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. 21Quando furon passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima di essere concepito nel grembo della madre.

 

La nascita di Gesù tiene unita ogni cosa. Non esclude niente. Si inserisce in pieno in un evento storico come il censimento: quasi che Dio si faccia contare dagli uomini, ma allo stesso tempo supera infinitamente la storia. Si rivela alle persone semplice, umili, ma anche “poco di buono” come i pastori, ma supera infinitamente l’evento. Uomini e angeli stanno insieme dentro questo evento. Tutto è unito. La storia e l’eternità, la terra e il cielo.

LA FIGURA DI GESÚ UNIFICA DENTRO DI ME LE PARTI PIÚ DISTANTI?

Parola: E (intesa come congiunzione)

 

 

Giovedì 28 giugno

 

22Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, 23come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; 24e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore. 25Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d’Israele; 26lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. 27Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, 28lo prese tra le braccia e benedisse Dio: 29«Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; 30perché i miei occhi han visto la tua salvezza, 31preparata da te davanti a tutti i popoli, 32luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele».

33Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. 34Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione 35perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima». 36C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, 37era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. 38Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. 39Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazaret. 40Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.

 

Gesù deve adempiere ogni cosa che spetta agli uomini del suo tempo (e di ogni tempo) allora viene presentato al Tempio. Si noti che l’offerta sono i colombi, segno della povertà della famiglia. Nella sua normale umanità si evidenzia la sapienza e la grazia di Dio che sono su di Lui. Per questo Gesù ci appare da un lato come noi, dall’altro restiamo meravigliati per le cose che si dicono di Lui. Per questo Suo essere infinitamente uguale a noi, ma anche infinitamente diverso da noi è per noi un segno di contraddizione. Quando lo incontriamo si creano sempre in noi delle crisi, delle divisioni: “segno di contraddizione”. Benedette queste illuminazioni sui nostri lati oscuri.

QUALI SONO LE FERITE CHE LA SPADA DI CRISTO HA PROVOCATO DENTRO DI ME?

Parola: LUCE

 

 

Venerdì 29 giugno

 

41I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. 42Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l’usanza; 43ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. 44Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; 45non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. 46Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. 47E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. 48Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». 49Ed egli rispose: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». 50Ma essi non compresero le sue parole. 51Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. 52E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

 

Quando abbiamo dentro di noi un Gesù piccolo, allora lo coccoliamo con l’entusiasmo e l’enfasi. Quando cresce un po’ allora pensiamo di poterlo presentare a Dio Padre e dire “ecco il nostro Gesù”. Ma subito ci sparisce, non lo troviamo più, ci disperiamo … e alla fine lo troviamo a parlare alle nostre certezze e ad ammaestrarle, cioè a trasformarle. Gesù va accettato per dove si trova e non cercato per riportarlo sulla nostra strada.

NEL MIO INTIMO QUALE CRISTO VI ABITA?

Parola: MATURAZIONE

 

 

Sabato 30 giugno

 

Capitolo 3

1Nell’anno decimoquinto dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell’Abilène, 2sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. 3Ed egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, 4com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! 5Ogni burrone sia riempito, ogni monte e ogni colle sia abbassato; i passi tortuosi siano diritti; i luoghi impervi spianati. 6Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio! 7Diceva dunque alle folle che andavano a farsi battezzare da lui: «Razza di vipere, chi vi ha insegnato a sfuggire all’ira imminente? 8Fate dunque opere degne della conversione e non cominciate a dire in voi stessi: Abbiamo Abramo per padre! Perché io vi dico che Dio può far nascere figli ad Abramo anche da queste pietre. 9Anzi, la scure è già posta alla radice degli alberi; ogni albero che non porta buon frutto, sarà tagliato e buttato nel fuoco». 10Le folle lo interrogavano: «Che cosa dobbiamo fare?». 11Rispondeva: «Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». 12Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare, e gli chiesero: «Maestro, che dobbiamo fare?». 13Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». 14Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi che dobbiamo fare?». Rispose: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, contentatevi delle vostre paghe». 15Poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo, 16Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 17Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel granaio; ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile». 18Con molte altre esortazioni annunziava al popolo la buona novella. 19Ma il tetrarca Erode, biasimato da lui a causa di Erodìade, moglie di suo fratello, e per tutte le scelleratezze che aveva commesso, 20aggiunse alle altre anche questa: fece rinchiudere Giovanni in prigione. 21Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì 22e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: «Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto».

 

Anche in questo caso Luca ha premura di inquadrare storicamente con precisione i fatti.

Dio non si incarna fuori della storia, ma viene da noi, dove siamo. Entra in scena Giovanni, irrompe come un fulmine nella nostra vita. Non ha, diremmo oggi, un buon modo di presentarsi, ma questo è: prendere o lasciare. “Chi ha due tuniche ….”. L’invito di oggi è alla conversione per preparare l’arrivo di Gesù dentro di noi. La strada nel deserto veniva preparata per i re che tornavano vincitori dalle battaglie. Occorre convertirsi, nel senso proprio di cambiare mente, e preparare la via a Cristo che viene.

HO PAURA DI APRIRE LA STRADA A CRISTO DENTRO IL MIO DESERTO?

Parola: VERTIGINE

 

 

Domenica 1 luglio

 

23Gesù quando incominciò il suo ministero aveva circa trent’anni ed era figlio, come si credeva, di Giuseppe, figlio di Eli, 24figlio di Mattàt, figlio di Levi, figlio di Melchi, figlio di Innài, figlio di Giuseppe, 25figlio di Mattatìa, figlio di Amos, figlio di Naum, figlio di Esli, figlio di Naggài, 26figlio di Maat, figlio di Mattatìa, figlio di Semèin, figlio di Iosek, figlio di Ioda, 27figlio di Ioanan, figlio di Resa, figlio di Zorobabèle, figlio di Salatiel, figlio di Neri, 28figlio di Melchi, figlio di Addi, figlio di Cosam, figlio di Elmadàm, figlio di Er, 29figlio di Gesù, figlio di Elièzer, figlio di Iorim, figlio di Mattàt, figlio di Levi, 30figlio di Simeone, figlio di Giuda, figlio di Giuseppe, figlio di Ionam, figlio di Eliacim, 31figlio di Melèa, figlio di Menna, figlio di Mattatà, figlio di Natàm, figlio di Davide, 32figlio di Iesse, figlio di Obed, figlio di Booz, figlio di Sala, figlio di Naàsson, 33figlio di Aminadàb, figlio di Admin, figlio di Arni, figlio di Esrom, figlio di Fares, figlio di Giuda, 34figlio di Giacobbe, figlio di Isacco, figlio di Abramo, figlio di Tare, figlio di Nacor, 35figlio di Seruk, figlio di Ragau, figlio di Falek, figlio di Eber, figlio di Sala, 36figlio di Cainam, figlio di Arfàcsad, figlio di Sem, figlio di Noè, figlio di Lamech, 37figlio di Matusalemme, figlio di Enoch, figlio di Iaret, figlio di Malleèl, figlio di Cainam, 38figlio di Enos, figlio di Set, figlio di Adamo, figlio di Dio.

 

Proprio di domenica ci capita una pagina che appare sterile, quasi un elenco telefonico. C’è da meditare su un elenco di nomi? Intanto è messo all’inizio del ministero di Gesù, a trenta anni. È una genealogia che ritorna indietro, fino ad Adamo, al principio, a Dio. questo è: l’opera di Dio nella creazione non si interrompe. “Per ogni bambino che nasce significa che Dio non è stanco dell’uomo”. E insieme a questi nomi possiamo ripresenzializzare l’opera di Dio. Lamech, Noè, Abramo, Isacco, Giacobbe, Davide …. Una storia di amore di Dio per l’uomo, fino a Cristo, fino a noi.

NEL MIO PERCORSO DI FEDE MI SENTO INSERITO IN UNA CATENA ININTERROTTA?

Parola: FILO

 

 

Lunedì 2 luglio

 

Capitolo 4

1Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto 2dove, per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni; ma quando furono terminati ebbe fame. 3Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, dì a questa pietra che diventi pane». 4Gesù gli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo». 5Il diavolo lo condusse in alto e, mostrandogli in un istante tutti i regni della terra, gli disse: 6«Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio. 7Se ti prostri dinanzi a me tutto sarà tuo». 8Gesù gli rispose: «Sta scritto: Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo adorerai». 9Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul pinnacolo del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù; 10sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordine per te, perché essi ti custodiscano; 11e anche: essi ti sosterranno con le mani, perché il tuo piede non inciampi in una pietra».

12Gesù gli rispose: «È stato detto: Non tenterai il Signore Dio tuo». 13Dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, il diavolo si allontanò da lui per ritornare al tempo fissato.

14Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e la sua fama si diffuse in tutta la regione. 15Insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi.

 

La tentazione più grande per noi è quella di piegare il progetto di Dio ai nostri bisogni. A volte abbiamo richieste anche legittime: una malattia in famiglia, un problema che non riusciamo a risolvere …  sembra più che cristiano chiedere a Dio di intervenire, anche in maniera prodigiosa. Ma dietro a questo non c’è il progetto di Dio, ma il nostro. La preghiera è allora: sia fatta la tua volontà. Solo dietro a questa richiesta siamo certi che non si annida il mio io o il nemico. Chiedere altro non so mai con precisione dove mi porta.

ACCETTO L’IO CHE DIO HA DISEGNATO PER ME?

Parola: AMEN

 

 

Martedì 3 luglio

 

16Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. 17Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: 18Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, 19e predicare un anno di grazia del Signore.  20Poi arrotolò il volume, lo consegnò all’inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. 21Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi». 22Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è il figlio di Giuseppe?». 23Ma egli rispose: «Di certo voi mi citerete il proverbio: Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fàllo anche qui, nella tua patria!». 24Poi aggiunse: «Nessun profeta è bene accetto in patria. 25Vi dico anche: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; 26ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone. 27C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro». 28All’udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; 29si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. 30Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò.

 

Dio ci ha promesso da sempre la liberazione, la vista, l’annuncio di una Parola per noi. Quante volte nella vita Dio ci ha rassicurato con la sua presenza, ma poi ci è sembrata svanire nel nulla. Bene! Tutte le promesse per noi si avverano con Gesù. Poi non sta a noi conoscere il come o il perché. Una cosa va e l’altra si ferma. Sta nel progetto d’amore di Dio, la nostra risposta può essere la fede. La carestia, in fondo, dura solo tre anni e sei mesi, cioè la metà di sette: un tempo limitato. Poi Dio vince.

NEL RAPPORTO CON DIO ATTENDO O PRETENDO?

Parola: REALIZZAZIONE

 

 

Mercoledì 4 luglio

 

31Poi discese a Cafarnao, una città della Galilea, e al sabato ammaestrava la gente. 32Rimanevano colpiti dal suo insegnamento, perché parlava con autorità. 33Nella sinagoga c’era un uomo con un demonio immondo e cominciò a gridare forte: 34«Basta! Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? So bene chi sei: il Santo di Dio!». 35Gesù gli intimò: «Taci, esci da costui!». E il demonio, gettatolo a terra in mezzo alla gente, uscì da lui, senza fargli alcun male. 36Tutti furono presi da paura e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti immondi ed essi se ne vanno?». 37E si diffondeva la fama di lui in tutta la regione. 38Uscito dalla sinagoga entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. 39Chinatosi su di lei, intimò alla febbre, e la febbre la lasciò. Levatasi all’istante, la donna cominciò a servirli. 40Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi colpiti da mali di ogni genere li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. 41Da molti uscivano demòni gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era il Cristo. 42Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e volevano trattenerlo perché non se ne andasse via da loro. 43Egli però disse: «Bisogna che io annunzi il regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato». 44E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.

 

Anche nella nostra parte più intima, la sinagoga dove ci troviamo a pregare con noi stessi, se entra Gesù trova delle negatività. Soprattutto in questa parte dove pensiamo di “essere a posto”.

Queste lo riconoscono, ma vogliono buttarlo fuori. Quante volte abbiamo detto a Cristo: “Che hai a che fare con noi?”. Ma Lui non vuole essere riconosciuto dai nostri no, ma dai nostri sì. Gesù non vuole il compromesso, ma la guarigione.

HO MAI GUARDATO CHI C’É DENTRO LA MIA “SINAGOGA”?

Parola: SALVEZZA

 

 

Giovedì 5 luglio

 

Capitolo 5

1Un giorno, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret 2e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. 3Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca.

4Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca». 5Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». 6E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. 7Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano. 8Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me che sono un peccatore». 9Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; 10così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». 11Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

12Un giorno Gesù si trovava in una città e un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò ai piedi pregandolo: «Signore, se vuoi, puoi sanarmi». 13Gesù stese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii risanato!». E subito la lebbra scomparve da lui. 14Gli ingiunse di non dirlo a nessuno: «Và, mostrati al sacerdote e fà l’offerta per la tua purificazione, come ha ordinato Mosè, perché serva di testimonianza per essi». 15La sua fama si diffondeva ancor più; folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro infermità. 16Ma Gesù si ritirava in luoghi solitari a pregare.

 

Gesù prende a prestito i nostri mezzi per annunciare il regno di Dio. Ci chiede collaborazione. Ci prende come “soci” nella sua impresa. Troppo spesso siamo però tentati di fare da soli, ma con i soli nostri mezzi non prendiamo nulla per tutto il giorno. La fede in Cristo fa sì che le nostre attività umane diventino strumenti a servizio del Regno di Dio.

Dopo l’incontro con Cristo la nostra vita cambia, non nelle cose, ma nello spirito con cui viviamo le stesse. Poi sta a noi, Lui intanto si ritira a pregare per noi.

VIVO LE MIE COSE IN FUNZIONE DEL REGNO?

Parola: VENTO

 

 

Venerdì 6 luglio

 

17Un giorno sedeva insegnando. Sedevano là anche farisei e dottori della legge, venuti da ogni villaggio della Galilea, della Giudea e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. 18Ed ecco alcuni uomini, portando sopra un letto un paralitico, cercavano di farlo passare e metterlo davanti a lui. 19Non trovando da qual parte introdurlo a causa della folla, salirono sul tetto e lo calarono attraverso le tegole con il lettuccio davanti a Gesù, nel mezzo della stanza. 20Veduta la loro fede, disse: «Uomo, i tuoi peccati ti sono rimessi». 21Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere dicendo: «Chi è costui che pronuncia bestemmie? Chi può rimettere i peccati, se non Dio soltanto?». 22Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Che cosa andate ragionando nei vostri cuori? 23Che cosa è più facile, dire: Ti sono rimessi i tuoi peccati, o dire: Alzati e cammina? 24Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati: io ti dico – esclamò rivolto al paralitico – alzati, prendi il tuo lettuccio e và a casa tua». 25Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e si avviò verso casa glorificando Dio. 26Tutti rimasero stupiti e levavano lode a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose». 27Dopo ciò egli uscì e vide un pubblicano di nome Levi seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». 28Egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. 29Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla di pubblicani e d’altra gente seduta con loro a tavola. 30I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangiate e bevete con i pubblicani e i peccatori?». 31Gesù rispose: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; 32io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi». 33Allora gli dissero: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno orazioni; così pure i discepoli dei farisei; invece i tuoi mangiano e bevono!». 34Gesù rispose: «Potete far digiunare gli invitati a nozze, mentre lo sposo è con loro? 35Verranno però i giorni in cui lo sposo sarà strappato da loro; allora, in quei giorni, digiuneranno». 36Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per attaccarlo a un vestito vecchio; altrimenti egli strappa il nuovo, e la toppa presa dal nuovo non si adatta al vecchio. 37E nessuno mette vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spacca gli otri, si versa fuori e gli otri vanno perduti. 38Il vino nuovo bisogna metterlo in otri nuovi. 39Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: Il vecchio è buono!».

