LA PREGHIERA

 

Come un uomo parla ad un suo amico

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

novembre 2013

I

PREGHIERA: INCONTRO FRA DIO E L’UOMO

 

La preghiera del cristiano è l’incontro personale dell’uomo in dialogo umile con Dio Padre attraverso Gesù Cristo, suo Figlio e nostro fratello, nella forza dello Spirito Santo.

 

Da sempre l’uomo cerca il dialogo con Dio. Dalle forme più elementari alle più complesse.

 

GROSSI DUBBI

Ogni uomo vuole o vorrebbe, parlare con Dio, ma …..

Per dire che cosa?

Posso parlare con chi non conosco?

E ….. se chiedo una cosa pensando ad un certo dio ed invece è un altro????

 

DUBBIO CHE AGITA

Se pensassi di parlare con Dio ed invece mi rivolgo ad altro? O a me stesso?

 

Tutte le domande trovano abbozzi di risposta nelle tematiche degli altri incontri: fede, croce, carità, …..

Fede diritta, speranza certa, ……. occorre chiederle sempre all’Alto e glorioso Dio….

 

Mettiamo, per ora, di aver trovato il canale giusto…..

 

Parola e situazione

  • conversazione con Dio o con Cristo
  • elevazione dell’animo verso Dio.

La parola e la elevazione dell’animo verso Dio si compenetrano.

Ovviamente tra le parole è compresa anche la grande parola del silenzio.

Questo distingue il vero Dio da quelli auto-costruiti.  Il Dio vero non acconsente a tutto. Ci guida al vero Amore.

 

Interiorità ed espressione esteriore

  • raccoglimento e presa di coscienza del Dio presente
  • condizione esteriore dell’uomo in relazione vitale con l’interiorità. Forme, posizioni etc…..

La preghiera non è un dire, ma un fare. Altrimenti ci si pone sul piano del “fariseo”.

 

Individuale e comunitaria

  • persona in particolare
  • insieme dei soggetti congregati davanti al Signore.

Le due situazioni si compenetrano. Il singolo fa sempre parte di una comunità. La comunità è sempre composta da singoli.

 

Di lode, di petizione di benefici, di ringraziamento, d’impetrazione di perdono, di accettazione dei suoi disegni.

Il Padre Nostro è compendio insuperabile di tutte le forme di preghiera.

 

Qualità della preghiera

Attenzione

Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.  Mt 6,6

Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza e pregando per tutti i santi,  Ef 6,18

Chiedete e non ottenete perché chiedete male, per spendere per i vostri piaceri. Gc 4,3

 

Umiltà

per questo non mi sono neanche ritenuto degno di venire da te, ma comanda con una parola e il mio servo sarà guarito. Lc 7,6

Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; Rm 8,26

 

Fiducia

Tutto quello che chiederete con fede nella preghiera, lo otterrete Mt 21,22

Per questo vi dico: tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato. Mc 11,24

 

Perseveranza

Disse loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi  Lc 18,1

Pregate incessantemente 1Ts 5,17

 

Processo spirituale dell’orante (San Bonaventura):

via di purificazione – si chiede a Dio la purificazione dal nostro io e dai nostri problemi;

richiesta di luce e di aiuto per penetrare il mistero di Cristo – si chiede, appunto l’illuminazione da Dio

unione mistica

 

Nelle prime due si parla di preghiera-orazione.

Nella terza si parla di contemplazione.

Contemplazione è sempre preghiera. Ma non ogni preghiera è contemplazione.

Contemplazione è una fase “speciale” della preghiera.

Il termine contemplazione si riserva ai momenti di abbandono dell’anima a Dio, mediante il dialogo o l’intensa attenzione a qualche parte del mistero divino che si rivela, diventa prevalente rispetto alla vita pratica e persino all’apostolato o esercizio delle opere di carità.  Dizionario francescano

 

Parliamo con Dio, ma la nostra è sempre una risposta. Dio chi-ama sempre per primo.

 

Riflessioni personali sulle proprie esperienza di preghiera ad arricchimento di tutti.

COME VIVO LA PREGHIERA?

QUALE FORMA PREDILIGO?

COME MI RAPPORTO CON ME STESSO?

COME MI RAPPORTO CON L’ALTRO ASSOLUTO?

 

Signore, insegnaci a pregare. Amen

 

 

 

 

 

II

PREGHIERA NEL PRIMO TESTAMENTO

 

L’UOMO PARLA DA SEMPRE CON DIO.

NEL MODO CHE CONOSCE AL SUO TEMPO.

 

Nella preghiera dell’uomo di ogni tempo sta la “tipologia” per la nostra preghiera.

