ANCORA UN POCO                                         05 novembre 2010

 

 Il Signore concesse a me, frate Francesco, d’incominciare così a far penitenza, poiché, essendo io nei peccati, mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi; e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia . E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza di anima e di corpo. E di poi, stetti un poco e uscii dal mondo.                                  (Dal Testamento di San Francesco – FF 110)

 

San Francesco alla fine, soltanto alla fine, della sua vita può dire queste parole

L’inizio del suo testamento. È il succo del succo della sua vita.

 

Che Dio ci conceda la grazia di poter leggere ogni giorno queste parole con lo sguardo di oggi.

 

Meditiamo su queste parole con spirito di riflessione e di preghiera insieme

 

Il Signore concesse

Tutto viene dal Signore. Il Signore concede. Fondamento delle sue “concessioni” sono: la libertà e la carità. Dio non ha necessità di fare le cose. Sceglie liberamente e con amore.

 

a me frate Francesco

É importante riconoscere l’intervento di Dio non solo in generale ma PER noi.

Concede a noi.

 

d’incominciare così a far penitenza

Penitenza vuol dire conversione: cambiare la nostra mente, diventare appunto quell’uomo nuovo

A diventare però si incomincia. È l’inizio la vera novità. Inizia un cammino che non vedrà la fine in questa vita. Francesco dirà ancora dopo il testamento: “Cominciamo da capo”. È la grazia di incominciare. Sempre incominciare.

 

poiché, essendo io nei peccati, mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi

Quando si è nei peccati allora è difficile vedere l’Amore con amore. Si ha una strana idea dell’amore.

 

e il Signore stesso mi condusse tra loro

Il Signore, per infinite vie che solo Lui conosce e che a noi spesso sembrano strane, ci conduce all’Amore. Che prima ci sembrava strano.

 

e usai con essi misericordia

Se conosco l’Amore di Dio allora posso “usare” l’amore. Prima siamo, e ci sentiamo, amati, poi siamo (incominciamo ad essere) capaci di amare

 

e allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza di anima e di corpo

quando si torna nella vita normale ci sentiamo allora trasformati. L’angolo da cui guardiamo la vita è diverso. È la prospettiva dell’Amore. Siamo in sintonia con Cristo e abbiamo “gli stessi sentimenti”.

 

e di poi, stetti un poco e uscii dal mondo

dopo tutto questo occorre ancora poco (il tempo di fare chiarezza definitiva con noi stessi) e si può lasciare il nostro uomo vecchio. “Siamo nel mondo, ma non del mondo”.

 

I cristiani né per regione, né per voce, né per costumi sono da distinguere dagli altri uomini. Infatti, non abitano città proprie, né usano un gergo che si differenzia, né conducono un genere di vita speciale. […]

Ogni patria straniera è patria loro, e ogni patria è straniera. […] A dirla in breve, come è l'anima nel corpo, così nel mondo sono i cristiani.                                                                (Dalla Lettera a Diogneto V, 1-2 . 5b; VI, 1)

 

PER “INCOMINCIARE”

COSA HA CONCESSO IL SIGNORE A ME, FRATE …. ?

FRA CHI CI HA CONDOTTO IL SIGNORE?

COSA CI SEMBRA DOLCE E COSA AMARO?

SIAMO USCITI DAL MONDO O CI VUOLE ANCORA UN POCO?

 

DA OGGI CI PROVO