 

Il Dio-slot è sempre una delle nostre tentazioni. Preghiamo per la guarigione di un amico, a volte anche con fede, ma quando Dio lo chiama, non solo alla sanità, ma alla salvezza, allora nascono dentro di noi i problemi. Così come quando le persone che ci stanno intorno sono ben felici delle nostre presenze in Chiesa (garanzia di “perbenismo”), ma se approfondiamo troppo, allora diventiamo ingombranti. Cristo ci chiama, invece, alla salvezza di tutto l’uomo. Per far questo occorre rinnovarsi completamente, non basta l’intonaco. Vino nuovo in otri nuovi.

HO PAURA CHE CRISTO MI TRASCINI DOVE NON VOGLIO?

Parola: INTERO

 

 

Sabato 7 luglio

 

Capitolo 6

1Un giorno di sabato passava attraverso campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani. 2Alcuni farisei dissero: «Perché fate ciò che non è permesso di sabato?». 3Gesù rispose: «Allora non avete mai letto ciò che fece Davide, quando ebbe fame lui e i suoi compagni? 4Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non fosse lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?». 5E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato».

6Un altro sabato egli entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. Ora c’era là un uomo, che aveva la mano destra inaridita. 7Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva di sabato, allo scopo di trovare un capo di accusa contro di lui. 8Ma Gesù era a conoscenza dei loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano inaridita: «Alzati e mettiti nel mezzo!». L’uomo, alzatosi, si mise nel punto indicato. 9Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o perderla?». 10E volgendo tutt’intorno lo sguardo su di loro, disse all’uomo: «Stendi la mano!». Egli lo fece e la mano guarì. 11Ma essi furono pieni di rabbia e discutevano fra di loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù. 12In quei giorni Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e passò la notte in orazione. 13Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede il nome di apostoli: 14Simone, che chiamò anche Pietro, Andrea suo fratello, Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, 15Matteo, Tommaso, Giacomo d’Alfeo, Simone soprannominato Zelota, 16Giuda di Giacomo e Giuda Iscariota, che fu il traditore.

 

A volte ci sono delle cose che ci danno tranquillità, possono essere anche gravose, ma ci assicurano stabilità. Per questo non vogliamo che Cristo ce le infranga, neanche se fosse per guarirci. La nostra quiete ci interessa, ci stiamo bene. Ma Cristo è signore della nostra quiete. Tutto è a servizio dell’uomo non viceversa. Se ci mettiamo a servire i nostri schemi siamo finiti.

Gesù porta novità non nuovismo assoluto. Continua a salvare attraverso un popolo, le dodici tribù, scegliendo i dodici apostoli. Dentro di noi, quel che vale lo innalza, quel che non vale lo abbassa.

QUALI SONO LE COSE CUI DO TROPPA IMPORTANZA NELLA MIA VITA?

Parola: TESORO

 

 

 

Domenica 8 luglio

 

17Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, 18che erano venuti per ascoltarlo ed esser guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti immondi, venivano guariti. 19Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti. 20Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva: «Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio. 21Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi che ora piangete, perché riderete. 22Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v’insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell’uomo. 23Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti. 24Ma guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione. 25Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete. 26Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti. 27Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, 28benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. 29A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. 30Dá a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. 31Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. 32Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. 33E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. 34E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. 35Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; perché egli è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi.

36Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. 37Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; 38date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio».

 

Siamo al discorso dei discorsi. Matteo lo chiama “della Montagna”, qua si dice che era un luogo pianeggiante. C’è molta gente e Gesù ha una buona occasione per parlare. Oggi parla a noi. Tenta di rovesciare le nostre logiche. È dura dire, anche oggi, beati i poveri, gli afflitti …. Dopo duemila anni le parole sono risapute, ma forse hanno un significato troppo catechistico o per l’aldilà.  Occorre riscoprire oggi il valore di questo “beati”. Occorre starci dentro.

RITENGO REALMENTÉ BEATE LE MIE SITUAZIONI DI POVERTÁ?

Parola: ROVESCIO

 

 

Lunedì 9 luglio

 

39Disse loro anche una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt’e due in una buca? 40Il discepolo non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato sarà come il suo maestro. 41Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non t’accorgi della trave che è nel tuo? 42Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello. 43Non c’è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni. 44Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo. 45L’uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore. 46Perché mi chiamate: Signore, Signore, e poi non fate ciò che dico? 47Chi viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: 48è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sopra la roccia. Venuta la piena, il fiume irruppe contro quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene. 49Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la rovina di quella casa fu grande».

 

Ognuno di noi è guida per qualcun altro, almeno nella chiamata. Ma posso guidare un cieco se sono cieco? Occorre allora che sia “preparato” per essere maestro di qualcuno. La ricetta? Lasciare da parte i pregiudizi ed i giudizi in genere, osservare la mia vita quali frutti produce e, soprattutto, seguire le Parole di Gesù. Bisogna che io scavi molto profondo dentro me stesso per edificare su Gesù la mia casa.

C’É QUALCUNO SICURAMENTE CHE MI SEGUE COME FOSSI IL SUO MAESTRO, COME MI COMPORTO?

Parola: AUTOREVOLEZZA

 

 

Martedì 10 luglio

 

Capitolo 7

1Quando ebbe terminato di rivolgere tutte queste parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafarnao. 2Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. 3Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. 4Costoro giunti da Gesù lo pregavano con insistenza: «Egli merita che tu gli faccia questa grazia, dicevano, 5perché ama il nostro popolo, ed è stato lui a costruirci la sinagoga». 6Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non stare a disturbarti, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto; 7per questo non mi sono neanche ritenuto degno di venire da te, ma comanda con una parola e il mio servo sarà guarito. 8Anch’io infatti sono uomo sottoposto a un’autorità, e ho sotto di me dei soldati; e dico all’uno: Và ed egli va, e a un altro: Vieni, ed egli viene, e al mio servo: Fà questo, ed egli lo fa». 9All’udire questo Gesù restò ammirato e rivolgendosi alla folla che lo seguiva disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». 10E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito. 11In seguito si recò in una città chiamata Nain e facevano la strada con lui i discepoli e grande folla. 12Quando fu vicino alla porta della città, ecco che veniva portato al sepolcro un morto, figlio unico di madre vedova; e molta gente della città era con lei. 13Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: «Non piangere!». 14E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Giovinetto, dico a te, alzati!». 15Il morto si levò a sedere e incominciò a parlare. Ed egli lo diede alla madre. 16Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi e Dio ha visitato il suo popolo». 17La fama di questi fatti si diffuse in tutta la Giudea e per tutta la regione.

 

Di fronte alla richiesta di un miracolo da parte di Gesù possono sorgere due atteggiamenti: “Merita questo …” oppure “Non sono degno …, ma ho fede che puoi farlo”. Spesso chi frequenta cammini religiosi può assumere il primo, mentre chi è lontano assume il secondo. No! Non per i nostri meriti Cristo deve guarirci, ma per la sua misericordia e, soltanto dopo, per la nostra fede in Lui.

QUAL È LO SCOPO VERO DELLA MIA VITA DI FEDE?

Parola: REGALO

 

 

Mercoledì 11 luglio

 

18Anche Giovanni fu informato dai suoi discepoli di tutti questi avvenimenti. Giovanni chiamò due di essi 19e li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che viene, o dobbiamo aspettare un altro?». 20Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: Sei tu colui che viene o dobbiamo aspettare un altro?». 21In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. 22Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi vengono sanati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunziata la buona novella. 23E beato è chiunque non sarà scandalizzato di me!».

 

Anche se da tempo stiamo con Gesù, lo abbiamo annunciato diverse volte, può sorgerci il dubbio che la nostra salvezza non sia Lui. Che ci serva qualcos’altro. Quante volte domandiamo a Gesù: “sei Tu?”. Per paura di scoprirci ci mandiamo qualcun altro, le nostre tristezze. Lui risponde sempre allo stesso modo. Non dottrine, ma fatti. Ci ricorda le guarigioni che ha operato dentro di noi, le resurrezioni: dove eravamo morti e siamo risorti. Beati se non ci scandalizziamo di Lui, cioè se non ci fa inciampare.

COSA ASPETTO OLTRE CRISTO?

Parola: CONFUSIONE

 

 

Giovedì 12 luglio

 

24Quando gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù cominciò a dire alla folla riguardo a Giovanni: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna agitata dal vento? 25E allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano vesti sontuose e vivono nella lussuria stanno nei palazzi dei re. 26Allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, e più che un profeta. 27Egli è colui del quale sta scritto: Ecco io mando davanti a te il mio messaggero, egli preparerà la via davanti a te.

28Io vi dico, tra i nati di donna non c’è nessuno più grande di Giovanni, e il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui. 29Tutto il popolo che lo ha ascoltato, e anche i pubblicani, hanno riconosciuto la giustizia di Dio ricevendo il battesimo di Giovanni. 30Ma i farisei e i dottori della legge non facendosi battezzare da lui hanno reso vano per loro il disegno di Dio.

31A chi dunque paragonerò gli uomini di questa generazione, a chi sono simili? 32Sono simili a quei bambini che stando in piazza gridano gli uni agli altri: Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato; vi abbiamo cantato un lamento e non avete pianto! 33È venuto infatti Giovanni il Battista che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: Ha un demonio. 34È venuto il Figlio dell’uomo che mangia e beve, e voi dite: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori. 35Ma alla sapienza è stata resa giustizia da tutti i suoi figli».

 

La chiamata che Gesù ci ha fatto in mille modi, i più svariati, va superata (Lui deve crescere io diminuire), ma non va mai trascurata la sua ricchezza, la sua bellezza. Dio ci ha chiamato dove eravamo con la forza del suo messaggio. Spesso con mezzi che ci sono sembrati stupidi, ma erano profezie. Ogni stagione della nostra vita Dio invia i suoi messaggeri. Solo la nostra superbia può rifiutarli, per il resto tutto è grazia.

VIVO CON EQUILIBRIO LA MIA STORIA?

Parola: GRAZIE

 

 

Venerdì 13 luglio

 

36Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. 37Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; 38e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato. 39A quella vista il fariseo che l’aveva invitato pensò tra sé. «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice». 40Gesù allora gli disse: «Simone, ho una cosa da dirti». Ed egli: «Maestro, dì pure». 41«Un creditore aveva due debitori: l’uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. 42Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?». 43Simone rispose: «Suppongo quello a cui ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». 44E volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m’hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. 45Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. 46Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. 47Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco». 48Poi disse a lei: «Ti sono perdonati i tuoi peccati». 49Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è quest’uomo che perdona anche i peccati?». 50Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; và in pace!».

 

Spesso abbiamo invitato Cristo a casa nostra, ma solo per averne il dominio esclusivo. Un po’ come quando invitiamo un amico, ma poi ci dispiace che sia amico anche di persone a noi sgradite. La logica degli uomini è questa, non quella di Dio. Dio è per tutti e l’Amore è l’unica cosa che dividendola si moltiplica.

STO CON GESÚ PER POSSEDERLO O PER AMARLO?

Parola: GRATIS

 

 

Sabato 14 luglio

 

Capitolo 8

1In seguito egli se ne andava per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio. 2C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Màgdala, dalla quale erano usciti sette demòni, 3Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni. 4Poiché una gran folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, disse con una parabola: 5«Il seminatore uscì a seminare la sua semente. Mentre seminava, parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la divorarono. 6Un’altra parte cadde sulla pietra e appena germogliata inaridì per mancanza di umidità. 7Un’altra cadde in mezzo alle spine e le spine, cresciute insieme con essa, la soffocarono. 8Un’altra cadde sulla terra buona, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per intendere, intenda!». 9I suoi discepoli lo interrogarono sul significato della parabola. 10Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo in parabole, perché vedendo non vedano e udendo non intendano.

11Il significato della parabola è questo: Il seme è la parola di Dio. 12I semi caduti lungo la strada sono coloro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la parola dai loro cuori, perché non credano e così siano salvati. 13Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, accolgono con gioia la parola, ma non hanno radice; credono per un certo tempo, ma nell’ora della tentazione vengono meno. 14Il seme caduto in mezzo alle spine sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano sopraffare dalle preoccupazioni, dalla ricchezza e dai piaceri della vita e non giungono a maturazione. 15Il seme caduto sulla terra buona sono coloro che, dopo aver ascoltato la parola con cuore buono e perfetto, la custodiscono e producono frutto con la loro perseveranza. 16Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la pone sotto un letto; la pone invece su un lampadario, perché chi entra veda la luce. 17Non c’è nulla di nascosto che non debba essere manifestato, nulla di segreto che non debba essere conosciuto e venire in piena luce. 18Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha sarà dato, ma a chi non ha sarà tolto anche ciò che crede di avere».

 

Gesù vede molta gente intorno a sé ed allora ha premura di specificare che ci sono sempre tante categorie nell’ascolto. Così è oggi. Ma così è anche dentro di noi. Quando pensiamo di seguirlo con tutto il cuore, in realtà la sua Parola trova in noi terreni diversi. E produce frutti diversi. Gesù parla in parabole perché per comprenderlo è necessaria la fede. Cosa che non servirebbe per la visione diretta. La sua Parola si svela però gradualmente finché, se diventeremo discepoli allora ci saranno svelati i misteri. Ma, di certo, non c’è nulla che non deve essere svelato chi va a cercar segreti esclusivi perde la Parola.

RIESCO AD ASCOLTARE LA PAROLA DI GESÚ?

