E SE UNO ….. TU ….                                      01 febbraio 2013

 

Introduzione. O Dio vieni a salvarmi. Gloria al Padre.

 

Fratelli, stasera pregheremo insieme ancora con la domanda di Francesco: Signore, cosa vuoi che io faccia? e, fraternamente: Signore, cosa vuoi che noi facciamo?

 

Preghiera. Rivelaci o Padre qual è il posto per i laici francescani di questo momento storico, a queste latitudini, il posto nella società, nel mondo. Amen.

 

BREVE MOMENTO DI SILENZIO

 

Lettura Breve

E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due.  Mt 5, 41

 

BREVE MOMENTO DI SILENZIO

 

In questa brevissima lettura tratta dal Discorso della Montagna si intravedono, nell’invito di Gesù, una chiamata ed una risposta.

Nel nostro viaggio la chiamata è il primo miglio

E la risposta è secondo miglio.

Per ogni miglio mediteremo su due parole-chiave.

 

PRIMO MIGLIO

UNO – la traduzione letterale vorrebbe la parola: CHIUNQUE

La chiamata nel mondo che Dio ha per noi, non ha mittenti scelti da noi.

Chiunque. Può essere uno di casa, del lavoro, un amico o no, un singolo o un gruppo, ma può essere un momento, una situazione, la mia vita stessa di quel momento.

Non li scelgo, arrivano.

 

MEDITO IN SILENZIO SUI CHIUNQUE DELLA MIA VITA

 

CIASCUNO PUÓ RIFLETTERE O PREGARE SUL SUO CHIUNQUE.

Si ripete: Signore aiutami a riconoscere nel chiunque la tua chiamata.

Padre nostro.

 

COSTRINGE. È un termine di origine straniera. Nella Persia indicava un inviato con ordine militare, che non si poteva affatto rifiutare. Una costrizione ad andare. Anche noi, spesso, siamo costretti dalla vita ad andare. Non vogliamo, cerchiamo di rifiutarci, ma bisogna. Questa è la chiamata.

 

MEDITO IN SILENZIO SUGLI INVII FORZATI DELLA MIA VITA.

CIASCUNO PUO’ RIFLETTERE O PREGARE SULLE SUE FORZATURE.

Si ripete: Signore aiutami ad accettare le destinazioni che non desidero.

Padre Nostro.

 

DIARIO DI VIAGGIO DEL PRIMO MIGLIO

Le persone di oggi sono spesso affannate, tristi …. ed allora ci costringono a stare loro vicini. Ci vogliono parlare ansiosamente di tutti i loro problemi. Vogliono scaricare su di noi le loro ansie. Dobbiamo. La nostra dedizione al primo miglio è l’ascolto. Amen

 

 

SECONDO MIGLIO

TU – la parola è come la sentiamo. Ci chiama direttamente, ci indica, ci coinvolge. Non possiamo voltarci indietro a dire: “dici a me?”. È per noi. La chiamata di Dio è personale.

 

MEDITO IN SILENZIO SULLE VOLTE CHE DIO HA PRONUNCIATO IL NOSTRO NOME.

CIASCUNO PUÓ RIFLETTERE O PREGARE SULLE CHIAMATE DI DIO PER LUI.

Si ripete: O Signore, quando rivolgi a me la parola: tu, aiutami a rispondere: io.

Padre nostro.

 

FANNE – la traduzione letterale vorrebbe: CONDURRE SOTTO.

Nel secondo miglio diventiamo guida di chi ci ha chiesto aiuto. Ci accompagniamo a lui, lo conduciamo. Ci mettiamo al suo livello. Ci facciamo fratelli. Soddisfiamo le sue richieste. Da una costrizione la vocazione. Non ce lo aspettavamo.

 

MEDITO IN SILENZIO SUL GRANDE RUOLO CHE DIO CI AFFIDA NELLA VITA.

CIASCUNO PUÓ RIFLETTERE O PREGARE SUL SUO RUOLO ACCANTO AD ALTRI.

Si ripete: O Signore, aiutami a sapere divenire prossimo.

Padre nostro.

