STRAORDINARI

 

Se domattina, al risveglio, fossi in grado di volare, che farei?

Medito un po’.

Giornali, fotografi, su tutte le pagine web del mondo…... .

Arriverebbero subito sponsor da ditte di orologi per sport estremi….. e così via.

Poi i problemi.

I familiari si stupiscono, gli amici si allontanano….

Sentiamo cosa ne pensa il medico. Mah, boh, ….

E lo psicologo? E lo psichiatra? E l’ipnosi, ….?

E il Vescovo? Sarà un dono di Dio?

Diciamo che è un dono di Dio. Straordinario.

Non solo un dono, ma anche una chiamata. Straordinari.

Ma non vola nessuno, come è possibile?

Eppure io volo.

Allora chiedo a Dio qual è il senso del mio volare. Perché vuol farmi volare.

 

***

Ecco queste son le chiamate straordinarie. Può esserci solo un evento in una vita, un periodo, ma può esserci una vita intera chiamata ad essere straordinaria.

Nel bene. Che a volte è vestito da bene, ma anche nel bene vestito da altro.

E allora nascono in me le grandi domande.

Perché a me?

Perché questa vita, questo marito/moglie, questi figli, questo lavoro….?

E così mi guardo intorno. Nessuno è come me. Tutte le altre situazioni sembrano normali. La mia come mai è così “maledettamente” complicata?

E allora mi rivolgo ad altri per avere un po’ di luce. Ma possibile?

E a far corsi, colloqui… ma tutto mi rimanda a situazioni normali. Passerà. Tornerà…..

E invece non passa e non torna.

Prego molto, ma nulla cambia. All’apparenza.

 

Come ne esco?

 

Col guardare la storia di Dio con gli uomini.

Avere una croce per tutta la vita è straordinario come volare.

Anche non mettendo al centro come chiamata quella di Gesù.

Ma Maria aveva una chiamata normale?

E Elisabetta?

E Pietro?

E Osea?

E Giona?

E Giobbe?

E Francesco e Chiara?

Sono tantissimi. Certo sempre una sparuta minoranza, ma ci sono. Tantissimi.

E allora vediamo, se guardiamo oltre il messaggio dei vangeli e ci caliamo dentro le storie, la sofferenza di queste persone.

Torna a casa una figlia e ti dice: sono incinta….. è stato lo Spirito Santo. Che fai?

Oppure Pietro che deve gestire la società di pescatori, la famiglia e seguire un “pazzo” che gira le strade della Palestina.

 

***

 

Solo guardando a come Dio cammina con me posso capire la straordinarietà della vita.

E capire che la mia vita non è solo per me.

Ma, da quel punto di vista, è un sacramento. Cioè, “segno di una realtà invisibile”.

La mia vita è segno per tante persone, vicine e lontanissime, conosciute o sconosciute.

Questo è il senso da cercare nella vita.

Non il razzolare di ogni giorno. Attraverso il quale, per carità!!, la grande maggioranza delle persone viene amata da Dio e salvata. Ma attraverso il volo meraviglioso della chiamata.

Ed allora non posso, e non devo mai, cercare di riportarmi sui binari della normalità. Non sono per me. Non servono per me.

Questo è stare con Dio e poter dire: non sono io che vivo, ma Cristo vive in me.

Messaggio duro, ma meraviglioso.

Cerchiamo il senso, in una vita straordinaria.

 

Pace e Bene

Marcello