Parola: SINTONIA

 

 

Domenica 15 luglio

 

19Un giorno andarono a trovarlo la madre e i fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. 20Gli fu annunziato: «Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti». 21Ma egli rispose: «Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica». 22Un giorno salì su una barca con i suoi discepoli e disse: «Passiamo all’altra riva del lago». Presero il largo. 23Ora, mentre navigavano, egli si addormentò. Un turbine di vento si abbatté sul lago, imbarcavano acqua ed erano in pericolo. 24Accostatisi a lui, lo svegliarono dicendo: «Maestro, maestro, siamo perduti!». E lui, destatosi, sgridò il vento e i flutti minacciosi; essi cessarono e si fece bonaccia. 25Allora disse loro: «Dov’è la vostra fede?». Essi intimoriti e meravigliati si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui che dá ordini ai venti e all’acqua e gli obbediscono?». 26Approdarono nella regione dei Gerasèni, che sta di fronte alla Galilea. 27Era appena sceso a terra, quando gli venne incontro un uomo della città posseduto dai demòni. Da molto tempo non portava vestiti, né abitava in casa, ma nei sepolcri. 28Alla vista di Gesù gli si gettò ai piedi urlando e disse a gran voce: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio Altissimo? Ti prego, non tormentarmi!». 29Gesù infatti stava ordinando allo spirito immondo di uscire da quell’uomo. Molte volte infatti s’era impossessato di lui; allora lo legavano con catene e lo custodivano in ceppi, ma egli spezzava i legami e veniva spinto dal demonio in luoghi deserti. 30Gesù gli domandò: «Qual è il tuo nome?». Rispose: «Legione»,  perché molti demòni erano entrati in lui. 31E lo supplicavano che non ordinasse loro di andarsene nell’abisso. 32Vi era là un numeroso branco di porci che pascolavano sul monte. Lo pregarono che concedesse loro di entrare nei porci; ed egli lo permise. 33I demòni uscirono dall’uomo ed entrarono nei porci e quel branco corse a gettarsi a precipizio dalla rupe nel lago e annegò. 34Quando videro ciò che era accaduto, i mandriani fuggirono e portarono la notizia nella città e nei villaggi. 35La gente uscì per vedere l’accaduto, arrivarono da Gesù e trovarono l’uomo dal quale erano usciti i demòni vestito e sano di mente, che sedeva ai piedi di Gesù; e furono presi da spavento. 36Quelli che erano stati spettatori riferirono come l’indemoniato era stato guarito. 37Allora tutta la popolazione del territorio dei Gerasèni gli chiese che si allontanasse da loro, perché avevano molta paura. Gesù, salito su una barca, tornò indietro. 38L’uomo dal quale erano usciti i demòni gli chiese di restare con lui, ma egli lo congedò dicendo: 39«Torna a casa tua e racconta quello che Dio ti ha fatto». L’uomo se ne andò, proclamando per tutta la città quello che Gesù gli aveva fatto.

 

Fare la volontà di Gesù ci rende suoi fratelli, sorelle e madri. L’unico legame che si può stabilire con Lui è di fede. Di fronte al domino di Gesù su forze inaudite restiamo sbigottiti. Ci sono “forze maggiori” che ci fanno paura: il vento forte, la tempesta, il terremoto, il demonio … La nostra creaturalità ha paura, ma Cristo ci dimostra che anche le forze sono creature che obbediscono al creatore. Dio basta! Stavolta Gesù ci chiede di andare a dirlo, a differenza di altre in cui chiede il silenzio.

GESÚ VINCE ANCHE LE MIE PAURE PIÚ GRANDI, LO DESIDERO?

Parola: FORZA

 

 

Lunedì 16 luglio

 

40Al suo ritorno, Gesù fu accolto dalla folla, poiché tutti erano in attesa di lui. 41Ed ecco venne un uomo di nome Giàiro, che era capo della sinagoga: gettatosi ai piedi di Gesù, lo pregava di recarsi a casa sua, 42perché aveva un’unica figlia, di circa dodici anni, che stava per morire. Durante il cammino, le folle gli si accalcavano attorno. 43Una donna che soffriva di emorragia da dodici anni, e che nessuno era riuscito a guarire, 44gli si avvicinò alle spalle e gli toccò il lembo del mantello e subito il flusso di sangue si arrestò. 45Gesù disse: «Chi mi ha toccato?». Mentre tutti negavano, Pietro disse: «Maestro, la folla ti stringe da ogni parte e ti schiaccia». 46Ma Gesù disse: «Qualcuno mi ha toccato. Ho sentito che una forza è uscita da me». 47Allora la donna, vedendo che non poteva rimanere nascosta, si fece avanti tremando e, gettatasi ai suoi piedi, dichiarò davanti a tutto il popolo il motivo per cui l’aveva toccato, e come era stata subito guarita. 48Egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata, và in pace!».

49Stava ancora parlando quando venne uno della casa del capo della sinagoga a dirgli: «Tua figlia è morta, non disturbare più il maestro». 50Ma Gesù che aveva udito rispose: «Non temere, soltanto abbi fede e sarà salvata». 51Giunto alla casa, non lasciò entrare nessuno con sé, all’infuori di Pietro, Giovanni e Giacomo e il padre e la madre della fanciulla. 52Tutti piangevano e facevano il lamento su di lei. Gesù disse: «Non piangete, perché non è morta, ma dorme». 53Essi lo deridevano, sapendo che era morta, 54ma egli, prendendole la mano, disse ad alta voce: «Fanciulla, alzati!». 55Il suo spirito ritornò in lei ed ella si alzò all’istante. Egli ordinò di darle da mangiare. 56I genitori ne furono sbalorditi, ma egli raccomandò loro di non raccontare a nessuno ciò che era accaduto.

 

A volte chiediamo aiuto e miracoli da Gesù, ma l’incontro con Lui non lo vogliamo. Vorremmo essere guariti dalle nostre piaghe senza impegnarci con Lui. Ma Lui vuole vederci in faccia. La fede che ci spinge a chiedere deve spingerci anche a credere e ad incontrare il Maestro. L’incontro con Gesù è per la vita e non per la morte.

COSA MI PREOCCUPA DELL’INCONTRO CON GESÚ?

Parola: OCCHI

 

 

Martedì 17 luglio

Capitolo 9

1Egli allora chiamò a sé i Dodici e diede loro potere e autorità su tutti i demòni e di curare le malattie. 2E li mandò ad annunziare il regno di Dio e a guarire gli infermi. 3Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né bisaccia, né pane, né denaro, né due tuniche per ciascuno. 4In qualunque casa entriate, là rimanete e di là poi riprendete il cammino. 5Quanto a coloro che non vi accolgono, nell’uscire dalla loro città, scuotete la polvere dai vostri piedi, a testimonianza contro di essi». 6Allora essi partirono e giravano di villaggio in villaggio, annunziando dovunque la buona novella e operando guarigioni.

7Intanto il tetrarca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risuscitato dai morti», 8altri: «È apparso Elia», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti». 9Ma Erode diceva: «Giovanni l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire tali cose?». E cercava di vederlo.

10Al loro ritorno, gli apostoli raccontarono a Gesù tutto quello che avevano fatto. Allora li prese con sé e si ritirò verso una città chiamata Betsàida. 11Ma le folle lo seppero e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlar loro del regno di Dio e a guarire quanti avevan bisogno di cure. 12Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla, perché vada nei villaggi e nelle campagne dintorno per alloggiare e trovar cibo, poiché qui siamo in una zona deserta». 13Gesù disse loro: «Dategli voi stessi da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». 14C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai discepoli: «Fateli sedere per gruppi di cinquanta». 15Così fecero e li invitarono a sedersi tutti quanti. 16Allora egli prese i cinque pani e i due pesci e, levati gli occhi al cielo, li benedisse, li spezzò e li diede ai discepoli perché li distribuissero alla folla. 17Tutti mangiarono e si saziarono e delle parti loro avanzate furono portate via dodici ceste.

 

Gesù oggi ci dice: “date loro da mangiare!”. Il seme, di cui abbiamo tanto parlato, seminato in noi deve cominciare a portare frutto. Non da soli, con Gesù, ma mettendo in campo tutta quel poco che abbiamo. Gesù ci dà grandi potenzialità, del nostro bagaglio personale, delle nostre sicurezze, non dobbiamo prendere niente se non il necessario.

MI SONO MAI RICONOSCIUTO IL POTERE DI SFAMARE LA FOLLA?

Parola: POTENZIALITÁ

 

 

Mercoledì 18 luglio

 

18Un giorno, mentre Gesù si trovava in un luogo appartato a pregare e i discepoli erano con lui, pose loro questa domanda: «Chi sono io secondo la gente?». 19Essi risposero: «Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi profeti che è risorto». 20Allora domandò: «Ma voi chi dite che io sia?». Pietro, prendendo la parola, rispose: «Il Cristo di Dio». 21Egli allora ordinò loro severamente di non riferirlo a nessuno. 22«Il Figlio dell’uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno». 23Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.

24Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà. 25Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?

26Chi si vergognerà di me e delle mie parole, di lui si vergognerà il Figlio dell’uomo, quando verrà nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi. 27In verità vi dico: vi sono alcuni qui presenti, che non morranno prima di aver visto il regno di Dio».

 

Ieri Cristo ci ha dato grandi potenzialità, ci sentivamo forti. Oggi, proprio nel giorno in cui riconosciamo la sua signoria,ci dice che per regnare deve soffrire, deve essere crocifisso. Questo messaggio è durissimo. Il Signore DEVE essere messo a morte. E noi con lui: se qualcuno si vuol salvare perda. Un giorno durissimo è oggi.

COME VIVO LA PROSPETTIVA DELLA CROCE?

Parola: NULLA

 

 

Giovedì 19 luglio

 

28Circa otto giorni dopo questi discorsi, prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. 29E, mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. 30Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia, 31apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme. 32Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. 33Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quel che diceva. 34Mentre parlava così, venne una nube e li avvolse; all’entrare in quella nube, ebbero paura. 35E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo». 36Appena la voce cessò, Gesù restò solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

37Il giorno seguente, quando furon discesi dal monte, una gran folla gli venne incontro. 38A un tratto dalla folla un uomo si mise a gridare: «Maestro, ti prego di volgere lo sguardo a mio figlio, perché è l’unico che ho. 39Ecco, uno spirito lo afferra e subito egli grida, lo scuote ed egli dá schiuma e solo a fatica se ne allontana lasciandolo sfinito. 40Ho pregato i tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti». 41Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa, fino a quando sarò con voi e vi sopporterò? Conducimi qui tuo figlio». 42Mentre questi si avvicinava, il demonio lo gettò per terra agitandolo con convulsioni. Gesù minacciò lo spirito immondo, risanò il fanciullo e lo consegnò a suo padre. 43E tutti furono stupiti per la grandezza di Dio. Mentre tutti erano sbalorditi per tutte le cose che faceva, disse ai suoi discepoli: 44«Mettetevi bene in mente queste parole: Il Figlio dell’uomo sta per esser consegnato in mano degli uomini». 45Ma essi non comprendevano questa frase; per loro restava così misteriosa che non ne comprendevano il senso e avevano paura a rivolgergli domande su tale argomento.

 

Dopo l’annuncio della passione Gesù ci consola con una delle più potenti teofanie. Appaiono Mosè ed Elia, la legge ed i profeti, anche loro parlano della sua Pasqua e poi scompaiono. Gesù resta l’unica parola del Padre. Solo il nome di Gesù può salvarci. Occorre avere fede per vincere sul maligno. Gesù non può liberarci da solo, “ha bisogno” della nostra collaborazione.

Mettiamoci bene in testa che Gesù sarà crocifisso.

FINO A DOVE ARRIVA LA MIA INCREDULITÁ?

Parola: SOFFRIRE

 

 

Venerdì 20 luglio

 

46Frattanto sorse una discussione tra loro, chi di essi fosse il più grande. 47Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un fanciullo, se lo mise vicino e disse: 48«Chi accoglie questo fanciullo nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Poiché chi è il più piccolo tra tutti voi, questi è grande».

49Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto un tale che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non è con noi tra i tuoi seguaci». 50Ma Gesù gli rispose: «Non glielo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».

51Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato tolto dal mondo, si diresse decisamente verso Gerusalemme 52e mandò avanti dei messaggeri. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per fare i preparativi per lui. 53Ma essi non vollero riceverlo, perché era diretto verso Gerusalemme. 54Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». 55Ma Gesù si voltò e li rimproverò. 56E si avviarono verso un altro villaggio.

57Mentre andavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». 58Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». 59A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, concedimi di andare a seppellire prima mio padre». 60Gesù replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu và e annunzia il regno di Dio». 61Un altro disse: «Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa». 62Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che ha messo mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».

 

Nel nostro seguire Gesù ci si “appiccicano” addosso tante negatività: arrivismo, invidia, gelosia, facili entusiasmi, timori, premure esagerate, …. . Occorre fare con Cristo un cammino di liberazione integrale, altrimenti “non siamo adatti”. Occorre che i tanti fili, umani ed anche legittimi, che ci tengono legati a Cristo vengano tagliati e rimanga solo il nostro amore per Lui.

QUALI SONO I SECONDI FINI CHE MI TENGONO LEGATO A GESÚ?

Parola: UNICO

 

 

 

 

 

 

Sabato 21 luglio

 

Capitolo 10

1Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. 2Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. 3Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; 4non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. 5In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. 6Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 7Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l’operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa. 8Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, 9curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio. 10Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite: 11Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino. 12Io vi dico che in quel giorno Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città.

13Guai a te, Corazin, guai a te, Betsàida! Perché se in Tiro e Sidone fossero stati compiuti i miracoli compiuti tra voi, già da tempo si sarebbero convertiti vestendo il sacco e coprendosi di cenere. 14Perciò nel giudizio Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi.

15E tu, Cafarnao, sarai innalzata fino al cielo? Fino agli inferi sarai precipitata!

16Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato».

 

Gesù rinforza le truppe. Dopo i dodici ne chiama altri settantadue, come al tempo di Mosè lo Spirito scese sui settantadue anziani. La forza per tutti è sempre Cristo, del nostro bagaglio c’è poco da portare. L’unico annuncio da fare è il Regno di Dio. Se lo faremo con fede avremo lo stesso potere del Maestro. Chi rifiuta noi avrebbe rifiutato anche Lui.

SIAMO COSCIENTI DI DOVER PARLARE A NOME DI GESÚ?

Parola: RAPPRESENTANZA

 

 

Domenica 22 luglio

 

17I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». 18Egli disse: «Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore. 19Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare. 20Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli».

21In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: «Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto. 22Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare». 23E volgendosi ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. 24Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non l’udirono».

 

Passaggio difficile. Gesù ci dà una grande missione ed insieme ad essa ci dà i mezzi per portarla a termine. Ma la nostra beatitudine non sta nella grandezza della missione affidataci, quella dipende da Dio. La nostra grandezza sta nell’ereditare il Regno dei Cieli. Quello dipende da noi, se sapremo accettare la grazia che Dio ci dà. Vantarsi dei successi terreni non serve. Gloriarsi del posto in cielo è la vittoria. La vocazione ha una strada, la santità un’altra.