 

DIARIO DI VIAGGIO DEL SECONDO MIGLIO

Dopo averci fatto entrare nella loro vita, le persone vogliono entrare nella nostra. Vogliono risposte ai propri problemi. Dai più piccoli ai più grandi. Occorre essere sempre pronti a dare risposte. A dare il pane, in tutti i sensi a chi lo chiede. In questo mondo, per essere “prossimo”, non posso dare alle quello che voglio io, ma quello che chiedono loro. Secondo il cuore di Dio. La nostra dedizione al secondo miglio è la parola.  Amen

 

LE MIGLIA DI FRANCESCO.

 

Dalla Leggenda Perugina

In un eremitaggio situato sopra Borgo San Sepolcro, venivano di tanto in tanto certi ladroni a domandare del pane. Costoro stavano appiattati nelle folte selve di quella contrada e talora ne uscivano, e si appostavano lungo le strade per derubare i passanti. Per questo motivo, alcuni frati dell’eremo dicevano: «Non è bene dare l’elemosina a costoro, che sono dei ladroni e fanno tanto male alla gente». Altri, considerando che i briganti venivano a elemosinare umilmente, sospinti da grave necessità, davano loro qualche volta del pane, sempre esortandoli a cambiar vita e fare penitenza. Ed ecco giungere in quel romitorio Francesco. I frati gli esposero il loro dilemma: dovevano oppure no donare il pane a quei malviventi? Rispose il Santo: «Se farete quello che vi suggerisco, ho fiducia nel Signore che riuscirete a conquistare quelle anime». E seguitò: «Andate, acquistate del buon pane e del buon vino, portate le provviste ai briganti nella selva dove stanno rintanati, e gridate: – Fratelli ladroni, venite da noi! Siamo i frati, e vi portiamo del buon pane e del buon vino –. Quelli accorreranno all’istante. Voi allora stendete una tovaglia per terra, disponete sopra i pani e il vino, e serviteli con rispetto e buon umore. Finito che abbiano di mangiare, proporrete loro le parole del Signore. Chiuderete l’esortazione chiedendo loro per amore di Dio, un primo piacere, e cioè che vi promettano di non percuotere o comunque maltrattare le persone. Giacché, se esigete da loro tutto in una volta, non vi starebbero a sentire. Ma così, toccati dal rispetto e affetto che dimostrate, ve lo prometteranno senz’altro. E il giorno successivo tornate da loro e, in premio della buona promessa fattavi, aggiungete al pane e al vino delle uova e del cacio; portate ogni cosa ai briganti e serviteli. Dopo il pasto direte: – Perché starvene qui tutto il giorno, a morire di fame e a patire stenti, a ordire tanti danni nell’intenzione e nel fatto, a causa dei quali rischiate la perdizione dell’anima, se non vi ravvedete? Meglio è servire il Signore, e Lui in questa vita vi provvederà del necessario e alla fine salverà le vostre anime –. E il Signore, nella sua misericordia, ispirerà i ladroni a mutar vita, commossi dal vostro rispetto ed affetto». Si mossero i frati e fecero ogni cosa come aveva suggerito Francesco. I ladroni, per la misericordia e grazia che Dio fece scendere su di loro, ascoltarono ed eseguirono punto per punto le richieste espresse loro dai frati. Molto più per l’affabilità e l’amicizia dimostrata loro dai frati, cominciarono a portare sulle loro spalle la legna al romitorio. Finalmente, per la bontà di Dio e la cortesia e amicizia dei frati, alcuni di quei briganti entrarono nell’Ordine, altri si convertirono a penitenza, promettendo nelle mani dei frati che d’allora in poi non avrebbero più perpetrato quei mali e sarebbero vissuti con il lavoro delle loro mani. I frati e altre persone venute a conoscenza dell’accaduto, furono pieni di meraviglia, pensando alla santità di Francesco, che aveva predetto la conversione di uomini così perfidi e iniqui, e vedendoli convertiti al Signore così rapidamente.       FF 1646

 

Ascoltiamo ancora Francesco che oggi ci dice: Io ho fatto la mia parte, la vostra Cristo ve la insegni. Amen

 

Il Signore ci benedica e ci custodisca.  Mostri a noi  il suo volto e abbia misericordia di noi.  Volga a noi il suo sguardo e ci dia pace . Il Signore ci benedica. Amen.