ORDINE FRANCESCANO SECOLARE
Fraternità di Castel del Piano – Perugia
INCONTRO DI PREGHIERA E RIFLESSIONE
PER L’APERTURA DELL’ANNO DELLA FEDE
NEL CINQUANTESIMO DEL CONCILIO ECUMENICO VATICANO II
Giovedì 11 ottobre 2012
MEMORIA E IMPEGNO
Introduzione
O Dio vieni a salvarmi
Gloria al Padre
Veni, Creator Spiritus
Vieni, o Spirito Creatore,
visita le nostre menti,
riempi della tua grazia
i cuori che hai creato.
O dolce consolatore,
dono del Padre altissimo,
acqua viva, fuoco, amore,
santo crisma dell'anima.
Dito della mano di Dio,
promesso dal Salvatore,
irradia i tuoi sette doni,
suscita in noi la parola.
Sii luce all'intelletto
fiamma ardente nel cuore;
sana le nostre ferite
col balsamo del tuo amore.
Difendici dal nemico,
reca in dono la pace,
la tua guida invincibile
ci preservi dal male.
Luce d'eterna sapienza,
svelaci il grande mistero
di Dio Padre e del Figlio
uniti in un solo Amore.
Sia gloria a Dio Padre,
e al Figlio che è risorto
allo Spirito Paraclito,
nei secoli dei secoli.Amen.
In questo anno consacrato alla fede chiediamo a Dio di donarci ogni giorno la fede.
Dal Vangelo secondo Luca
Disse loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi: «C’era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi». E il Signore soggiunse: «Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?». (Lc 18, 1-8)
Troverà la fede? Con questa domanda nel cuore celebriamo il cinquantesimo anniversario dalla apertura del Concilio.
Preghiamo per noi e per la Chiesa perché Dio ci doni di vivere nello Spirito dei tempi. Amen
Può accaderci d’essere i contemporanei di fatti e avvenimenti di cui la storia parlerà perché cruciali, perché momenti nei quali si è reso possibile un cambiamento in altri tempi impensabile, pur essendo desiderato, cercato e preteso. Ci sono generazioni di uomini il cui compito pare sia di attendere e di forgiare, nella pazienza, nella sopportazione, nel sacrificio i tempi migliori di cui altri godranno. E generazioni cui tocca vedere profilarsi all’orizzonte mete da altri fortemente attese e sperate. E quando il tempo matura e accade ciò che dalla pazienza di altri era stato preparato e dalla speranza di altri ancora era stato intravisto può succedere che chi è chiamato a mietere non abbia consapevolezza del proprio compito e non lo assuma.
I campi producono messi in abbondanza. Ma i raccoglitori scarseggiano. Che festa sarebbe invece la mietitura se il compito del raccolto fosse affidato a chi ha sarchiato la terra e seminato e innaffiato.
Chi ora raccoglie almeno non sperperi. Almeno conosca. Non sia affrettato nel dirsi sazio d’un cibo che invece nutre solo a patto d’essere assimilato oltre che mangiato.
Può succedere che chi vive al tempo del raccolto non si senta autorizzato a scendere nel campo e a mettere in covoni il grano e a caricare il proprio carro e a portarselo a casa. Quasi che il grano abbia dei proprietari a cui soltanto spetti il godimento della mietitura e l’arricchimento del possesso. Al più costoro si riconoscono la parte di spettatori. E applaudiranno o fischieranno ai pochi che nella storia, si sentono autorizzati ad occupare un posto. E, forse, addirittura quello del protagonista.
La nostra è una generazione cui tocca raccogliere. A chi vuole e a chi se ne assume il compito oggi è concesso d’aver senso. Come sempre del resto. Ad altri è toccato di gridare o imprecare o contorcersi perché la storia partorisse. A noi tocca accogliere e tenere in braccio e coccolare il figlio da altri atteso e generato. E accudirlo e crescerlo.
Forse il compito nostro è soltanto di tenerlo fra le mani e leggergli dentro gli occhi le promesse che ci fa e che fondano nuove speranze e che mettono in moto altri meccanismi per la storia di dopo.