 

Abramo

 

Preghiera di obbedienza: «Eccomi»

 

Ma anche di domanda e lamento:

«Mio Signore Dio, che mi darai? Io me ne vado senza figli e l’erede della mia casa è Eliezer di Damasco». Soggiunse Abram: «Ecco a me non hai dato discendenza e un mio domestico sarà mio erede»  Gen 15,2-3

 

Ma la preghiera che ci fa conoscere il più bel dialogo tra Dio e Abramo è:

Allora Abramo gli si avvicinò e gli disse: «Davvero sterminerai il giusto con l’empio?Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano?5Lungi da te il far morire il giusto con l’empio, così che il giusto sia trattato come l’empio; lungi da te! Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?». Rispose il Signore: «Se a Sòdoma troverò cinquanta giusti nell’ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutta la città». Abramo riprese e disse: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere...  Forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque; per questi cinque distruggerai tutta la città?». Rispose: «Non la distruggerò, se ve ne trovo quarantacinque». Abramo riprese ancora a parlargli e disse: «Forse là se ne troveranno quaranta». Rispose: «Non lo farò, per riguardo a quei quaranta». Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora: forse là se ne troveranno trenta». Rispose: «Non lo farò, se ve ne troverò trenta». Riprese: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore! Forse là se ne troveranno venti». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei venti». Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola; forse là se ne troveranno dieci». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei dieci» (Gen 18, 23-33)

C’è un dialogo tra due “amici. Abramo chiede un “favore”per il popolo.

Abramo cerca di conoscere il pensare di Dio. È come quello degli uomini? Oppure?

La preghiera è luogo privilegiato di riflessione.

 

Mosè

Mosè eleva preghiere a Dio per tutto il popolo

“Quando Mosè alzava le mani ….”. (Es 17,8-13)

 

Preghiera di supplica ed intercessione

Mosè allora supplicò il Signore, suo Dio, e disse: «Perché, Signore, divamperà la tua ira contro il tuo popolo, che tu hai fatto uscire dal paese d’Egitto con grande forza e con mano potente? Perché dovranno dire gli Egiziani: Con malizia li ha fatti uscire, per farli perire tra le montagne e farli sparire dalla terra? Desisti dall’ardore della tua ira e abbandona il proposito di fare del male al tuo popolo. Ricòrdati di Abramo, di Isacco, di Israele, tuoi servi, ai quali hai giurato per te stesso e hai detto: Renderò la vostra posterità numerosa come le stelle del cielo e tutto questo paese, di cui ho parlato, lo darò ai tuoi discendenti, che lo possederanno per sempre». Il Signore abbandonò il proposito di nuocere al suo popolo.  (Es 31, 11-14)

 

All’apparenza sembra che sia Dio a cambiare opinione, invece è Mosè che conosce un Dio di misericordia.

“La preghiera è stare davanti a Dio per scoprire queste fonti profonde dell’amore anche in situazioni in cui, secondo la logica, storica, dovrebbe funzionare lo schema del peccato, castigo e maledizione.” R. Fabris

 

La preghiera di Mosè è anche preghiera di lode e ringraziamento.

«Voglio cantare in onore del Signore: perché ha mirabilmente trionfato, ha gettato in mare cavallo e cavaliere. Mia forza e mio canto è il Signore,            egli mi ha salvato. È il mio Dio e lo voglio lodare, è il Dio di mio padre e lo voglio esaltare! Il Signore è prode in guerra, si chiama Signore. I carri del faraone e il suo esercito ha gettato nel mare e i suoi combattenti scelti furono sommersi nel Mare Rosso. Gli abissi li ricoprirono, sprofondarono come pietra. La tua destra, Signore, terribile per la potenza, la tua destra, Signore, annienta il nemico; con sublime grandezza abbatti i tuoi avversari, scateni il tuo furore che li divora come paglia. Al soffio della tua ira si accumularono le acque, si alzarono le onde come un argine,

si rappresero gli abissi in fondo al mare. Il nemico aveva detto: Inseguirò, raggiungerò, spartirò il bottino, se ne sazierà la mia brama; sfodererò la spada, li conquisterà la mia mano! Soffiasti con il tuo alito: il mare li coprì, sprofondarono come piombo in acque profonde. Chi è come te fra gli dei, Signore?Chi è come te, maestoso in santità, tremendo nelle imprese, operatore di prodigi? Stendesti la destra:   la terra li inghiottì. Guidasti con il tuo favore questo popolo che hai riscattato, lo conducesti con forza alla tua santa dimora. Hanno udito i popoli e tremano; dolore incolse gli abitanti della Filistea. Già si spaventano i capi di Edom, i potenti di Moab li prende il timore; tremano tutti gli abitanti di Canaan. Piombano sopra di loro la paura e il terrore; per la potenza del tuo braccio restano immobili come pietra, finché sia passato il tuo popolo, Signore, finché sia passato questo tuo popolo      che ti sei acquistato. Lo fai entrare e lo pianti sul monte della tua eredità, luogo che per tua sede, Signore, hai preparato, santuario che le tue mani, Signore, hanno fondato. Il Signore regna in eterno e per sempre!». (Es 15, 1-18)

 

La preghiera nasce da un fatto realmente accaduto, ma va oltre l’orizzonte. Nel segno compiuto da Dio nel fatto, l’uomo orante intravvede una benedizione permanente.