COME VIVO LA MIA ATTESA DEL REGNO?

Parola: PIENEZZA

 

 

Lunedì 23 luglio

 

25Un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?». 26Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?». 27Costui rispose: « Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e  il prossimo tuo come te stesso». 28E Gesù: «Hai risposto bene;  fa questo e vivrai». 29Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?». 30Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall’altra parte. 32Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. 33Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n’ebbe compassione. 34Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. 35Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all’albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. 36Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?». 37Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Và e anche tu fa lo stesso». 38Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. 39Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; 40Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: «Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». 41Ma Gesù le rispose: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, 42ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta».

 

Amore di Dio e amore del prossimo. Mai disgiungere le due cose. Una è la parte migliore. Ma noi spesso chiediamo: chi è il mio prossimo? Gesù rovescia ancora le cose: intanto chiama prossimo il soccorritore, come a dimostrare che tutti e due sono prossimi e non solo chiè nel bisogno. D’altronde se uno è vicino deve essere per forza vero anche per chi sta di fronte. Porta l’esempio di un maledetto (scendeva da Gerusalemme), di uno sconosciuto, addirittura di un popolo avverso (samaritani e giudei). L’Amore non ha barriere.

MA CHI È IL MIO PROSSIMO?

Parola: MISERICORDIA

 

 

Martedì 24 luglio

 

Capitolo 11

1Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». 2Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; 3dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, 4e perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore, e non ci indurre in tentazione».

5Poi aggiunse: «Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, 6perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; 7e se quegli dall’interno gli risponde: Non m’importunare, la porta è già chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli; 8vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza. 9Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. 10Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. 11Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? 12O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? 13Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!».

 

È bello immaginare la scena: Gesù prega ed i discepoli aspettano che finisca. Quando ha finito gli chiedono di poter, a loro volta imparare. Gesù col sua amore insegna la preghiera delle preghiere: il Padre Nostro. Chiediamo a Gesù di pregare per noi e poi di insegnarci a pregare. Il primo insegnamento è quasi che la preghiera ha un effetto immediato, viene subito accolta, indipendentemente dal resto. Chiedete.

MA, QUANDO PREGO, CREDO REALMENTE A QUEL CHE CHIEDO?

Parola: VERO

 

 

Mercoledì  25 luglio

 

14Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle rimasero meravigliate. 15Ma alcuni dissero: «È in nome di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». 16Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. 17Egli, conoscendo i loro pensieri, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. 18Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl. 19Ma se io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl, i vostri discepoli in nome di chi li scacciano? Perciò essi stessi saranno i vostri giudici. 20Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio. 21Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro. 22Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via l’armatura nella quale confidava e ne distribuisce il bottino. 23Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde. 24Quando lo spirito immondo esce dall’uomo, si aggira per luoghi aridi in cerca di riposo e, non trovandone, dice: Ritornerò nella mia casa da cui sono uscito. 25Venuto, la trova spazzata e adorna. 26Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui ed essi entrano e vi alloggiano e la condizione finale di quell’uomo diventa peggiore della prima». 27Mentre diceva questo, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e disse: «Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!». 28Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».

 

La fame di sensazionale è comune a tutte le generazioni. Chiediamo di superare la nostra realtà che ci sta stretta. Qualunque sia la forza che ce lo permette vogliamo uscire dalla terra. La nostra sete di infinito ci spinge ad andare sempre oltre. Ma il richiamo di Gesù è chiaro, come al solito: Beato chi ascolta me. Non c’è altro. Dopo le Beatitudini Gesù continua ad elencare i “Beati”. Come a dirci: non potete ancora volare, state solo attenti a dove mettete i piedi!

COME VIVO LA MIA SITUAZIONE DI OGNI GIORNO?

Parola: QUOTIDIANO

 

 

Giovedì 26 luglio

 

29Mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorchè il segno di Giona. 30Poiché come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. 31La regina del sud sorgerà nel giudizio insieme con gli uomini di questa generazione e li condannerà; perché essa venne dalle estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, ben più di Salomone c’è qui. 32Quelli di Nìnive sorgeranno nel giudizio insieme con questa generazione e la condanneranno; perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, ben più di Giona c’è qui.

33Nessuno accende una lucerna e la mette in luogo nascosto o sotto il moggio, ma sopra il lucerniere, perché quanti entrano vedano la luce. 34La lucerna del tuo corpo è l’occhio. Se il tuo occhio è sano, anche il tuo corpo è tutto nella luce; ma se è malato, anche il tuo corpo è nelle tenebre. 35Bada dunque che la luce che è in te non sia tenebra. 36Se il tuo corpo è tutto luminoso senza avere alcuna parte nelle tenebre, tutto sarà luminoso, come quando la lucerna ti illumina con il suo bagliore». 37Dopo che ebbe finito di parlare, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli entrò e si mise a tavola. 38Il fariseo si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. 39Allora il Signore gli disse: «Voi farisei purificate l’esterno della coppa e del piatto, ma il vostro interno è pieno di rapina e di iniquità. 40Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? 41Piuttosto date in elemosina quel che c’è dentro, ed ecco, tutto per voi sarà mondo. 42Ma guai a voi, farisei, che pagate la decima della menta, della ruta e di ogni erbaggio, e poi trasgredite la giustizia e l’amore di Dio. Queste cose bisognava curare senza trascurare le altre. 43Guai a voi, farisei, che avete cari i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. 44Guai a voi perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo».

 

Gesù stesso ci dice oggi di non chiedere segni. Ma noi vogliamo segni. L’unico segno che ci viene dato è la Pasqua. Non c’è salvezza fuori dalla croce. Ci basta la Pasqua. Poiché sia vissuta “dentro” di noi e non come un abbellimento delle facciate. La lucerna del nostro corpo sono gli occhi. Cerchiamo di tenere gli occhi puliti, sono specchio dell’anima.

SENTO LA PASQUA RISUONARE DENTRO DI ME?

Parola: TUTTO

 

 

Venerdì 27 luglio

 

45Uno dei dottori della legge intervenne: «Maestro, dicendo questo, offendi anche noi». 46Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito! 47Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. 48Così voi date testimonianza e approvazione alle opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite loro i sepolcri. 49Per questo la sapienza di Dio ha detto: Manderò a loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno; 50perché sia chiesto conto a questa generazione del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo, 51dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. 52Guai a voi, dottori della legge, che avete tolto la chiave della scienza. Voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare l’avete impedito».

53Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo ostilmente e a farlo parlare su molti argomenti, 54tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.

 

Quando la voce di Dio si fa dura dentro di noi, allora cerchiamo di soffocarla. Se noi diventiamo voce scomoda di Dio per gli altri allora cercano di soffocarci. Cerchiamo di impedire, tutti, alla verità di entrare. Dopo di che cerchiamo di mettere in evidenza, con ogni mezzo, le criticità che può avere in noi il messaggio di Cristo. Per poter poi dire a noi stessi: “visto? Mica conviene!”

Uccidiamo la profezia che Dio ci ha messo dentro.

QUALI SONO LE COSE SCOMODE CHE OGGI CRISTO MI DICE?

Parola: DURO

 

 

Sabato 28 luglio

 

Capitolo 12

1Nel frattempo, radunatesi migliaia di persone che si calpestavano a vicenda, Gesù cominciò a dire anzitutto ai discepoli: «Guardatevi dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. 2Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. 3Pertanto ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce; e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne, sarà annunziato sui tetti.

4A voi miei amici, dico: Non temete coloro che uccidono il corpo e dopo non possono far più nulla. 5Vi mostrerò invece chi dovete temere: temete Colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geenna. Sì, ve lo dico, temete Costui. 6Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. 7Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete, voi valete più di molti passeri.

8Inoltre vi dico: Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; 9ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. 10Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo gli sarà perdonato, ma chi bestemmierà lo Spirito Santo non gli sarà perdonato. 11Quando vi condurranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi come discolparvi o che cosa dire; 12perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire». 13Uno della folla gli disse: «Maestro, dì a mio fratello che divida con me l’eredità». 14Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». 15E disse loro: «Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell’abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni». 16Disse poi una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto. 17Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti? 18E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. 19Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia. 20Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà? 21Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio».

 

Nessuna delle nostre parole rimarrà nascosta. La parola crea, se diciamo qualcosa, senz’altro produrremo un effetto. L’essere e il dire contano, l’avere non conta niente. Non possiamo svendere il nostro essere per l’avere. Noi valiamo solo per due cose: per il nostro essere e per il riconoscersi in Cristo.

QUANTO VALORE DO ALLA MIA PERSONA?

Parola: PESO

 

 

Domenica 29 luglio

 

22Poi disse ai discepoli: «Per questo io vi dico: Non datevi pensiero per la vostra vita, di quello che mangerete; né per il vostro corpo, come lo vestirete. 23La vita vale più del cibo e il corpo più del vestito. 24Guardate i corvi: non seminano e non mietono, non hanno ripostiglio né granaio, e Dio li nutre. Quanto più degli uccelli voi valete! 25Chi di voi, per quanto si affanni, può aggiungere un’ora sola alla sua vita? 26Se dunque non avete potere neanche per la più piccola cosa, perché vi affannate del resto? 27Guardate i gigli, come crescono: non filano, non tessono: eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. 28Se dunque Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, quanto più voi, gente di poca fede? 29Non cercate perciò che cosa mangerete e berrete, e non state con l’animo in ansia: 30di tutte queste cose si preoccupa la gente del mondo; ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno. 31Cercate piuttosto il regno di Dio, e queste cose vi saranno date in aggiunta. 32Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno. 33Vendete ciò che avete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma. 34Perché dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.

 

Oggi ci viene dato un tesoro: non state con l’animo in ansia. Non è un invito alla leggiadria o alla prodigalità. Occorre solo dare alle cose il peso che si meritano. La mia pace interiore non può essere turbata da preoccupazioni effimere. Occorre farsi borse che non invecchiano. La borsa che non invecchia è la mia anima. Accumulare tesori nell’anima vuol dire fare un investimento per tutta la vita.

QUALI SONO LE COSE CHE MI FANNO STARE CON L’ANIMO IN ANSIA?

Parola: VALORE

 

 

Lunedì 30 luglio

 

35Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; 36siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa. 37Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. 38E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro! 39Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. 40Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell’uomo verrà nell’ora che non pensate».

41Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». 42Il Signore rispose: «Qual è dunque l’amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo? 43Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro. 44In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi. 45Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, 46il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l’aspetta e in un’ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli. 47Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; 48quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più. 49Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! 50C’è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto! 51Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. 52D’ora innanzi in una casa di cinque persone 53si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».  54Diceva ancora alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: Viene la pioggia, e così accade. 55E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade. 56Ipocriti! Sapete giudicare l’aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo? 57E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto? 58Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada procura di accordarti con lui, perché non ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esecutore e questi ti getti in prigione. 59Ti assicuro, non ne uscirai finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo».

 

La tranquillità e la rilassatezza con cui trattare i beni della terra lasciano il posto alla solerzia ed alla vigilanza assoluta quando si tratta di beni del cielo. Sveglia, ci dice oggi Gesù. Vigila sempre e cerca di acquisire la conoscenza per poter discernere gli eventi della tua vita. In questo nostro tempo così complicato e difficile, l’invito a leggerlo sembra per noi quanto mai appropriato ed urgente. Guardiamo bene!

CON QUALI ASPETTATIVE VIVO QUESTO TEMPO?

Parola: PROFEZIA

 

 

Martedì 31 luglio

 

Capitolo 13

1In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. 2Prendendo la parola, Gesù rispose: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? 3No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. 4O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? 5No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».

6Disse anche questa parabola: «Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. 7Allora disse al vignaiolo: Ecco, son tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno? 8Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora quest’anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime 9e vedremo se porterà frutto per l’avvenire; se no, lo taglierai». 10Una volta stava insegnando in una sinagoga il giorno di sabato. 11C’era là una donna che aveva da diciotto anni uno spirito che la teneva inferma; era curva e non poteva drizzarsi in nessun modo. 12Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei libera dalla tua infermità», 13e le impose le mani. Subito quella si raddrizzò e glorificava Dio. 14Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, rivolgendosi alla folla disse: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi curare e non in giorno di sabato». 15Il Signore replicò: «Ipocriti, non scioglie forse, di sabato, ciascuno di voi il bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? 16E questa figlia di Abramo, che satana ha tenuto legata diciott’anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato?». 17Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute. 18Diceva dunque: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo rassomiglierò? 19È simile a un granellino di senapa, che un uomo ha preso e gettato nell’orto; poi è cresciuto e diventato un arbusto, e gli uccelli del cielo si sono posati tra i suoi rami». 20E ancora: «A che cosa rassomiglierò il regno di Dio? 21È simile al lievito che una donna ha preso e nascosto in tre staia di farina, finché sia tutta fermentata».

 

Tutti abbiamo bisogno di conversione. Ogni giorno ne abbiamo bisogno. La fede non si conquista una volta per tutte, ma si vive ogni giorno. Altrimenti si perde. Dio pazienta fino alla fine, ma il resto sta a noi, nella grande libertà che ci è concessa. La liberazione dai lacci che ci tengono bloccati viene prima di tutte le tradizioni e le credenze. È paragonata all’acqua, senza la quale non possiamo avere la vita. Ma se lasciamo entrare il Regno poi cresce e si fortifica fino a farci da riparo per la vita.

CONSIDERO LA FEDE UN FATTO STATICO O DINAMICO?

Parola: VIAGGIO

 

 

Mercoledì 1 agosto

 

22Passava per città e villaggi, insegnando, mentre camminava verso Gerusalemme. 23Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Rispose: 24«Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno. 25Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete. 26Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze. 27Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d’iniquità! 28Là ci sarà pianto e stridore di denti quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e voi cacciati fuori. 29Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. 30Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi». 31In quel momento si avvicinarono alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere». 32Egli rispose: «Andate a dire a quella volpe: Ecco, io scaccio i demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno avrò finito. 33Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io vada per la mia strada, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme. 34Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che sono mandati a te, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come una gallina la sua covata sotto le ali e voi non avete voluto! 35Ecco, la vostra casa vi viene lasciata deserta!  Vi dico infatti che non mi vedrete più fino al tempo in cui direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!».

 

Non ci sono confini per il Regno di Dio: arriveranno da tutte le parti. Anche se la misericordia è infinita occorre che il nostro sforzo sia grande. L’amore non conosce asimmetrie. All’Amore infinito non si può rispondere con mezze misure. Il grande amore di Dio è quello che restringe la porta. Ci ama infinitamente per farsi riamare infinitamente. Il rischio per noi sta proprio nella nostra Gerusalemme: dove pensiamo di avere il nostro santuario è possibile che lì uccidiamo la profezia. Rischiamo che la casa resti deserta nel punto più sacro. Impariamo l’amore grande.