Se lo deponiamo e ci occupiamo d’altro; se addirittura ce ne dimentichiamo, certo morrà.
Perché prima ancora d’essere nutrito e fatto crescere necessita d’essere guardato. Attentamente e con amore.
Poi crescerà e altri – dopo di noi – godranno della sua presenza e delle cose che farà.
Il nostro sguardo non cessi di posarsi su cose che a noi tocca guardare.
Si scruta il cielo la sera e il mattino e s’ascolta il vento da dove viene. Cosi si apprende se pioverà.
Letti così i documenti del Concilio – come il cielo che si scruta e come il bimbo che si guarda, come il campo che si miete – potranno forse alimentare, più efficacemente di quanto non sia avvenuto in questi anni, il desiderio che abbiamo d’essere nella verità e di costruire il mondo.
Molti più che assimilarli li hanno strumentalizzati a supporto dell’efficientismo a convalida dell’arroganza a giustificazione d’un potere a pretesto per le razionalizzazioni.
S’incanala il vento perché soffi dove noi vogliamo e non calpesti – come vorrebbe, perché lo Spirito è libero – le aiuole ben recintate che indebitamente e per nostro vantaggio abbiamo ricavate nel campo che non ci appartiene.
Desiderare d’essere nella verità comporta innanzitutto di situarci nella dimensione che ci è propria. E, per costruire il mondo, prima d’ogni altra cosa occorre che si diventi pietre che il costruttore spacca e smussa e incide e posa.
Antonio Girardo
Presentazione al volume “I documenti del Concilio Vaticano II” – Edizioni Paoline 1987
Il Concilio è sgorgato dal grande cuore di Papa Roncalli. Che Dio ci conceda un cuore grande per comprenderlo. Amen
SOLENNE APERTURA DEL CONCILIO ECUMENICO VATICANO II
DISCORSO DEL SANTO PADRE GIOVANNI XXIII
Giovedì, 11 ottobre 1962
Sessione I
“Gaudet Mater Ecclesia…”
Venerabili Fratelli,
1. La Madre Chiesa si rallegra perché, per un dono speciale della Divina Provvidenza, è ormai sorto il giorno tanto desiderato nel quale qui, presso il sepolcro di san Pietro, auspice la Vergine Madre di Dio, di cui oggi si celebra con gioia la dignità materna, inizia solennemente il Concilio Ecumenico Vaticano II.
[…]
Lo stesso giorno, la sera, il Papa pronunciò il celebre “discorso alla luna”. Che Dio ci doni un bacio e una carezza da portare ai nostri cari. E la forza di asciugare una lacrima dai loro volti quando ci sarà. Amen.
Il Concilio durò tre anni. Fu un altro Papa a portarlo a termini. Paolo VI. Alla fine furono prodotti sedici documenti: quattro costituzioni, nove decreti e tre dichiarazioni. Da questa sorgente sgorgheranno altri centinaia di documenti. Che l’incontro di questa sera ci doni il desiderio di approfondire i documenti, la luce per comprenderli e la forza per viverli. Amen
Pregheremo meditando le prime righe delle quattro costituzioni.
* * *
O Dio rivelati in persona anche a noi nella tua bontà e sapienza. Amen
COSTITUZIONE DOGMATICA SULLA DIVINA RIVELAZIONE
DEI VERBUM
18 novembre 1965
PROEMIO
- 2. In religioso ascolto della parola di Dio e proclamandola con ferma fiducia, il santo Concilio fa sue queste parole di san Giovanni: « Annunziamo a voi la vita eterna, che era presso il Padre e si manifestò a noi: vi annunziamo ciò che abbiamo veduto e udito, affinché anche voi siate in comunione con noi, e la nostra comunione sia col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo » (1 Gv 1,2-3). Perciò seguendo le orme dei Concili Tridentino e Vaticano I, intende proporre la genuina dottrina sulla divina Rivelazione e la sua trasmissione, affinché per l’annunzio della salvezza il mondo intero ascoltando creda, credendo speri, sperando ami.