 

Geremia

Tutti i profeti, parlando con Dio, sono uomini di preghiera.

Ma è Geremia, con i suoi accorati dialoghi, ad averci lasciato delle vere perle.

La sua preghiera è strettamente legata alla sua missione profetica, ma anche alla sua situazione esistenziale. Vocazione, vita e preghiera sono intimamente connessi.

 

Geremia sperimenta l’abbandono degli uomini…..

ed anche il “silenzio” di Dio. Il Dio nascosto.

 

Leggiamo Geremia nella nostra vita.

 

Tu sei troppo giusto, Signore, perché io possa discutere con te; ma vorrei solo rivolgerti una parola sulla giustizia. Perché le cose degli empi prosperano? Perché tutti i traditori sono tranquilli? Tu li hai piantati ed essi hanno messo radici, crescono e producono frutto; tu sei vicino alla loro bocca, ma lontano dai loro cuori. Ma tu, Signore, mi conosci, mi vedi, tu provi che il mio cuore è con te. Strappali via come pecore per il macello, riservali per il giorno dell’uccisione. Fino a quando sarà in lutto la terra e seccherà tutta l’erba dei campi? Per la malvagità dei suoi abitanti le fiere e gli uccelli periscono,           poiché essi dicono: «Dio non vede i nostri passi». «Se, correndo con i pedoni, ti stanchi, come potrai gareggiare con i cavalli? Se non ti senti al sicuro in una regione pacifica, che farai nella boscaglia del Giordano? Perfino i tuoi fratelli e la casa di tuo padre, perfino loro sono sleali con te; anch’essi ti gridano dietro a piena voce; non fidarti di loro quando ti dicono buone parole.  (Ger 12, 1-6)

 

Me infelice, madre mia, che mi hai partorito oggetto di litigio e di contrasto per tutto il paese! Non ho preso prestiti, non ho prestato a nessuno, eppure tutti mi maledicono. Forse, Signore, non ti ho servito del mio meglio, non mi sono rivolto a te con preghiere per il mio nemico, nel tempo della sventura e nel tempo dell’angoscia?  Potrà forse il ferro spezzare il ferro del settentrione e il bronzo? «I tuoi averi e i tuoi tesori li abbandonerò al saccheggio, non come pagamento, per tutti i peccati che hai commessi in tutti i tuoi territori. Ti renderò schiavo dei tuoi nemici in una terra che non conosci, perché si è acceso il fuoco della mia ira, che arderà contro di voi». Tu lo sai, Signore, ricordati di me e aiutami, vendicati per me dei miei persecutori. Nella tua clemenza non lasciarmi perire, sappi che io sopporto insulti per te. Quando le tue parole mi vennero incontro, le divorai con avidità; la tua parola fu la gioia e la letizia del mio cuore, perché io portavo il tuo nome, Signore, Dio degli eserciti. Non mi sono seduto per divertirmi nelle brigate di buontemponi, ma spinto dalla tua mano sedevo solitario,      poiché mi avevi riempito di sdegno. Perché il mio dolore è senza fine e la mia piaga incurabile non vuol guarire? Tu sei diventato per me un torrente infido, dalle acque incostanti.   Ha risposto allora il Signore:  «Se tu ritornerai  a me, io ti riprenderò            e starai alla mia presenza; se saprai distinguere ciò che è prezioso da ciò che è vile, sarai come la mia bocca. Essi torneranno a te, mentre tu non dovrai tornare a loro, ed io, per questo popolo, ti renderò   come un muro durissimo di bronzo; combatteranno contro di te ma non potranno prevalere, perché io sarò con te per salvarti e per liberarti. Oracolo del Signore. Ti libererò dalle mani dei malvagi e ti riscatterò dalle mani dei violenti».  (Ger 15, 10-21)

 