LA PORTA È STRETTA, IN QUALE “SPIGOLO” RISCHIO DI SBATTERE LA TESTA?

Parola: CUORE

 

 

Giovedì 2 agosto

 

Capitolo 14

1Un sabato era entrato in casa di uno dei capi dei farisei per pranzare e la gente stava ad osservarlo. 2Davanti a lui stava un idropico. 3Rivolgendosi ai dottori della legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no curare di sabato?». 4Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò. 5Poi disse: «Chi di voi, se un asino o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà subito fuori in giorno di sabato?». 6E non potevano rispondere nulla a queste parole.

7Osservando poi come gli invitati sceglievano i primi posti, disse loro una parabola: 8«Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più ragguardevole di te 9e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: Cedigli il posto! Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. 10Invece quando sei invitato, và a metterti all’ultimo posto, perché venendo colui che ti ha invitato ti dica: Amico, passa più avanti. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. 11Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato». 12Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch’essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio. 13Al contrario, quando dài un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; 14e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

15Uno dei commensali, avendo udito ciò, gli disse: «Beato chi mangerà il pane nel regno di Dio!». 16Gesù rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. 17All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: Venite, è pronto. 18Ma tutti, all’unanimità, cominciarono a scusarsi. Il primo disse: Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego, considerami giustificato. 19Un altro disse: Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego, considerami giustificato. 20Un altro disse: Ho preso moglie e perciò non posso venire. 21Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al padrone. Allora il padrone di casa, irritato, disse al servo: Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui poveri, storpi, ciechi e zoppi. 22Il servo disse: Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto. 23Il padrone allora disse al servo: Esci per le strade e lungo le siepi, spingili a entrare, perché la mia casa si riempia. 24Perché vi dico: Nessuno di quegli uomini che erano stati invitati assaggerà la mia cena».

 

La vita, quella vera, viene prima di tutto. L’alternativa della vita è solo la morte. Gesù invita tutti alla festa della vita. Occorre accogliere l’invito e non pensare mai di essere i soli invitati. Dio chiama per sua misericordia e non per i nostri meriti. La nostra libertà può rifiutare l’invito: nessuno è obbligato. E nessuno ha l’esclusivo invito. Per questo conviene mettersi agli ultimi posti. Lasciamo sempre la scelta a Lui: non sbaglia. In questo giorno del Perdono di Assisi, chiediamo a Dio di entrare al suo banchetto.

ACCETTO GLI INVITI CHE GESÚ OGGI MI FA?

Parola: BANCHETTO

 

 

Venerdì 3 agosto

 

25Siccome molta gente andava con lui, egli si voltò e disse: 26«Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. 27Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo. 28Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? 29Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: 30Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro. 31Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? 32Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda un’ambasceria per la pace. 33Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo. 34Il sale è buono, ma se anche il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si salerà? 35Non serve né per la terra né per il concime e così lo buttano via. Chi ha orecchi per intendere, intenda».

 

Dio ci chiama. Ma anche il mondo ci chiama con le sue lusinghe. Le chiamate vanno spesso in direzioni opposte. Solo Cristo e la sua croce occorre amare. Dentro questo amore si possono riamare cento volte tanto anche i nostri legami della terra. Se non ami Cristo tutto il resto perde il suo sapore. Non ci sta. Certo è un’impresa che va calcolata bene, dosate le forze ed affrontata con il massimo impegno. Chi rinuncia a tutto per Lui, tutto ritrova.

NELLA MIA GRADUATORIA, CRISTO IN CHE POSIZIONE STA OGGI?

Parola: OTTICA

 

 

Sabato 4 agosto

 

Capitolo 15

1Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. 2I farisei e gli scribi mormoravano: «Costui riceve i peccatori e mangia con loro». 3Allora egli disse loro questa parabola: 4«Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova? 5Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, 6va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta. 7Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione.

8O quale donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova? 9E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta. 10Così, vi dico, c’è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».

 

Rallegratevi con me! Oggi Dio ci invita alla sua festa. Questa è la vera festa del cielo, il vero miracolo che ogni giorno si ripete chissà quante volte sulla terra: la conversione del cuore. Se ci sentiamo giusti non solo ci inganniamo, ma pretendiamo di dire a Dio con chi deve mangiare. Se riconosciamo la nostra finitudine allora abbiamo una speranza di conversione. E allora sarà festa, in cielo e anche in terra.

VIVO IL PECCATO COME OCCASIONE PER PREPARARE LA FESTA?

Parola: BASSO

 

 

Domenica 5 agosto

 

11Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. 12Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. 13Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. 14Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. 15Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. 16Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. 17Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! 18Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; 19non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. 20Partì e si incamminò verso suo padre.

Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. 21Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. 22Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l’anello al dito e i calzari ai piedi. 23Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, 24perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa.

 

Dio ci dà una dote, ogni giorno accumula un tesoro sul nostro conto. Possiamo richiederlo e partire, ma lontano da Lui sperperiamo tutto e finisce. Da quel momento in poi non c’è da fare alcun cammino, alcuna strada per chissà dove, solo un movimento: rientrare in se stessi. Dentro noi stessi ritroviamo la scintilla d’amore che Dio ci ha donato creandoci. Come i minatori vedono l’uscita lontana, ma sicura. A quel punto siamo pronti per tornare da Lui. L’unica cosa che può frenarci è la paura di Dio. Ma Dio non può far paura. L’Amore non può odiare.

HO CHIESTO MAI A DIO I MIEI AVERI PER PARTIRE?

Parola: RITORNO

 

 

Lunedì 6 agosto

 

25Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; 26chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. 27Il servo gli rispose: È tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. 28Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. 29Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. 30Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. 31Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; 32ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato».

 

La paura che può “fregare” il peccatore, può “fregare” anche il giusto. Non avere il coraggio di andare dal Padre a domandare cosa sta succedendo, ma inviare i servi. Se vediamo direttamente il volto del Padre, nessuna domanda ci può fermare. Se pretendiamo risposte per i nostri meriti allora non c’è l’Amore in noi, ma la pretesa.

CERCO SCAPPATOIE PER NON PARLARE COL PADRE FACCIA A FACCIA?

Parola: SEMPLICE

 

 

Martedì 7 agosto

 

Capitolo 16

1Diceva anche ai discepoli: «C’era un uomo ricco che aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. 2Lo chiamò e gli disse: Che è questo che sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non puoi più essere amministratore. 3L’amministratore disse tra sé: Che farò ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ho forza, mendicare, mi vergogno. 4So io che cosa fare perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua. 5Chiamò uno per uno i debitori del padrone e disse al primo: 6Tu quanto devi al mio padrone? Quello rispose: Cento barili d’olio. Gli disse: Prendi la tua ricevuta, siediti e scrivi subito cinquanta. 7Poi disse a un altro: Tu quanto devi? Rispose: Cento misure di grano. Gli disse: Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta. 8Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.

 

Occorrerebbe parlare del sistema dell’amministrazione agricola in Israele a quel tempo, ma non lo facciamo. Ovviamente basta pensare che Gesù non loda la disonestà. Gesù loda la scaltrezza che spesso invece viene rifiutata nel nostro cammino di fede. “Siate astuti come i serpenti!” Ogni talento va messo al servizio della nostra salvezza.

SE IL PADRONE MI CHIEDESSE CONTO OGGI, SAREI PRONTO?

Parola: VEGLIA

 

 

Mercoledì 8 agosto

 

9Ebbene, io vi dico: Procuratevi amici con la disonesta ricchezza, perché, quand’essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne. 10Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto. 11Se dunque non siete stati fedeli nella disonesta ricchezza, chi vi affiderà quella vera? 12E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? 13Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire a Dio e a mammona».

 

Quel che conta è conquistarsi amici anche rinunciando alle ricchezze. La fedeltà a Dio si dimostra in qualsiasi situazione della vita. Non ci sono momenti privilegiati. Quel che conta sempre è mettere Dio al primo posto e, illuminate dalla Sua luce, vedere tutte le mie cose.

QUANTI DÉI ADORO?

Parola: UNO

 

 

 

Giovedì 9 agosto

 

14I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si beffavano di lui. 15Egli disse: «Voi vi ritenete giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che è esaltato fra gli uomini è cosa detestabile davanti a Dio. 16La Legge e i Profeti arrivano fino a Giovanni; da allora in poi viene annunziato il regno di Dio e ognuno si sforza per entrarvi.

17È più facile che abbiano fine il cielo e la terra, anziché cada un solo trattino della Legge.

18Chiunque ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio; chi sposa una donna ripudiata dal marito, commette adulterio.

 

Gesù viene continuamente interrogato. Anche da noi, ogni giorno. Da un lato non possiamo provocare Dio, dall’altro è domandando che si riceve. Sforziamoci di domandare con fede. La legge ci conduce a Cristo, la grazia di Cristo ci salva.

LA MIA PRESENZA SULLA TERRA È “RISPETTOSA”?

Parola: CURA

 

 

Venerdì 10 agosto

 

19C’era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente. 20Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe, 21bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe. 22Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. 23Stando nell’inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui. 24Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura. 25Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti. 26Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi. 27E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre, 28perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento. 29Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. 30E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno. 31Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi».

 

Non sono i segni a formare la fede, ma è la fede che riconosce i segni. Cristo ci chiama in mille modi. Dopo la Pasqua non c’è bisogno di altri segni. Se non credo alla Parola di ogni giorno, non crederei neanche ad incontrare Gesù in persona in carne ed ossa. Ascoltiamo la vita.

Santa Chiara ci aiuti ad accrescere la nostra fede.

SENTO CHE MI MANCA QUALCOSA PER CREDERE APPIENO?

Parola: ASCOLTO

 

 

 

 

 

Sabato 11 agosto

 

Capitolo 17

1Disse ancora ai suoi discepoli: «È inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui per cui avvengono. 2È meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e venga gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. 3State attenti a voi stessi!

Se un tuo fratello pecca, rimproveralo; ma se si pente, perdonagli. 4E se pecca sette volte al giorno contro di te e sette volte ti dice: Mi pento, tu gli perdonerai». 5Gli apostoli dissero al Signore: 6«Aumenta la nostra fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe. 7Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola? 8Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu? 9Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? 10Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare».

 

Gesù conosce l’indole umana. Per questo non nutre speranze che gli scandali finiscano. Si rivolge ai discepoli per richiamare ognuno alla sua responsabilità. Non possiamo mai dire: “lo fan tutti!”. Per quanto ci riguarda dobbiamo crescere nel perdonare gli altri e nell’umiltà del servizio silenzioso. Queste cose si possono fare solo con una fede grande, per questo chiediamo a Dio di aumentare la fede. Ogni giorno.

COSA POSSO FARE PER AUMENTARE LA FEDE?

Parola: CAMMINARE

 

 

Domenica 12 agosto

 

11Durante il viaggio verso Gerusalemme, Gesù attraversò la Samaria e la Galilea. 12Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi i quali, fermatisi a distanza, 13alzarono la voce, dicendo: «Gesù maestro, abbi pietà di noi!». 14Appena li vide, Gesù disse: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono sanati. 15Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce; 16e si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo. Era un Samaritano. 17Ma Gesù osservò: «Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono? 18Non si è trovato chi tornasse a render gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: 19«Alzati e và; la tua fede ti ha salvato!». 20Interrogato dai farisei: «Quando verrà il regno di Dio?», rispose: 21«Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!».

 

Dentro di noi ci sono tutti e dieci i lebbrosi. Gesù guarisce tutta la nostra vita. Ma spesso torna indietro a ringraziare solo la nostra parte straniera: quella ove credevamo di essere più deboli e più lontani. Alla fine infatti nove sono sanati, uno è salvato. “Quando sono debole …” Il Regno di Dio viene in noi nelle parti più recondite.

NELL’OPERA DI DIO IN ME: CONOSCO LA DIFFERENZA FRA SALUTE E SALVEZZA?

Parola: NASCOSTO

 

 

Lunedì 13 agosto

 

22Disse ancora ai discepoli: «Verrà un tempo in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. 23Vi diranno: Eccolo là, o: eccolo qua; non andateci, non seguiteli. 24Perché come il lampo, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. 25Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga ripudiato da questa generazione. 26Come avvenne al tempo di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: 27mangiavano, bevevano, si ammogliavano e si maritavano, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece perire tutti. 28Come avvenne anche al tempo di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; 29ma nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece perire tutti. 30Così sarà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si rivelerà. 31In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza, se le sue cose sono in casa, non scenda a prenderle; così chi si troverà nel campo, non torni indietro. 32Ricordatevi della moglie di Lot. 33Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi invece la perde la salverà. 34Vi dico: in quella notte due si troveranno in un letto: l’uno verrà preso e l’altro lasciato; 35due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà presa e l’altra lasciata». 36 37Allora i discepoli gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, là si raduneranno anche gli avvoltoi».

 

Nessuno conosce il come e il quando della venuta di Cristo. Allora occorre vigilare sempre, senza tener dietro a strani veggenti. La nostra società ci sembra corrotta, ma sempre ci sono state queste cose: mangiavano e bevevano. Il luogo è, ovviamente ignoto, “dove il cadavere …” Se viviamo la vita nell’attesa, allora quando sarà il giorno, di certo, non ci volteremo indietro. E non conterà cosa stiamo facendo, ma come lo stiamo facendo.

COSA PENSO, SINCERAMENTE, DELLA FINE DEL MONDO?

Parola: SEMPRE

 

 

Martedì 14 agosto

 

Capitolo 18

1Disse loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi: 2«C’era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. 3In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. 4Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, 5poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi». 6E il Signore soggiunse: «Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. 7E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? 8Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?». 9Disse ancora questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri: 10«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. 11Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. 12Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo. 13Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. 14Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell’altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato».

 

Occorre pregare tutta la vita. Anzi, come francescani possiamo dire, bisogna diventare preghiera. Ma la domanda è di quelle che fanno tremare: finirà la fede sulla terra? Sta a noi. Occorre una fede tenace come quella della vedova e umile come quella del pubblicano.

IL FIGLIO DELL’UOMO MI TROVERÁ NELLA FEDE?

Parola: RISCHIO

 

 

Mercoledì 15 agosto

 

15Gli presentavano anche i bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli, vedendo ciò, li rimproveravano. 16Allora Gesù li fece venire avanti e disse: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. 17In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non vi entrerà». 18Un notabile lo interrogò: «Maestro buono, che devo fare per ottenere la vita eterna?». 19Gesù gli rispose: «Perché mi dici buono? Nessuno è buono, se non uno solo, Dio. 20Tu conosci i comandamenti: Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non testimoniare il falso, onora tuo padre e tua madre». 21Costui disse: «Tutto questo l’ho osservato fin dalla mia giovinezza». 22Udito ciò, Gesù gli disse: «Una cosa ancora ti manca: vendi tutto quello che hai, distribuiscilo ai poveri e avrai un tesoro nei cieli; poi vieni e seguimi». 23Ma quegli, udite queste parole, divenne assai triste, perché era molto ricco. 24Quando Gesù lo vide, disse: «Quant’è difficile, per coloro che possiedono ricchezze entrare nel regno di Dio. 25È più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per un ricco entrare nel regno di Dio!». 26Quelli che ascoltavano dissero: «Allora chi potrà essere salvato?». 27Rispose: «Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio».