CAPITOLO I
LA RIVELAZIONE
Natura e oggetto della Rivelazione
2. Piacque a Dio nella sua bontà e sapienza rivelarsi in persona e manifestare il mistero della sua volontà (cfr. Ef 1,9), mediante il quale gli uomini per mezzo di Cristo, Verbo fatto carne, hanno accesso al Padre nello Spirito Santo e sono resi partecipi della divina natura (cfr. Ef 2,18; 2 Pt 1,4). Con questa Rivelazione infatti Dio invisibile (cfr. Col 1,15; 1 Tm 1,17) nel suo grande amore parla agli uomini come ad amici (cfr. Es 33,11; Gv 15,14-15) e si intrattiene con essi (cfr. Bar 3,38), per invitarli e ammetterli alla comunione con sé. Questa economia della Rivelazione comprende eventi e parole intimamente connessi, in modo che le opere, compiute da Dio nella storia della salvezza, manifestano e rafforzano la dottrina e le realtà significate dalle parole, mentre le parole proclamano le opere e illustrano il mistero in esse contenuto. La profonda verità, poi, che questa Rivelazione manifesta su Dio e sulla salvezza degli uomini, risplende per noi in Cristo, il quale è insieme il mediatore e la pienezza di tutta intera la Rivelazione.
Gloria al Padre.
BREVE COMMENTO – SILENZIO - LIBERE RIFLESSIONI E PREGHIERE.
Preghiamo. O Padre Tu ogni giorno ti riveli a noi, fa che possiamo rispondere. Amen
* * *
O Dio chiamaci ogni giorno a formare la santa Chiesa. Amen
COSTITUZIONE DOGMATICA SULLA CHIESA
LUMEN GENTIUM
21 novembre 1964
CAPITOLO I
IL MISTERO DELLA CHIESA
La Chiesa è sacramento in Cristo
1. Cristo è la luce delle genti: questo santo Concilio, adunato nello Spirito Santo, desidera dunque ardentemente, annunciando il Vangelo ad ogni creatura (cfr. Mc 16,15), illuminare tutti gli uomini con la luce del Cristo che risplende sul volto della Chiesa. E siccome la Chiesa è, in Cristo, in qualche modo il sacramento, ossia il segno e lo strumento dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano, continuando il tema dei precedenti Concili, intende con maggiore chiarezza illustrare ai suoi fedeli e al mondo intero la propria natura e la propria missione universale. Le presenti condizioni del mondo rendono più urgente questo dovere della Chiesa, affinché tutti gli uomini, oggi più strettamente congiunti dai vari vincoli sociali, tecnici e culturali, possano anche conseguire la piena unità in Cristo.
Disegno salvifico universale del Padre
2. L'eterno Padre, con liberissimo e arcano disegno di sapienza e di bontà, creò l'universo; decise di elevare gli uomini alla partecipazione della sua vita divina; dopo la loro caduta in Adamo non li abbandonò, ma sempre prestò loro gli aiuti per salvarsi, in considerazione di Cristo redentore, « il quale è l'immagine dell'invisibile Dio, generato prima di ogni creatura » (Col 1,15). Tutti infatti quelli che ha scelto, il Padre fino dall'eternità « li ha distinti e li ha predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli » (Rm 8,29). I credenti in Cristo, li ha voluti chiamare a formare la santa Chiesa, la quale, già annunciata in figure sino dal principio del mondo, mirabilmente preparata nella storia del popolo d'Israele e nell'antica Alleanza, stabilita infine « negli ultimi tempi », è stata manifestata dall'effusione dello Spirito e avrà glorioso compimento alla fine dei secoli. Allora, infatti, come si legge nei santi Padri, tutti i giusti, a partire da Adamo, « dal giusto Abele fino all'ultimo eletto », saranno riuniti presso il Padre nella Chiesa universale.
