Quale io – quale D(d)io

 

Un saluto a tutti.

È nuovamente Natale, speriamo!

Sì speriamo perché si potrebbe dire anche è ancora Natale, oppure è un’altra volta Natale.

E sentite che il sapore è diverso.

Speriamo allora che sia NUOVAMENTE Natale. Che si rinnovi il Mistero del Natale.

Come tutti i misteri: sempre antico e sempre nuovo.

 

Un abbozzo di riflessione.

Perché l’argomento è talmente vasto, complesso e pregnante che non potrà mai dirsi esaustiva una riflessione.

Sarà sempre un punto di partenza.

 

Partiamo.

 

Abbiamo camminato sul conoscere se stesso. Sui “profondi scavi”, riflessione che è piaciuta. È interessata.

Ne son contento.

Abbiamo detto di quanto sia importante guardarsi dentro. E potremmo dirlo ancora. È altro argomento mai esaurito, ma bisogna dire altro. Mettere il naso fuori.

 

E allora vediamo.

 

Conosciamo poco noi stessi, pochissimo.

E conosciamo ancora meno le cose in cui crediamo che sia Dio, un altro dio (e per questo il titolo ha sia la “D” che la “d”).

Ma nonostante questo ogni giorno facciamo le nostre scelte.

La vita è tutta una scelta. Dalle piccolissime alle grandi.

Da quando mi alzo comincio a scegliere e a decidere: a che ora? Dove vado? Cosa mi metto? Cosa compero? Cosa mangio? ………….

La vita è un punto interrogativo.

A cui ogni momento do risposta.

Ovviamente subito dopo se ne presenta un altro. La vita è fatta di domande, dicevamo, ma anche di risposte.

 

E …. come rispondo? In mille modi.

Ma, ecco la questione, come si costruiscono le mie risposte?

 

Ad ogni domanda si presenta davanti a me una bilancia con due (o più) piatti: comincio a mettere pesi di qua o di là, a seconda. Dove pende decido.

Ma a seconda di che?

 

Della mia persona. Delle mie convinzioni, della mia storia. Del mio ambiente. Dei miei condizionamenti. Della educazione che ho ricevuto. Della mia cultura ……………………. (per fare i punti potrei appoggiare un peso sulla tastiera finché comincia quel fastidiosissimo bip).

 

Ovviamente escludo i condizionamenti assoluti. Se ho una pistola puntata alla testa, la scelta è quasi fatta.

Si badi bene: quasi, non del tutto. Perché alla fine, anche in quel caso posso scegliere di farmi ammazzare. E quindi il condizionamento assoluto, che annulla la mia scelta, non esiste. Ma i casi limite li lascio stare.

 

Non esiste neanche l’esatto contrario, la libertà assoluta: sono figlio del mio tempo, della mia latitudine, della mia famiglia. Mi porto dietro un bagaglio.

No! La libertà al 100% non esiste, se non in teoria.

Posso iniziare un cammino di liberazione, ma non finirà se non con la morte. Se mi liberassi alla morte già avrei raggiunto un traguardo.

 

E allora parliamo di quando, ogni giorno, ogni minuto, ci troviamo davanti a scelte: piccole e grandi, importanti e meno……

 

Cosa succede dentro di noi quando dobbiamo scegliere?

 

Scelgo in base alla mia idea di me stesso….

ed in base alle mie convinzioni.

 

Posso decidere anche di rinnegare me stesso.

 

Hanno detto: l’uomo è l’unico animale  che fa quello che non vuole.

Esempio: l’uomo può fare un digiuno per la quaresima. Per un leone è difficile, il venerdì santo, astenersi dalla carne.

 

E allora le mie convinzioni mi fanno, a volte “rinnegare” me stesso. E seguire altre strade.

Ma il tutto si risolve in una convinzione di migliorare se stessi, di aspirare ad un bene che si ritiene più grande.

E per questo facciamo lunghe file per un concerto, per una manifestazione, per una passione.

Soffriamo molto per cose fuori di noi.

 

“Tanto è ‘l bene che m’aspetto ch’ogni pena m’è diletto.”

Diceva Francesco d’Assisi, ma che recitavano i movimenti penitenziali del 1200.

 

Questo era. Abbiamo capito.

 

Ma allora si pone adesso la domanda di oggi:

quale io vivo? qual è il mio modello di io?

in quale Dio credo? Per quale Dio dono la mia vita?

 

e poi la domanda che unisce le altre due:

sono convinto che il dio che servo non sia l’io????

 

Vediamo.

 

Quale io?

 

La riflessione qui si ferma a vantaggio dei pensieri personali:

ognuno ha i suoi.

 

Quante persone amo?

Mi innamoro o mi invaghisco? È diverso invaghirsi. Si sdoppia il sentimento dalla vita….. riflettiamoci.

Cosa penso sia il meglio per me?

Una carriera brillante? Una vita piatta?

Sono manipolatore (che vuole star bene lui a discapito degli altri)?

Elemosiniere (che vuol far star bene gli altri a discapito suo)?

Oppure motivatore (che fa stare bene gli altri e anche se stesso)?

 

Ho una personalità consona alla mia età o sono un adolescente ritardato? Che manda ancora i messaggini con tvtttttb? Che si invaghisce?......

Che persona sono?

È dura ma sono cose che vanno chieste a se stessi.

 

Quale Dio?

 

Qua la riflessione si allarga a dismisura e ci può stare:

 

la squadra di calcio;

la famiglia;

la caccia;

la pesca;

la carriera nel lavoro;

la propria immagine;

il proprio corpo;

……………..

 

È dura, ma posso adorare tante cose.

 

Hanno detto: ciò che è più importante di me, per me, diventa idolo per me.

 

Infatti posso adorare Dio o un dio.

 

E Dio, come si sa, è Uno.

“Non avrai altro dio….”

 

Qualche conclusione:

 

solo il mio vero io può scoprire Dio

solo il vero Dio può scoprire il vero io.

 

Solo Dio dà libertà, gioia, pace, fiducia al mio io.

 

Il resto lo rende schiavo.

Ed è un discorso soltanto teologico, ma anche, fortissimamente umano.

 

Di esempi ce ne sono a bizzeffe.

Schiavi del sesso – del proprio corpo – della propria immagine - .....

 

Solo chi si avvicina a Dio, libertà in persona diventa libero.

 

Prendete la preghiera di Francesco: Lodi di Dio altissimo.

Solo chi avvicina alla bellezza, all’amore, dolcezza, …… diventa bello, amante, dolce, etc……

Tu sei libertà.

 

Meditiamo su quale io e quale Dio.

 

Buon Natale, che nasca il vero Dio.

Pace e Bene

Marci