 

Nel giorno dell’Assunzione in cielo di Maria, Gesù ci chiede la freschezza dei bambini, la fortezza di chi segue la legge di Dio ed il coraggio di chi lascia tutto. Non è facile, ma anche oggi Gesù ci dice, come a Maria: Nulla è impossibile a Dio.

COSA, MI IMPEDISCE DI DIRE SÍ OGNI GIORNO?

Parola:  GRANDEZZA

 

 

Giovedì 16 agosto

 

28Pietro allora disse: «Noi abbiamo lasciato tutte le nostre cose e ti abbiamo seguito». 29Ed egli rispose: «In verità vi dico, non c’è nessuno che abbia lasciato casa o moglie o fratelli o genitori o figli per il regno di Dio, 30che non riceva molto di più nel tempo presente e la vita eterna nel tempo che verrà». 31Poi prese con sé i Dodici e disse loro: «Ecco, noi andiamo a Gerusalemme, e tutto ciò che fu scritto dai profeti riguardo al Figlio dell’uomo si compirà. 32Sarà consegnato ai pagani, schernito, oltraggiato, coperto di sputi 33e, dopo averlo flagellato, lo uccideranno e il terzo giorno risorgerà». 34Ma non compresero nulla di tutto questo; quel parlare restava oscuro per loro e non capivano ciò che egli aveva detto.

 

Gesù ci illustra oggi qual è la gara e qual è il premio. Annuncia la sua Pasqua e promette un premio molto più grande di quello che si lascia. Non solo nel mondo che sarà, ma fin d’ora. La nostra Pasqua possiamo viverla già nei nostri giorni terreni.

HO SCOPERTO QUAL È IL CENTUPLO QUAGGIÚ?

Parola: TERRA

 

 

Venerdì 17 agosto

 

35Mentre si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto a mendicare lungo la strada. 36Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. 37Gli risposero: «Passa Gesù il Nazareno!». 38Allora incominciò a gridare: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». 39Quelli che camminavano avanti lo sgridavano, perché tacesse; ma lui continuava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». 40Gesù allora si fermò e ordinò che glielo conducessero. Quando gli fu vicino, gli domandò: 41«Che vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io riabbia la vista». 42E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». 43Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo lodando Dio. E tutto il popolo, alla vista di ciò, diede lode a Dio.

 

Siamo seduti lungo la strada della nostra vita. Gesù passa di sicuro. Allora noi, nel bisogno, cominciamo a gridare. Ed è proprio la “gente di chiesa” che ci sgrida per farci tacere. Ma Gesù vede oltre. Sempre ci si accosta. Allora possiamo chiedere, pregare e otterremo. Stiamo sempre attenti a chi passa. Potrebbe essere Gesù.

HO MAI PROVATO A GRIDARE PER FERMARE GESÚ CHE PASSA?

Parola: LODE

 

 

Sabato 18 agosto

 

Capitolo 19

1Entrato in Gerico, attraversava la città. 2Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, 3cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura. 4Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là. 5Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». 6In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. 7Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È andato ad alloggiare da un peccatore!». 8Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto». 9Gesù gli rispose: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch’egli è figlio di Abramo; 10il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

 

La nostra piccolezza a volte ci frena nel cammino che stiamo facendo per vedere Gesù. Ma, quando sentiamo che è arrivato il momento “forte”, dobbiamo salire su quel che troviamo a portata di mano, servirci di qualsiasi cosa. E allora sarà Lui ad alzare lo sguardo e a dirci: “scendi”. Perché Gesù ci ama per come siamo, senza che tentiamo “scalate”. Cerca quello che, in noi, è perduto.

SO RICONOSCERE IL MOMENTO FAVOREVOLE?

Parola: TEMPO

Domenica 19 agosto

 

11Mentre essi stavano ad ascoltare queste cose, Gesù disse ancora una parabola perché era vicino a Gerusalemme ed essi credevano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro. 12Disse dunque: «Un uomo di nobile stirpe partì per un paese lontano per ricevere un titolo regale e poi ritornare. 13Chiamati dieci servi, consegnò loro dieci mine, dicendo: Impiegatele fino al mio ritorno. 14Ma i suoi cittadini lo odiavano e gli mandarono dietro un’ambasceria a dire: Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi. 15Quando fu di ritorno, dopo aver ottenuto il titolo di re, fece chiamare i servi ai quali aveva consegnato il denaro, per vedere quanto ciascuno avesse guadagnato. 16Si presentò il primo e disse: Signore, la tua mina ha fruttato altre dieci mine. 17Gli disse: Bene, bravo servitore; poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città. 18Poi si presentò il secondo e disse: La tua mina, signore, ha fruttato altre cinque mine. 19Anche a questo disse: Anche tu sarai a capo di cinque città. 20Venne poi anche l’altro e disse: Signore, ecco la tua mina, che ho tenuta riposta in un fazzoletto; 21avevo paura di te che sei un uomo severo e prendi quello che non hai messo in deposito, mieti quello che non hai seminato. 22Gli rispose: Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: 23perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi. 24Disse poi ai presenti: Toglietegli la mina e datela a colui che ne ha dieci 25Gli risposero: Signore, ha già dieci mine! 26Vi dico: A chiunque ha sarà dato; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. 27E quei miei nemici che non volevano che diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me».

 

Il progetto di Dio perché arrivi il suo regno non può essere fermato per nessun conto. Possiamo solo rovinare il suo arrivo dentro di noi. Per quello la nostra libertà è rispettata da Dio come sacra. Perché arrivi appieno serve invece che mettiamo a frutto quello che ci viene dato. Con Dio il pareggio non basta. Bisogna sempre vincere. Ci vuole poco, ma bisogna vincere.

QUAL È IL MIO “ESTRATTO-CONTO” CON DIO?

Parola: PIÚ

 

 

Lunedì 20 agosto

 

28Dette queste cose, Gesù proseguì avanti agli altri salendo verso Gerusalemme.

29Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: 30«Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è mai salito; scioglietelo e portatelo qui. 31E se qualcuno vi chiederà: Perché lo sciogliete?, direte così: Il Signore ne ha bisogno». 32Gli inviati andarono e trovarono tutto come aveva detto. 33Mentre scioglievano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché sciogliete il puledro?». 34Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno».

35Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. 36Via via che egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. 37Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, esultando, cominciò a lodare Dio a gran voce, per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo: 38« Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!». 39Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». 40Ma egli rispose: «Vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre». 41Quando fu vicino, alla vista della città, pianse su di essa, dicendo: 42«Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi. 43Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte; 44abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata». 45Entrato poi nel tempio, cominciò a cacciare i venditori, 46dicendo: «Sta scritto: La mia casa sarà casa di preghiera. Ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri!».  47Ogni giorno insegnava nel tempio. I sommi sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo perire e così anche i notabili del popolo; 48ma non sapevano come fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue parole.

 

La previsione della distruzione di Gerusalemme risente, probabilmente, della distruzione avvenuta nel 70 ad opera di Roma. Gesù ci manda avanti a prendergli un puledro. Il suo Regno vuole avanzare con la nostra collaborazione. E tutti, prima del Passaggio finale lo intravedono. L’annuncio non può essere fermato. Anche noi, seppur non avessimo ancora incontrato il Risorto abbiamo il dovere di gridare: Osanna! Se stiamo zitti noi, grideranno le pietre. Ma c’è una parte di noi che cerca di uccidere Gesù: sta diventando troppo importante dentro di noi.

NEL GRIDARE OSCILLO ANCORA FRA “OSANNA” E “CROCIFIGGILO”?

Parola: RE

 

 

Martedì 21 agosto

 

Capitolo 20

1Un giorno, mentre istruiva il popolo nel tempio e annunziava la parola di Dio, si avvicinarono i sommi sacerdoti e gli scribi con gli anziani e si rivolsero a lui dicendo: 2«Dicci con quale autorità fai queste cose o chi è che t’ha dato quest’autorità». 3E Gesù disse loro: «Vi farò anch’io una domanda e voi rispondetemi: 4Il battesimo di Giovanni veniva dal Cielo o dagli uomini?». 5Allora essi discutevano fra loro: «Se diciamo “dal Cielo”, risponderà: “Perché non gli avete creduto?”. 6E se diciamo “dagli uomini”, tutto il popolo ci lapiderà, perché è convinto che Giovanni è un profeta». 7Risposero quindi di non saperlo. 8E Gesù disse loro: «Nemmeno io vi dico con quale autorità faccio queste cose».

9Poi cominciò a dire al popolo questa parabola: «Un uomo piantò una vigna, l’affidò a dei coltivatori e se ne andò lontano per molto tempo. 10A suo tempo, mandò un servo da quei coltivatori perché gli dessero una parte del raccolto della vigna. Ma i coltivatori lo percossero e lo rimandarono a mani vuote. 11Mandò un altro servo, ma essi percossero anche questo, lo insultarono e lo rimandarono a mani vuote. 12Ne mandò ancora un terzo, ma anche questo lo ferirono e lo cacciarono. 13Disse allora il padrone della vigna: Che devo fare? Manderò il mio unico figlio; forse di lui avranno rispetto. 14Quando lo videro, i coltivatori discutevano fra loro dicendo: Costui è l’erede. Uccidiamolo e così l’eredità sarà nostra. 15E lo cacciarono fuori della vigna e l’uccisero. Che cosa farà dunque a costoro il padrone della vigna? 16Verrà e manderà a morte quei coltivatori, e affiderà ad altri la vigna». Ma essi, udito ciò, esclamarono: «Non sia mai!». 17Allora egli si volse verso di loro e disse: «Che cos’è dunque ciò che è scritto: La pietra che i costruttori hanno scartata, è diventata testata d’angolo? 18Chiunque cadrà su quella pietra si sfracellerà e a chi cadrà addosso, lo stritolerà».

 

Le domande “perfide” che gli scribi rivolgono a Gesù sono anche le nostre domande. Quante volte abbiamo gli abbiamo chiesto con quale diritto viene a parlarci? Ma le sue domande ci creano sempre inquietudine. Comunque rispondiamo ci sembra di sbagliare. Stiamo attenti a non uccidere, dentro di noi, il Figlio che viene, dopo molti vignaioli per coltivare la sua vigna che siamo noi. Il suo Regno che sta dentro di noi.

COME CI ENTRANO LE DOMANDE DI GESÚ?

Parola: SPADA

 

 

Mercoledì 22 agosto

 

19Gli scribi e i sommi sacerdoti cercarono allora di mettergli addosso le mani, ma ebbero paura del popolo. Avevano capito che quella parabola l’aveva detta per loro. 20Postisi in osservazione, mandarono informatori, che si fingessero persone oneste, per coglierlo in fallo nelle sue parole e poi consegnarlo all’autorità e al potere del governatore. 21Costoro lo interrogarono: «Maestro, sappiamo che parli e insegni con rettitudine e non guardi in faccia a nessuno, ma insegni secondo verità la via di Dio. 22È lecito che noi paghiamo il tributo a Cesare?». 23Conoscendo la loro malizia, disse: 24«Mostratemi un denaro: di chi è l’immagine e l’iscrizione?». Risposero: «Di Cesare». 25Ed egli disse: «Rendete dunque a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio». 26Così non poterono coglierlo in fallo davanti al popolo e, meravigliati della sua risposta, tacquero.

 

Spesso tentiamo Gesù cercando da Lui l’autorizzazione per uscire dal mondo. Ma Lui sempre ce la nega. La vita può essere solo una: i piedi ben appoggiati per terra, lo sguardo rivolto al cielo. Non si può porre l’alternativa tra la terra ed il cielo. Va afferrata una sottigliezza: quando vogliamo mettere alla prova Gesù lo facciamo interrogare, dalla parte di noi che riteniamo “perbene”. Ma è solo finzione. Dio ama il nostro lato oscuro, purché sia vero!

NELLA VITA CAMMINO, CORRO, O VOLO?

Parola: CARNE

 

 

Giovedì 23 agosto

 

27Gli si avvicinarono poi alcuni sadducei, i quali negano che vi sia la risurrezione, e gli posero questa domanda: 28«Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se a qualcuno muore un fratello che ha moglie, ma senza figli, suo fratello si prenda la vedova e dia una discendenza al proprio fratello. 29C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. 30Allora la prese il secondo 31e poi il terzo e così tutti e sette; e morirono tutti senza lasciare figli. 32Da ultimo anche la donna morì. 33Questa donna dunque, nella risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». 34Gesù rispose: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; 35ma quelli che sono giudicati degni dell’altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie né marito; 36e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio. 37Che poi i morti risorgono, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando chiama il Signore: Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. 38Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per lui». 39Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». 40E non osavano più fargli alcuna domanda.

 

Spesso pensiamo di misurare il cielo, con il metro della terra. È una tentazione sempre dietro l’angolo. No! Dio non è così. In questo “frattempo” della Chiesa, c’è la luce e il buio, il bianco e il nero ….  Poi ci sarà solo Luce, solo Vita, solo Amore e Dio sarà tutto in tutti.

VOGLIO MISURARE DIO CON IN MIEI PASSI?

Parola: ALTRO

 

 

Venerdì 24 agosto

 

41Egli poi disse loro: «Come mai dicono che il Cristo è figlio di Davide, 42se Davide stesso nel libro dei Salmi dice: Ha detto il Signore al mio Signore: siedi alla mia destra, 43 finché io ponga i tuoi nemici come sgabello ai tuoi piedi?  44Davide dunque lo chiama Signore; perciò come può essere suo figlio?». 45E mentre tutto il popolo ascoltava, disse ai discepoli: 46«Guardatevi dagli scribi che amano passeggiare in lunghe vesti e hanno piacere di esser salutati nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei conviti; 47divorano le case delle vedove, e in apparenza fanno lunghe preghiere. Essi riceveranno una condanna più severa».

 

La discendenza umana di Gesù da Davide non può essere in nessun modo accostata alla divinità di Cristo. La provenienza da Dio supera ogni altra cosa. Prima di qualsiasi altra definizione dentro di noi occorre che torni a risuonare l’annuncio più antico: “Gesù è il Signore”. Questo basta.