Missione del Figlio
3. È venuto quindi il Figlio, mandato dal Padre, il quale ci ha scelti in lui prima della fondazione del mondo e ci ha predestinati ad essere adottati in figli, perché in lui volle accentrare tutte le cose (cfr. Ef 1,4-5 e 10). Perciò Cristo, per adempiere la volontà del Padre, ha inaugurato in terra il regno dei cieli e ci ha rivelato il mistero di lui, e con la sua obbedienza ha operato la redenzione. La Chiesa, ossia il regno di Cristo già presente in mistero, per la potenza di Dio cresce visibilmente nel mondo. Questo inizio e questa crescita sono significati dal sangue e dall'acqua, che uscirono dal costato aperto di Gesù crocifisso (cfr. Gv 19,34), e sono preannunziati dalle parole del Signore circa la sua morte in croce: « Ed io, quando sarò levato in alto da terra, tutti attirerò a me » (Gv 12,32). Ogni volta che il sacrificio della croce, col quale Cristo, nostro agnello pasquale, è stato immolato (cfr. 1 Cor 5,7), viene celebrato sull'altare, si rinnova l'opera della nostra redenzione. E insieme, col sacramento del pane eucaristico, viene rappresentata ed effettuata l'unità dei fedeli, che costituiscono un solo corpo in Cristo (cfr. 1 Cor 10,17). Tutti gli uomini sono chiamati a questa unione con Cristo, che è la luce del mondo; da lui veniamo, per mezzo suo viviamo, a lui siamo diretti.
Lo Spirito santificatore della Chiesa
4. Compiuta l'opera che il Padre aveva affidato al Figlio sulla terra (cfr. Gv 17,4), il giorno di Pentecoste fu inviato lo Spirito Santo per santificare continuamente la Chiesa e affinché i credenti avessero così attraverso Cristo accesso al Padre in un solo Spirito (cfr. Ef 2,18). Questi è lo Spirito che dà la vita, una sorgente di acqua zampillante fino alla vita eterna (cfr. Gv 4,14; 7,38-39); per mezzo suo il Padre ridà la vita agli uomini, morti per il peccato, finché un giorno risusciterà in Cristo i loro corpi mortali (cfr. Rm 8,10-11). Lo Spirito dimora nella Chiesa e nei cuori dei fedeli come in un tempio (cfr. 1 Cor 3,16; 6,19) e in essi prega e rende testimonianza della loro condizione di figli di Dio per adozione (cfr. Gal 4,6; Rm 8,15-16 e 26). Egli introduce la Chiesa nella pienezza della verità (cfr. Gv 16,13), la unifica nella comunione e nel ministero, la provvede e dirige con diversi doni gerarchici e carismatici, la abbellisce dei suoi frutti (cfr. Ef 4,11-12; 1 Cor 12,4; Gal 5,22). Con la forza del Vangelo la fa ringiovanire, continuamente la rinnova e la conduce alla perfetta unione col suo Sposo [3]. Poiché lo Spirito e la sposa dicono al Signore Gesù: « Vieni » (cfr. Ap 22,17).
Così la Chiesa universale si presenta come « un popolo che deriva la sua unità dall'unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo ».
Gloria al Padre.
BREVE COMMENTO – SILENZIO - LIBERE RIFLESSIONI E PREGHIERE.
Preghiamo. O Padre Tu ci doni di far parte del Popolo di Dio, rivelaci qual è la nostra missione e dacci la grazia di realizzarla. Amen
* * *
O Dio inviaci ogni giorno, come Chiesa, nel mondo. Amen
COSTITUZIONE PASTORALE
SULLA CHIESA NEL MONDO CONTEMPORANEO
GAUDIUM ET SPES
PROEMIO
1. Intima unione della Chiesa con l'intera famiglia umana.
Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla Vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore.
La loro comunità, infatti, è composta di uomini i quali, riuniti insieme nel Cristo, sono guidati dallo Spirito Santo nel loro pellegrinaggio verso il regno del Padre, ed hanno ricevuto un messaggio di salvezza da proporre a tutti.
Perciò la comunità dei cristiani si sente realmente e intimamente solidale con il genere umano e con la sua storia.
