FRANCESCANI E FEDE 15 luglio 2013
Alto e glorioso Dio, illumina il cuore, dammi fede retta, speranza certa, carità perfetta, umiltà profonda, senno e conoscimento che io possa servire i tuoi comandamenti.
Francesco chiede al crocifisso la “fede diricta”.
È una richiesta che farà ogni giorno. La preghiera ha un senso perché la fede può sempre subire deviazioni.
Siamo sicuri che la nostra fede è “diricta”? ogni giorno?
Qual è la livella per misurare la nostra fede “diricta”?
Nella teoria è facile dire: in linea con la Scrittura, la Tradizione ed il Magistero della Chiesa.
Ma in pratica dove sono chiamato a vivere la mia fede? In quale “luogo” trova applicazione la mia vita di fede?
FRANCESCO E LA FEDE
Fede in Cristo e in Dio
Con l’esperienza di San Damiano la voce di Spoleto, il lebbroso e tutte le altre chiamate “criptate” trovano un volto. Il volto di Cristo crocifisso. Volto che l’esperienza di Francesco spoglierà dal trionfo alla sofferenza. Francesco conosce, ama e crede in Dio attraverso Cristo e soprattutto attraverso la sua umanità.
Dalla conversione in poi la vita di Francesco sarà un cammino di conformazione a Cristo. Fino alla Verna dove l’amante si trasforma nell’Amato.
Fede personale
Francesco non vive una fede per convinzione mentale o filosofica, per spirito di corpo…..
Per Francesco la fede è un rapporto io-Tu. Un rapporto personale. Un rapporto con l’Uomo conosciuto in varie occasioni e rivelatosi a San Damiano. Un rapporto fondato su: Amore (non ascesi o perfezione morale) e sequela dell’esempio (non solo delle parole, ma soprattutto della vita del Maestro). Tutta la vita di Francesco è orientata a seguire le orme. Fino al Calvario.
Fede impegnata
Portare Cristo dentro non si può che uscire da sé, per portarlo agli altri.
Per Francesco la fede è amore per gli altri nel senso pratico del termine.
Fede tenera
Tutte le preghiere di Francesco rivelano la sua tenerezza verso Dio. Il suo vivere l’emozione con Dio. Francesco è capace di emozionarsi di fronte a Dio. Francesco nomina Dio con aggettivi meravigliosi.
Vede la presenza divina negli uomini, negli animali ed in tutta la creazione. Non perché le cose lo portino direttamente in sé. Ma perché la sua esperienza con Dio lo fa presente dentro di Lui e gli fa scorgere ovunque la Sua presenza. Nel sole, nel vento, nel fuoco, nel verme che striscia….. “Laudato sii, PER…”
Fede dinamica
“Ricominciamo tutto daccapo”. La fede di Francesco non conosce soste. La passione di voler vedere “direttamente” lo porterà sempre più avanti. Sempre ad andare oltre. Il temperamento rivoluzionario sarà trapiantato nella fede.
La fede porta Francesco ad avere le radici in cielo. Ed allora è tutto un mondo rovesciato (se osservato col normale punto di vista)
Se la fede riempie Francesco allora …
Se Dio è tutto il bene, ci si può tranquillamente liberare dalle cose della terra. Anzi, non sono che un peso.
Se Dio è maestà assoluta, il resto non può che essere minorità. Da questa esperienza nascerà la minorità francescana. L’obbedienza non è una disciplina interna, ma è alla luce della relazione con Dio. È sensibilità alla sua gloria e al suo volere.
Se Dio è dominio su tutto, il resto non può che essere povertà e obbedienza. Povertà dalle cose. L’avidità è un furto.
Se Dio è Padre (non per convinzione mentale, ma per esperienza personale) allora non che essere Fraternità.
COME PIANTARE LE NOSTRE RADICI DI FRANCESCANI SECOLARI IN CIELO?
COME ROVESCIARE IL NOSTRO PUNTO DI VISTA?