Parola: FIGLIO

 

 

Sabato 25 agosto

 

Capitolo 21

1Alzati gli occhi, vide alcuni ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro. 2Vide anche una vedova povera che vi gettava due spiccioli 3e disse: «In verità vi dico: questa vedova, povera, ha messo più di tutti. 4Tutti costoro, infatti, han deposto come offerta del loro superfluo, questa invece nella sua miseria ha dato tutto quanto aveva per vivere». 5Mentre alcuni parlavano del tempio e delle belle pietre e dei doni votivi che lo adornavano, disse: 6«Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta». 7Gli domandarono: «Maestro, quando accadrà questo e quale sarà il segno che ciò sta per compiersi?». 8Rispose: «Guardate di non lasciarvi ingannare. Molti verranno sotto il mio nome dicendo: “Sono io” e: “Il tempo è prossimo”; non seguiteli. 9Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà subito la fine». 10Poi disse loro: «Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, 11e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo. 12Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome. 13Questo vi darà occasione di render testimonianza. 14Mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa; 15io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere. 16Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; 17sarete odiati da tutti per causa del mio nome. 18Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà. 19Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime.

 

La nostra offerta oscilla: alcuni giorni pensiamo di dare molto e invece diamo solo il superfluo, altri giorni pensiamo di dare poco ed invece è tutto quello che abbiamo. Dio guarda il cuore! Della nostra religiosità esteriore non resterà pietra su pietra. Poi, un giorno, ci verrà chiesto tutto di noi stessi. Tutto sembrerà perduto ed invece tutto sarà guadagnato. La perseveranza ci salverà.

COSA DONO OGGI A DIO?

Parola: CUORE

 

 

Domenica 26 agosto

 

20Ma quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, sappiate allora che la sua devastazione è vicina. 21Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano ai monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli in campagna non tornino in città; 22saranno infatti giorni di vendetta, perché tutto ciò che è stato scritto si compia. 23Guai alle donne che sono incinte e allattano in quei giorni, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. 24Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri tra tutti i popoli; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani siano compiuti. 25Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, 26mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. 27Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con potenza e gloria grande. 28Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina». 29E disse loro una parabola: «Guardate il fico e tutte le piante; 30quando già germogliano, guardandoli capite da voi stessi che ormai l’estate è vicina. 31Così pure, quando voi vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. 32In verità vi dico: non passerà questa generazione finché tutto ciò sia avvenuto. 33Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. 34State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso improvviso; 35come un laccio esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. 36Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo». 37Durante il giorno insegnava nel tempio, la notte usciva e pernottava all’aperto sul monte detto degli Ulivi. 38E tutto il popolo veniva a lui di buon mattino nel tempio per ascoltarlo.

 

Ci sono momenti nella nostra vita che sono durissimi. Sembra che la nostra fine sia vicina, addirittura possiamo desiderarla e non arriva. Vegliamo e preghiamo in ogni momento. Allora dal cielo arriverà la nostra liberazione. Da quello che sembrava più buio nascerà le grande luce.

Solo pregando avremo la forza di comparire.

NEI MOMENTI DURI MI SENTO SVEGLI O ADDORMENTATO?

Parola: LIBERAZIONE

 

 

 

 

Lunedì 27 agosto

 

Capitolo 22

1Si avvicinava la festa degli Azzimi, chiamata Pasqua, 2e i sommi sacerdoti e gli scribi cercavano come toglierlo di mezzo, poiché temevano il popolo. 3Allora satana entrò in Giuda, detto Iscariota, che era nel numero dei Dodici. 4Ed egli andò a discutere con i sommi sacerdoti e i capi delle guardie sul modo di consegnarlo nelle loro mani. 5Essi si rallegrarono e si accordarono di dargli del denaro. 6Egli fu d’accordo e cercava l’occasione propizia per consegnarlo loro di nascosto dalla folla. 7Venne il giorno degli Azzimi, nel quale si doveva immolare la vittima di Pasqua. 8Gesù mandò Pietro e Giovanni dicendo: «Andate a preparare per noi la Pasqua, perché possiamo mangiare». 9Gli chiesero: «Dove vuoi che la prepariamo?». 10Ed egli rispose: «Appena entrati in città, vi verrà incontro un uomo che porta una brocca d’acqua. Seguitelo nella casa dove entrerà 11e direte al padrone di casa: Il Maestro ti dice: Dov’è la stanza in cui posso mangiare la Pasqua con i miei discepoli? 12Egli vi mostrerà una sala al piano superiore, grande e addobbata; là preparate». 13Essi andarono e trovarono tutto come aveva loro detto e prepararono la Pasqua.

 

Dentro di noi si affrontano ogni giorno Dio e satana. E dentro di noi ognuno di loro trova, rispettivamente, Pietro e Giovanni oppure Giuda come alleati. Dentro di noi c’è tutto il bene e tutto il male. Una parte vorrebbe vendere Gesù, un’altra è pronta per preparare la Pasqua.

Cerchiamo quali sono gli alleati giusti.

COSA MI AIUTA A PREPARARE LA PASQUA PER GESÚ?

Parola: PREPARARE

 

 

Martedì 28 agosto

 

14Quando fu l’ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, 15e disse: «Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, 16poiché vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio». 17E preso un calice, rese grazie e disse: «Prendetelo e distribuitelo tra voi, 18poiché vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non venga il regno di Dio». 19Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». 20Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi». 21«Ma ecco, la mano di chi mi tradisce è con me, sulla tavola. 22Il Figlio dell’uomo se ne va, secondo quanto è stabilito; ma guai a quell’uomo dal quale è tradito!». 23Allora essi cominciarono a domandarsi a vicenda chi di essi avrebbe fatto ciò. 24Sorse anche una discussione, chi di loro poteva esser considerato il più grande. 25Egli disse: «I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori. 26Per voi però non sia così; ma chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve. 27Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve. 28Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove; 29e io preparo per voi un regno, come il Padre l’ha preparato per me, 30perché possiate mangiare e bere alla mia mensa nel mio regno e siederete in trono a giudicare le dodici tribù di Israele.

 

L’Eucaristia, memoriale dell’Ultima cena, è il servizio per eccellenza. È il posto dove tutti sono uguali. Dove la Chiesa può dirsi bella. Ma anche in questa azione di servizio il nostro io può essere tentato per stabilire gerarchie. Per essere il più grande. E di corse nelle nostre Messe se ne vedon parecchie. Solo due cose Gesù ci chiede: farsi ultimi e perseverare nelle prove, allora regneremo con Lui.

QUALI SONO LE COSE DENTRO DI ME CHE MI SPINGONO A COMPETERE?

Parola: MINORE

 

 

Mercoledì 29 agosto

 

31Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; 32ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli». 33E Pietro gli disse: «Signore, con te sono pronto ad andare in prigione e alla morte». 34Gli rispose: «Pietro, io ti dico: non canterà oggi il gallo prima che tu per tre volte avrai negato di conoscermi». 35Poi disse: «Quando vi ho mandato senza borsa, né bisaccia, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?». Risposero: «Nulla». 36Ed egli soggiunse: «Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così una bisaccia; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. 37Perché vi dico: deve compiersi in me questa parola della Scrittura: E fu annoverato tra i malfattori. Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo termine». 38Ed essi dissero: «Signore, ecco qui due spade». Ma egli rispose «Basta!». 39Uscito se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. 40Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». 41Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e, inginocchiatosi, pregava: 42«Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». 43Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. 44In preda all’angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra. 45Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. 46E disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione».

 

La vita di fede è una lotta. L’invito di Gesù è a farsi preveggenti, a conoscere i segni dei tempi. La pace messianica non è di questa terra, se non in modo assolutamente velato. La vita di fede nel mondo richiede momenti di aspra lotta. E non possiamo mai promettere di resistere. Non sappiamo dopo quanti canti del gallo rinnegheremo il Maestro. Meglio stare sempre pronti.

La tristezza di Gesù ci faccia fuggire da facili soluzioni sulla nostra vita. Pregate è l’invito. Ma spesso il sonno ci coglie.

HO UNA FEDE INTELLIGENTE O SDOLCINATA?

Parola: VEDERE

 

 

Giovedì 30 agosto

 

47Mentre egli ancora parlava, ecco una turba di gente; li precedeva colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, e si accostò a Gesù per baciarlo. 48Gesù gli disse: «Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell’uomo?». 49Allora quelli che eran con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: «Signore, dobbiamo colpire con la spada?». 50E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio destro. 51Ma Gesù intervenne dicendo: «Lasciate, basta così!». E toccandogli l’orecchio, lo guarì. 52Poi Gesù disse a coloro che gli eran venuti contro, sommi sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: «Siete usciti con spade e bastoni come contro un brigante? 53Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete steso le mani contro di me; ma questa è la vostra ora, è l’impero delle tenebre».

54Dopo averlo preso, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano. 55Siccome avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano seduti attorno, anche Pietro si sedette in mezzo a loro. 56Vedutolo seduto presso la fiamma, una serva fissandolo disse: «Anche questi era con lui». 57Ma egli negò dicendo: «Donna, non lo conosco!». 58Poco dopo un altro lo vide e disse: «Anche tu sei di loro!». Ma Pietro rispose: «No, non lo sono!». 59Passata circa un’ora, un altro insisteva: «In verità, anche questo era con lui; è anche lui un Galileo». 60Ma Pietro disse: «O uomo, non so quello che dici». E in quell’istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. 61Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò delle parole che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte». 62E, uscito, pianse amaramente.

 

Non solo Giuda, ma anche Pietro tradisce Gesù: tutti. Abbiamo fatto, durante il nostro viaggio, sempre affidamento su Pietro, e adesso? È un uomo. Niente di più. Neanche noi conosciamo cosa di noi stessi può tradire Gesù e cosa può seguirlo. Tutti e due tradiscono, Giuda e Pietro. Uno con azione, un altro con omissione, ma poco importa, tradiscono. Dopo il tradimento entra in gioco la misericordia di Gesù. Parla con tutti e due, guarda tutti e due. A questo punto si apre il divario. Uno sta zitto e continua per la sua strada, dimentica il tempo passato col Maestro; l’altro si ricorda della vita col Maestro e piange amaramente. Questo lo salva. Rientra in se stesso.

SE TRADISCO CRISTO SONO PRONTO A LASCIARMI GUARDARE DA LUI?

Parola: LACRIME

 

 

Venerdì 31 agosto

 

63Frattanto gli uomini che avevano in custodia Gesù lo schernivano e lo percuotevano, 64lo bendavano e gli dicevano: «Indovina: chi ti ha colpito?». 65E molti altri insulti dicevano contro di lui. 66Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i sommi sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al sinedrio e gli dissero: 67«Se tu sei il Cristo, diccelo». Gesù rispose: «Anche se ve lo dico, non mi crederete; 68se vi interrogo, non mi risponderete. 69Ma da questo momento starà  il Figlio dell’uomo seduto alla destra della potenza di Dio». 70Allora tutti esclamarono: «Tu dunque sei il Figlio di Dio?». Ed egli disse loro: «Lo dite voi stessi: io lo sono». 71Risposero: «Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L’abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca».

 

È questa la paura di chi vive nella religione. Cristo che sia Dio. Un Dio-uomo. Un uomo-Dio. Difficile da accettare per chi pensa di stare con Dio. Gesù si rivela a loro, e oggi a noi, con lo stesse parole di Dio Padre a Mosè: IO SONO. E proprio per coloro che credono di credere la professione diventa impossibile. Dio può essere creduto, ma non può essere posseduto.

QUALE ASPETTO DI GESÚ NON RIUSCIAMO AD ACCETTARE?

Parola: RIVELAZIONE

 

 

 

 

Sabato 1 settembre

 

Capitolo 23

1Tutta l’assemblea si alzò, lo condussero da Pilato 2e cominciarono ad accusarlo: «Abbiamo trovato costui che sobillava il nostro popolo, impediva di dare tributi a Cesare e affermava di essere il Cristo re». 3Pilato lo interrogò: «Sei tu il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». 4Pilato disse ai sommi sacerdoti e alla folla: «Non trovo nessuna colpa in quest’uomo». 5Ma essi insistevano: «Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea fino a qui». 6Udito ciò, Pilato domandò se era Galileo 7e, saputo che apparteneva alla giurisdizione di Erode, lo mandò da Erode che in quei giorni si trovava anch’egli a Gerusalemme. 8Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto, perché da molto tempo desiderava vederlo per averne sentito parlare e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. 9Lo interrogò con molte domande, ma Gesù non gli rispose nulla. 10C’erano là anche i sommi sacerdoti e gli scribi, e lo accusavano con insistenza. 11Allora Erode, con i suoi soldati, lo insultò e lo schernì, poi lo rivestì di una splendida veste e lo rimandò a Pilato. 12In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici; prima infatti c’era stata inimicizia tra loro.

 

Gesù viene condannato a morte dai capi del suo popolo e dai rappresentanti del popolo conquistatore, dai capi religiosi e dai capi politici. Anche dentro di noi, spesso, si apre un “gioco a rimpiattino con Gesù. Tentiamo di sballottarlo a destra e a manca per trovare il modo di liberarcene. Sembra diabolico, ma è così. E spesso, in un primo momento, ci dà anche una sensazione di pace, di quiete e di equilibrio interiore. In fondo Gesù viene a “rompere” i nostri equilibri.

QUANDO È CHE GESÚ MI DIVENTA UNA PRESENZA INGOMBRANTE?

Parola: CHIAREZZA

 

 

Domenica 2 settembre

 

13Pilato, riuniti i sommi sacerdoti, le autorità e il popolo, 14disse: «Mi avete portato quest’uomo come sobillatore del popolo; ecco, l’ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in lui nessuna colpa di quelle di cui lo accusate; 15e neanche Erode, infatti ce l’ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. 16Perciò, dopo averlo severamente castigato, lo rilascerò». 17. 18Ma essi si misero a gridare tutti insieme: «A morte costui! Dacci libero Barabba!». 19Questi era stato messo in carcere per una sommossa scoppiata in città e per omicidio. 20Pilato parlò loro di nuovo, volendo rilasciare Gesù. 21Ma essi urlavano: «Crocifiggilo, crocifiggilo!». 22Ed egli, per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato nulla in lui che meriti la morte. Lo castigherò severamente e poi lo rilascerò». 23Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso; e le loro grida crescevano. 24Pilato allora decise che la loro richiesta fosse eseguita. 25Rilasciò colui che era stato messo in carcere per sommossa e omicidio e che essi richiedevano, e abbandonò Gesù alla loro volontà.

 

Alla fine non è il potere politico-giudiziario a condannare Gesù, ma il popolo sobillato dai capi religiosi. Spesso la nostra ragione e la nostra giustizia assolvono Gesù ma, paradosso assoluto, la nostra presunta religiosità lo condanna. Entra in gioco la paura di perdere la propria intimità, di aprire il sacrario della propria anima. Allora tentiamo di crocifiggere Gesù e di far rilasciare gli assassini che sono dentro di noi.

CHE DIFFERENZA PASSA, DENTRO DI ME, TRA FEDE E RELIGIONE?