2. A chi si rivolge il Concilio.
Per questo il Concilio Vaticano II, avendo penetrato più a fondo il mistero della Chiesa, non esita ora a rivolgere la sua parola non più ai soli figli della Chiesa e a tutti coloro che invocano il nome di Cristo, ma a tutti gli uomini. A tutti vuol esporre come esso intende la presenza e l'azione della Chiesa nel mondo contemporaneo. Il mondo che esso ha presente è perciò quello degli uomini, ossia l'intera famiglia umana nel contesto di tutte quelle realtà entro le quali essa vive; il mondo che è teatro della storia del genere umano, e reca i segni degli sforzi dell'uomo, delle sue sconfitte e delle sue vittorie; il mondo che i cristiani credono creato e conservato in esistenza dall'amore del Creatore: esso è caduto, certo, sotto la schiavitù del peccato, ma il Cristo, con la croce e la risurrezione ha spezzato il potere del Maligno e l'ha liberato e destinato, secondo il proposito divino, a trasformarsi e a giungere al suo compimento.
3. A servizio dell'uomo.
Ai nostri giorni l'umanità, presa d'ammirazione per le proprie scoperte e la propria potenza, agita però spesso ansiose questioni sull'attuale evoluzione del mondo, sul posto e sul compito dell'uomo nell'universo, sul senso dei propri sforzi individuali e collettivi, e infine sul destino ultimo delle cose e degli uomini. Per questo il Concilio, testimoniando e proponendo la fede di tutto intero il popolo di Dio riunito dal Cristo, non potrebbe dare una dimostrazione più eloquente di solidarietà, di rispetto e d'amore verso l'intera famiglia umana, dentro la quale è inserito, che instaurando con questa un dialogo sui vari problemi sopra accennati, arrecando la luce che viene dal Vangelo, e mettendo a disposizione degli uomini le energie di salvezza che la Chiesa, sotto la guida dello Spirito Santo, riceve dal suo Fondatore. Si tratta di salvare l'uomo, si tratta di edificare l'umana società.
È l'uomo dunque, l'uomo considerato nella sua unità e nella sua totalità, corpo e anima, l'uomo cuore e coscienza, pensiero e volontà, che sarà il cardine di tutta la nostra esposizione.
Pertanto il santo Concilio, proclamando la grandezza somma della vocazione dell'uomo e la presenza in lui di un germe divino, offre all'umanità la cooperazione sincera della Chiesa, al fine d'instaurare quella fraternità universale che corrisponda a tale vocazione.
Nessuna ambizione terrena spinge la Chiesa; essa mira a questo solo: continuare, sotto la guida dello Spirito consolatore, l'opera stessa di Cristo, il quale è venuto nel mondo a rendere testimonianza alla verità, a salvare e non a condannare, a servire e non ad essere servito .
Gloria al Padre.
BREVE COMMENTO – SILENZIO - LIBERE RIFLESSIONI E PREGHIERE.
Preghiamo. O Padre dacci la grazia di unire sempre la terra al cielo. Amen
* * *
O Dio incontraci ogni giorno nella preghiera della Chiesa. Amen
COSTITUZIONE SULLA SACRA LITURGIA
SACROSANCTUM CONCILIUM
4 dicembre 1963
PROEMIO
1. Il sacro Concilio si propone di far crescere ogni giorno più la vita cristiana tra i fedeli; di meglio adattare alle esigenze del nostro tempo quelle istituzioni che sono soggette a mutamenti; di favorire ciò che può contribuire all'unione di tutti i credenti in Cristo; di rinvigorire ciò che giova a chiamare tutti nel seno della Chiesa. Ritiene quindi di doversi occupare in modo speciale anche della riforma e della promozione della liturgia.
La liturgia nel mistero della Chiesa
2. La liturgia infatti, mediante la quale, specialmente nel divino sacrificio dell'eucaristia, «si attua l'opera della nostra redenzione», contribuisce in sommo grado a che i fedeli esprimano nella loro vita e manifestino agli altri il mistero di Cristo e la genuina natura della vera Chiesa. Questa ha infatti la caratteristica di essere nello stesso tempo umana e divina, visibile ma dotata di realtà invisibili, fervente nell'azione e dedita alla contemplazione, presente nel mondo e tuttavia pellegrina; tutto questo in modo tale, però, che ciò che in essa è umano sia ordinato e subordinato al divino, il visibile all'invisibile, l'azione alla contemplazione, la realtà presente alla città futura, verso la quale siamo incamminati. In tal modo la liturgia, mentre ogni giorno edifica quelli che sono nella Chiesa per farne un tempio santo nel Signore, un'abitazione di Dio nello Spirito, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo, nello stesso tempo e in modo mirabile fortifica le loro energie perché possano predicare il Cristo. Così a coloro che sono fuori essa mostra la Chiesa, come vessillo innalzato di fronte alle nazioni, sotto il quale i figli di Dio dispersi possano raccogliersi , finché ci sia un solo ovile e un solo pastore.
