Profezia e umorismo: rare e innate!

 

È lui che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri, per rendere idonei i fratelli a compiere il ministero,…

Ripartiamo dallo scritto del grande Saulo, poi fattosi chiamare Paolo, inviato ai cittadini di Efeso.

L’uso che ne faremo sarà senz’altro indegno dell’apostolo delle genti, ma, come ogni scritto, serve a chi lo leggerà nei tempi a venire, non per leggerlo, ma per leggersi. Ci proveremo.

Di certo Efeso era una città di grande cultura, anzi di grandi culture, perché era incrocio del mondo. Con i suoi 300.000 abitanti, era seconda nell’impero solo a Roma (1 mln.) e ad Alessandria d’Egitto (500.000). E allora scrivere una lettera per i cristiani di Efeso doveva essere tosto, le cazzate non erano ammesse.

Nel passo citato Paolo ricorda i vari doni dati alle persone per svolgere il proprio compito nel mondo. E noi ci aggiungiamo oggi, gli impiegati, i banchieri ed i bancari, gli artisti, gli atleti, gli operai, …. Tutti. Ognuno ha il suo valore. Che poi uno sia riconosciuto di più ed un altro di meno nella società è solo questione di demenza sociale. E i doni non riguardano solo le professioni, ma tutti gli aspetti della vita sociale. Allora possiamo aggiungere i buoni, sempre disponibili al sorriso, i caritatevoli, quelli adatti a guidare fosse pure l’assemblea del condominio, i poveri di spirito, …. . Per aprire la nostra riflessione vi inseriamo coloro che sono dotati di profezia e coloro che sono dotati di umorismo. Chi sono? Difficile a dirsi.

Intanto la profezia. No, non prevedono il futuro. Non ti rassicurano, anzi. Potremmo dire tante parole, ma, anche per motivi di spazio, diciamo che leggono la realtà in cui vivono (i tempi!!) e dicono la loro ponendo domande e proponendo vie d’uscita.

L’umorismo. Non sono i scemarelli e nemmeno i begiotti ad essere dotati di umorismo. Non dicono sempre l’ultima barzelletta. Non cercano di far ridere ad ogni costo. E nel 90% dei casi nemmeno ci guadagnano dal come sono. Non hanno sempre l’aria allegramente sciocca, ma, spesso son tristi e pensierosi. Poi, anche ai funerali trovano un elemento che fa sorridere, non ridere o peggio irridere. Sorridere. E allora introducono, spesso tenendo per sé i propri pensieri un elemento di sorriso anche ai funerali o nelle situazioni più tragiche. Così è. Allora vediamo che profezia e umorismo son punti di vista. Son modi di guardare la vita ed il mondo. Son ottiche. Delle quali, chi le possiede, mai si vanta. Non c’è di che vantarsi. Come d’altronde non ci  si dovrebbe vantare del proprio essere avvocati o ingegneri o contadini o imbianchini o impiegati …. Ognuno il suo. Con dignità. Coscienza di avere dei doni senza falsi umilismi. Ma senza gonfionerie. E allora la rassegna continua. Non si è umoristi ad orologeria. Non è detto che ci si debba divertire nella notte compresa tra il 31 dicembre ed il 1° gennaio, solo perché si è invitati a cena. Oppure a Carnevale o che si debba tener sempre banco. Oppure animare i matrimoni. Lasciamo stare i matrimoni ai quali ormai sembra che si sia obbligati ad imbrattare i percorsi degli sposi fino alla Chiesa o ad affiggere stronzate. E poi …

E chi è dotato di profezia non sempre deve dire l’ultima. A volte la profezia è silenzio. Assordante silenzio. Anche perché, se le figure che stiamo descrivendo hanno queste caratteristiche, spesso il silenzio è dovuto al fatto che nessuno vuol sentire ciò che dicono. Una canzone del mitico Paoli: “se la gente le vuole le canto volentieri, se non le vorrà più le canterò agli amici …” oppure “al mio amore.” O se le tiene per sé. Poco importa.

Un passo avanti. Siccome profezia e umorismo son lati dell’umano dei quali non si può fare a meno allora se non si vogliono ascoltare profeti e umoristi che si fa? Si cercano ed alla fine saltano fuori, falsi profeti e falsi umoristi. Nell’Antico Testamento Israele se ripudiava un vero profeta finiva per ascoltarne uno falso. Così è oggi. E se non ascolti gli umoristi veri finisci per ascoltare i falsi.

E chi son questi falsi? Per la profezia sono gli scellerati o gli esaltati. Per l’umorismo i begiotti o gli stupidarelli. Son piene le piazze e le tv. I giornali e la rete. Succede un omicidio? Subito a dare le loro ricette a basso costo. Fanno una nuova trasmissione? Subito a dir cazzate a basso costo.

Attenzione. Le cazzate sono a basso costo, ma gli ingaggi sono milionari. Invece i veri dicono cose costose, ma gratis. Cioè: non ci guadagnano nulla, ma se vuoi seguirli ti costano la vita.

I veri ti sembrano amari in bocca, ma poi ti risultan dolci nello stomaco. I falsi ti sembrano dolciastri, ma poi li rivomiti. Ecco: dolciastri. Né freddo, né caldo ed allora ti ho vomitato.

Come i vecchietti che raccontano barzellette pepate alle gite. O peggio ancora i costretti a ridere dalle barzellette di un personaggio famoso. Che pena. Sono posti veramente tristi e squallidi. Questo è. Se la gente ascoltasse i veri profeti ed i veri umoristi sorriderebbe con gusto e gioia e vivrebbe in pace. Il vero poi è il vero. I falsi sono molti e di tanti tipi. Dicevamo degli esaltati. Poveretti. Ci sono in tutti i settori. Se fumano guai chi non fuma, quando smettono guai chi non smette. Prima son rivoluzionari e guai a chi dorme, poi il contrario. Prima ateissimi e poi cristianissimi e guai a chi non sente Radio Maria, peste lo colga! E si riempion la bocca dei: perché non vieni, vedrai, sentirai, capirai …. Strani comportamenti. Negli adolescenti van bene. Si sa che l’adolescenza è l’età dell’esagerazione e delle cazzatelle. Poi passano. Se non passano c’è da vedere. Questo è.

I veri umoristi ti dicono il loro punto di vista. Poi sta a te sorridere. Se gli mandi un feedback in tal senso son felici certo, ma altrimenti l’ottica non cambia. Ti aiutano a far ridere una parte di te.

I profeti non ti obbligano o inducono a far niente. Ti aiutano a ritrovare una parte di te. E i veri son veri perché non ci guadagnano. Possono guadagnarsi da vivere in mille altri modi. E soprattutto son veri perché non si ritengono migliori. Essere umorista è come essere stradino o bancario. Basta avere il dono e farlo con coscienza. Tutti servono. Il guaio è voler diventare quel che non si è. Sono doti rare ed innate. Tirare calci ad un pallone è un conto, Maradona si nasce.

Dire le barzellette se non ci si è portati è una delle cose più tristi della vita. Dopo il riderci per forza. Che Dio ci mandi, oltre a santi banchieri e bancari, atleti e attori, politici e stradini, muratori e benzinai, buoni e miti, umili …. Ci mandi santi profeti e santi umoristi. Potremmo vivere il sorriso e sorridere alla vita. Specie in questo momento storico. Diffidare dalle imitazioni.

Pace e Bene

Marcello Fagioli

 aprile 2013