Parola: INTERROGARSI

 

 

Lunedì 3 settembre

 

26Mentre lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirène che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù. 27Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. 28Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. 29Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. 30Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci!  31Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?». 32Venivano condotti insieme con lui anche due malfattori per essere giustiziati. 33Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. 34Gesù diceva: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno». Dopo essersi poi divise le sue vesti, le tirarono a sorte.  35Il popolo stava a vedere, i capi invece lo schernivano dicendo: «Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto». 36Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell’aceto, e dicevano: 37«Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». 38C’era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei. 39Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!». 40Ma l’altro lo rimproverava: «Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? 41Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male». 42E aggiunse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». 43Gli rispose: «In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso».

 

Gesù dalla croce continua a chiamarci. Non c’è salvezza senza croce. Può arrivarmi la croce per vie diverse: come Simone, come un ladrone o come l’altro …. Se la porto, la amo e la vivo non posso dubitare sulla mia salvezza. Ave Croce, unica speranza.

COME PORTO LA MIA CROCE?

Parola: PREDICAZIONE

 

 

Martedì 4  settembre

 

44Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. 45Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. 46Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo spirò. 47Visto ciò che era accaduto, il centurione glorificava Dio: «Veramente quest’uomo era giusto». 48Anche tutte le folle che erano accorse a questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornavano percuotendosi il petto. 49Tutti i suoi conoscenti assistevano da lontano e così le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, osservando questi avvenimenti. 50C’era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, persona buona e giusta. 51Non aveva aderito alla decisione e all’operato degli altri. Egli era di Arimatèa, una città dei Giudei, e aspettava il regno di Dio. 52Si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. 53Lo calò dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo depose in una tomba scavata nella roccia, nella quale nessuno era stato ancora deposto. 54Era il giorno della parascève e già splendevano le luci del sabato. 55Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono la tomba e come era stato deposto il corpo di Gesù, 56poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo secondo il comandamento.

 

Gesù consegna lo spirito al Padre. Da Dio è venuto e a Dio ritorna. Un uomo giusto prende in consegna il suo corpo. “C’è silenzio sulla terra: il Re dorme!”

COME VIVO LE MIE MORTI QUOTIDIANE?

Parola: SILENZIO

 

 

Mercoledì 5 settembre

 

Capitolo 24

1Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato. 2Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; 3ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. 4Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti. 5Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? 6Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea, 7dicendo che bisognava che il Figlio dell’uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno». 8Ed esse si ricordarono delle sue parole. 9E, tornate dal sepolcro, annunziarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. 10Erano Maria di Màgdala, Giovanna e Maria di Giacomo. Anche le altre che erano insieme lo raccontarono agli apostoli. 11Quelle parole parvero loro come un vaneggiamento e non credettero ad esse. 12Pietro tuttavia corse al sepolcro e chinatosi vide solo le bende. E tornò a casa pieno di stupore per l’accaduto.

 

È il primo giorno. La creazione riparte da zero. Un mondo nuovo. Spesso anche noi andiamo a cercare Gesù fra le nostre cose morte. La risposta non può essere che una: Non è qui.

Proviamo a ricordare le Sue parole, ma non è facile credere alla risurrezione finché non incontriamo, dentro di noi, Cristo in persona. Sembra un vaneggiamento anche a chi ha creduto dalla prima ora.

COME VIVO I MIEI “PRIMI GIORNI” DELLA VITA?

Parola: VITA

 

 

Giovedì 6 settembre

 

13Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, 14e conversavano di tutto quello che era accaduto. 15Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. 16Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. 17Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; 18uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?». 19Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; 20come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l’hanno crocifisso. 21Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. 22Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro 23e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. 24Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l’hanno visto».

25Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! 26Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». 27E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. 28Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 29Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro. 30Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. 32Ed essi si dissero l’un l’altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». 33E partirono senz’indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». 35Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

 

Gesù risorto cammina con noi. Riconoscerlo non è facile. Non è come lo aspettiamo, come lo abbiamo da sempre conosciuto. È luce. Possiamo riconoscerlo nell’ascolto della Parola e nell’Eucaristia: i doni che ci ha lasciato. Una volta riconosciuto non potremo dire altro se non: resta con noi.

MA, QUANDO PREGO, CREDO REALMENTE A QUEL CHE CHIEDO?

Parola: ABBRACCIO

 

 

Venerdì 7 settembre

 

36Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 37Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma. 38Ma egli disse: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho». 40Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. 41Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». 42Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; 43egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. 44Poi disse: «Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». 45Allora aprì loro la mente all’intelligenza delle Scritture e disse: 46«Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno 47e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. 49E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto». 50Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. 51Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. 52Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; 53e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

 

Gesù arriva sempre e si fa riconoscere. La sua delicatezza sta nel fare le cose che facciamo noi tutti i giorni. Diventa uno di noi perché possiamo meglio capire le sue parole. Il memoriale è sempre quello: la Pasqua. Per poterlo vivere verrà a noi lo Spirito e ci guiderà alla verità tutta intera. Gesù può stare sempre con noi solo tornando al Padre.

CRISTO È PRESENTE?

Parola: SIGNORE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CONCLUSIONE

Con Luca si chiude il nostro ciclo estivo in compagnia dei Vangeli. Il “nostro” medico è partito con l’intenzione di fare per noi un resoconto ordinato. E, nessuno come lui, ha messo in luce gli eventi dell’incarnazione, dei primi giorni di vita di Gesù. Senza Luca non avremmo i tre magnifici cantici che ogni giorno recitiamo alle Lodi, ai Vespri ed a Compieta. Luca scrive per un Chiesa che si era già allontanata dalla sinagoga. Lo scritto lucano risente del genio di quello che è stato il più importante evangelizzatore delle genti: Paolo di Tarso. Luca narrerà la missione di questo apostolo nella sua seconda opera: gli Atti. Riprenderà da dove ci ha lasciato, Gesù ascende al cielo e per noi rimane un invito: “non guardate in alto.” Dopo la missione del Gesù terreno inizia quella del Cristo celeste che si attuerà fino alla fine dei tempi con lo Spirito Santo nella Chiesa.

La storia di Gesù non finisce. Il Vangelo continua ad essere scritto. In questo momento storico difficile alcune pagine spetta a noi scriverle. La nostra parte “Cristo ce la insegni”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

RINGRAZIAMENTO – PREGHERE DI SAN FRANCESCO

 

Lodi di Dio altissimo

Tu sei santo, Signore Iddio unico, che fai cose stupende.

Tu sei forte. Tu sei grande. Tu sei l’Altissimo. Tu sei il Re onnipotente. Tu sei il Padre santo, Re del cielo e della terra.

Tu sei trino e uno, Signore Iddio degli dèi. Tu sei il bene, tutto il bene, il sommo bene, Signore Iddio vivo e vero.

Tu sei amore, carità. Tu sei sapienza. Tu sei umiltà. Tu sei pazienza. Tu sei bellezza. Tu sei sicurezza. Tu sei la pace. Tu sei gaudio e letizia. Tu sei la nostra speranza. Tu sei giustizia. Tu sei temperanza. Tu sei ogni nostra ricchezza.

Tu sei bellezza. Tu sei mitezza. Tu sei il protettore. Tu sei il custode e il difensore nostro. Tu sei fortezza. Tu sei rifugio.

Tu sei la speranza. Tu sei la nostra fede. Tu sei la nostra carità. Tu sei tutta la nostra dolcezza. Tu sei la nostra vita eterna, grande ammirabile Signore, Dio onnipotente, misericordioso Salvatore.

 

“Absorbeat”

Rapisca, ti prego, o Signore, l’ardente dolce forza del tuo amore la mente mia da tutte le cose che sono sotto il cielo, perché io muoia per amore dell’amore tuo, come tu ti sei degnato di morire per amore dell’amore mio.

 

Saluto alla Beata Vergine

Ave, Signora santa, regina santissima, madre di Dio Maria, che sei perpetua Vergine eletta dal santissimo Padre celeste che ti consacrò col santissimo Figlio diletto e lo Spirito Paraclito; tu in cui fu e resta ogni pienezza di grazia ed ogni bene.

Ave, suo palazzo. Ave, suo tabernacolo. Ave, casa sua. Ave, suo vestimento. Ave, sua serva. Ave, madre sua.

E voi tutte virtù sante, che per grazia e illuminazione dello Spirito Santo, siete infuse nei cuori dei credenti, perché da infedeli a Dio fedeli li rendiate.

 

Preghiera di San Francesco davanti al Crocifisso di San Damiano

Alto e glorioso Dio, illumina il cuore mio.

Dammi fede diritta, speranza certa, carità perfetta, umiltà profonda, senno e conoscimento

perché io possa servire i tuoi santi comandamenti.

 

Ti adoriamo o nostro Signore Gesù Cristo, qui e in tutte le chiese che sono nel mondo e ti benediciamo perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

 

AMEN

 


 

 

 

 

 

 

 


Indice delle parole per ogni giorno.

 


Sabato 23 giugno: OPPORTUNITÁ

Domen. 24 giugno: RESPONSABILITÁ

Lunedì 25 giugno: NOVITÁ

Martedì 26 giugno: PREPARAZIONE

Mercoledì 27 giugno: E

Giovedì 28 giugno: LUCE

Venerdì 29 giugno: MATURAZIONE

Sabato 30 giugno: VERTIGINE

Domenica 1 luglio: FILO

Lunedì 2 luglio: AMEN

Martedì 3 luglio: REALIZZAZIONE

Mercoledì 4 luglio: SALVEZZA

Giovedì 5 luglio: VENTO

Venerdì 6 luglio: INTERO

Sabato 7 luglio: TESORO

Domenica 8 luglio: ROVESCIO

Lunedì 9 luglio: AUTOREVOLEZZA

Martedì 10 luglio: REGALO

Mercoledì 11 luglio: CONFUSIONE

Giovedì 12 luglio: GRAZIE

Venerdì 13 luglio: GRATIS

Sabato 14 luglio: SINTONIA

Domenica 15 luglio: FORZA

Lunedì 16 luglio: OCCHI

Martedì 17 luglio: POTENZIALITÁ

Mercoledì 18 luglio: NULLA

Giovedì 19 luglio: SOFFRIRE

Venerdì 20 luglio: UNICO

Sabato 21 luglio: RAPPRESENTANZA

Domenica 22 luglio: PIENEZZA

Lunedì 23 luglio: MISERICORDIA

Martedì 24 luglio: VERO

Mercoledì 25 luglio: QUOTIDIANO

Giovedì 26 luglio: TUTTO

Venerdì 27 luglio: DURO

Sabato 28 luglio: PESO

Domenica 29 luglio: VALORE

Lunedì 30 luglio: PROFEZIA

Martedì 31 luglio: VIAGGIO

Mercoledì 1 agosto:  CUORE

Giovedì 2 agosto: BANCHETTO

Venerdì 3 agosto: OTTICA

Sabato 4 agosto: BASSO

Domenica 5 agosto: RITORNO

Lunedì 6 agosto: SEMPLICE

Martedì 7 agosto: VEGLIA

Mercoledì 8 agosto: UNO

Giovedì 9 agosto: CURA

Venerdì 10 agosto: ASCOLTO

Sabato 11 agosto: CAMMINARE

Domenica 12 agosto: NASCOSTO

Lunedì 13 agosto: SEMPRE

Martedì 14 agosto: RISCHIO

Mercoledì 15 agosto: GRANDEZZA

Giovedì 16 agosto: TERRA

Venerdì 17 agosto: LODE

Sabato 18 agosto: TEMPO

Domenica 19 agosto: PIÚ

Lunedì 20 agosto: RE

Martedì 21 agosto: SPADA

Mercoledì 22 agosto: CARNE

Giovedì 23 agosto: ALTRO

Venerdì 24 agosto: FIGLIO

Sabato 25 agosto: CUORE

Domenica 26 agosto: LIBERAZIONE

Lunedì 27 agosto: PREPARARE

Martedì 28 agosto: MINORE

Mercoledì 29 agosto: VEDERE

Giovedì 30 agosto: LACRIME

Venerdì 31 agosto: RIVELAZIONE

Sabato 1 settembre: CHIAREZZA

Domen. 2 settembre: INTERROGARSI

Lunedì 3 settembre: PREDICAZIONE

Martedì 4 settembre: SILENZIO

Mercoledì 5 settembre: VITA

Giovedì 6 settembre: ABBRACCIO

Venerdì 7 settembre: SIGNORE


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SE FA PER TE ….

 

la Fraternità di Castel del Piano ti aspetta.

Fondata nel 1780 da una missione popolare tenuta dal Beato Leopoldo da Gaiche nella parrocchia di Castel del Piano, la Fraternità continua la sua vita. Attualmente ne fanno parte circa trenta membri ai quali vanno aggiunte altre persone che seguono la vita del gruppo stesso.

I francescani seguono, rimanendo nel mondo come laici, la regola francescana.

Francescani secolari si diventa attraverso un anno di noviziato nella fraternità e la successiva Professione. La fraternità stessa, come servizio alla Chiesa e agli uomini, accetta anche tutte le persone che vogliono approfondire la propria fede o conoscere meglio se stessi. La stessa è inoltre in ascolto di tutti coloro che vogliono parlare per qualsiasi motivo.

La fraternità locale si ritrova ogni venerdì alle 21.15 presso i locali dell’oratorio parrocchiale, da settembre a maggio; da giugno a settembre si ritrova presso la Chiesa di Santa Maria della Notte in via Sacconi (zona industriale S. Andrea delle Fratte). Gli incontri sono tenuti dai terziari stessi in prima persona, col prezioso aiuto dell’Assistente Padre Pancrazio Gabbarelli OFM e dalla Comunità delle Clarisse del Monastero Santa Maria in S. Erminio, Monteluce – Perugia. Gli incontri si svolgono con catechesi, approfondimenti e preghiera. 

 

PUOI BUSSARE ….. CI SIAMO PER ASCOLTARTI E PARLARTI!

 

Per qualsiasi cosa: 338 - 8323929

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A cura della Fraternità di Castel del Piano - Ordine Francescano Secolare

Ad uso della Fraternità – Stampato in proprio – Giugno 2012

 

 

 

 

 

 

 

 

La regola di vita dei francescani secolari è questa: osservare il Vangelo di Nostro Signore Gesù Cristo secondo l’esempio di S. Francesco d’Assisi, il quale del Cristo fece l’ispiratore e il centro della sua vita con Dio e con gli uomini. Cristo, dono dell’Amore del Padre, è la via a Lui, è la verità nella quale lo Spirito Santo ci introduce, è la vita che Egli è vicino a dare in sovrabbondanza. I francescani secolari si impegnino, inoltre, ad una assidua lettura del Vangelo, passando dal Vangelo alla vita e dalla vita al Vangelo.                         (Regola O.F.S. Cap. II,4)