Gloria al Padre.
BREVE COMMENTO - SILENZIO - LIBERE RIFLESSIONI E PREGHIERE.
Preghiamo. O Padre aiutaci, come Francesco, non a pregare ma a diventare preghiera. Amen
* * *
Dal Vangelo secondo Luca
Gli apostoli dissero al Signore: «Aumenta la nostra fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe. (Lc 17, 5-6)
Dal discorso di apertura “Gaudet Mater Ecclesia”
Conclusione
9. 1. Ed ora "la nostra voce si rivolge a voi", Venerabili Fratelli nell’Episcopato. Eccoci ormai radunati insieme in questa Basilica Vaticana, dove si trova il cardine della storia della Chiesa: dove ora il Cielo e la terra si uniscono in uno strettissimo abbraccio, qui presso il sepolcro di San Pietro, presso le tombe di tanti Santi Nostri Predecessori, le cui ceneri in quest’ora solenne sembrano quasi esultare di un fremito arcano.
2. Il Concilio che inizia sorge nella Chiesa come un giorno fulgente di luce splendidissima. È appena l’aurora: ma come già toccano soavemente i nostri animi i primi raggi del sole sorgente! Tutto qui spira santità, suscita esultanza. Contempliamo infatti stelle aumentare con il loro chiarore la maestà di questo tempio, e siete voi, secondo la testimonianza dell’Apostolo Giovanni; e per voi risplendere i candelabri d’oro intorno al sepolcro del Principe degli Apostoli, che sono le Chiese a voi affidate. Vediamo anche le degnissime personalità che sono convenute a Roma dai cinque continenti, in rappresentanza delle proprie Nazioni, e che sono qui presenti con grande rispetto e in cortesissima attesa.
3. Si può dunque dire che i Santi e gli uomini cooperano nella celebrazione del concilio: i Santi del Cielo sono impegnati a proteggere i nostri lavori; i fedeli ad elevare a Dio ardenti preghiere; e voi tutti, assecondando prontamente le soprannaturali ispirazioni dello Spirito Santo, ad applicarvi attivamente perché le vostre fatiche rispondano pienamente alle attese e alle necessità dei diversi popoli. Perché ciò si avveri, si richiedono da voi la serena pace degli animi, la concordia fraterna, la moderazione delle iniziative, la correttezza delle discussioni, la saggezza in tutte le decisioni.
4. Che il vostro impegno e il vostro lavoro, ai quali sono rivolti non solo gli occhi dei popoli, ma anche le speranze del mondo intero, corrispondano largamente alle attese.
5. Dio Onnipotente, in te riponiamo tutta la fiducia, diffidando delle nostre forze. Guarda benigno a questi Pastori della tua Chiesa. La luce della tua grazia superna Ci assista nel prendere le decisioni, sia presente nell’emanare leggi; ed esaudisci prontamente le preghiere che rivolgiamo a te in unanimità di Fede, di voce, di animo.
6. O Maria, Aiuto dei Cristiani, Aiuto dei Vescovi, il cui amore abbiamo recentemente sperimentato in modo particolare nel tuo tempio di Loreto, dove abbiamo venerato il mistero dell’Incarnazione, con il tuo soccorso disponi tutto per un esito felice, fausto, propizio; insieme con il tuo Sposo San Giuseppe, con i Santi Apostoli Pietro e Paolo, con i santi Giovanni Battista ed Evangelista, intercedi per noi presso Dio.
7. A Gesù Cristo, amabilissimo Redentore nostro, Re immortale dei popoli e dei tempi, amore, potere e gloria nei secoli dei secoli. Amen.
Il Signore ci benedica e ci protegga, ci mostri il suo volto e ci doni la sua pace. Amen.