Guariscimi, Signore, e io sarò guarito, salvami e io sarò salvato, poiché tu sei il mio vanto. Ecco, essi mi dicono: «Dov’è la parola del Signore? Si compia finalmente!». Io non ho insistito presso di te nella sventura

né ho desiderato il giorno funesto, tu lo sai. Ciò che è uscito dalla mia bocca è innanzi a te. Non essere per me causa di spavento, tu, mio solo rifugio nel giorno della sventura. Siano confusi i miei avversari ma non io, si spaventino essi, ma non io. Manda contro di loro il giorno della sventura,    distruggili, distruggili per sempre.   (Ger17, 14-18)

 

Ora essi dissero: «Venite e tramiamo insidie contro Geremia, perché la legge non verrà meno ai sacerdoti, né il consiglio ai saggi, né l’oracolo ai profeti. Venite, colpiamolo per la sua lingua e non badiamo a tutte le sue parole». Prestami ascolto, Signore, e odi la voce dei miei avversari. Si rende forse male per bene? Poiché essi hanno scavato una fossa alla mia vita. Ricordati quando mi presentavo a te, per parlare in loro favore, per stornare da loro la tua ira. Abbandona perciò i loro figli alla fame, gettali in potere della spada; le loro donne restino senza figli e vedove, i loro uomini siano colpiti dalla morte e i loro giovani uccisi dalla spada in battaglia. Si odano grida dalle loro case, quando improvvisa tu farai piombare su di loro una torma di briganti,  poiché hanno scavato una fossa per catturarmi e hanno teso lacci ai miei piedi. Ma tu conosci, Signore, ogni loro progetto di morte contro di me; non lasciare impunita la loro iniquità         e non cancellare il loro peccato dalla tua presenza. Inciampino alla tua presenza; al momento del tuo sdegno agisci contro di essi!  (Ger 18, 18-23)

 

Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre; mi hai fatto forza e hai prevalso. Sono diventato oggetto di scherno ogni giorno; ognuno si fa beffe di me. Quando parlo, devo gridare, devo proclamare: «Violenza! Oppressione!». Così la parola del Signore è diventata per me motivo di obbrobrio e di scherno ogni giorno. Mi dicevo: «Non penserò più a lui, non parlerò più in suo nome!». Ma nel mio cuore c’era come un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo. Sentivo le insinuazioni di molti: «Terrore  all’intorno! Denunciatelo e lo denunceremo». Tutti i miei amici spiavano la mia caduta: «Forse si lascerà trarre in inganno, così noi prevarremo su di lui, ci prenderemo la nostra vendetta». Ma il Signore è al mio fianco come un prode valoroso, per questo i miei persecutori  cadranno e non potranno  prevalere; saranno  molto confusi perché non riusciranno, la loro vergogna sarà eterna e incancellabile. Signore degli eserciti, che provi il giusto e scruti il cuore e la mente, possa io vedere la tua vendetta su di essi; poiché a te ho affidato la mia causa! Cantate inni al Signore, lodate il Signore, perché ha liberato la vita del povero dalle mani dei malfattori. Maledetto il giorno in cui nacqui; il giorno in cui mia madre mi diede alla luce non sia mai benedetto. Maledetto l’uomo che portò la notizia       a mio padre, dicendo: «Ti è nato un figlio maschio», colmandolo di gioia. Quell’uomo sia come le città che il Signore ha demolito senza compassione. Ascolti grida al mattino e rumori di guerra a mezzogiorno, perché non mi fece morire nel grembo materno; mia madre sarebbe stata la mia tomba e il suo grembo gravido per sempre. Perché mai sono uscito dal seno materno  per vedere tormenti e dolore           e per finire i miei giorni nella vergogna? (Ger 20, 7-18)

 

Come tutti i grandi uomini di Dio Geremia sperimenta nella preghiera – pur nella sofferenza,  nell’abbandono e nel rifiuto – il miracolo di una speranza indistruttibile e di una inspiegabile serenità.     B. Maggioni

 

Giobbe

Il libro con una preghiera di fede assoluta ed abbandono totale.

«Nudo uscii  dal  seno  di mia madre, e nudo vi ritornerò.  Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia  benedetto il nome del Signore!». (Gb 1,21)

 

Ma la preghiera di Giobbe non è una preghiera semplice.

È un continuo interrogare Dio. Una sfida. Sempre sull’orlo di mollare tutto.

Sempre a chiedere a Dio: perché?

 

Stanco io sono della mia vita! Darò libero sfogo al mio lamento, parlerò nell’amarezza del mio cuore.

(Gb 10, 1)

 

Ricordati che un soffio è la mia vita:il mio occhio non rivedrà più il bene. Non mi scorgerà più l’occhio di chi mi vede: i tuoi occhi saranno su di me e io più non sarò. Una nube svanisce e se ne va, così chi scende agl’inferi più non risale; non tornerà più nella sua casa, mai più lo rivedrà la sua dimora. Ma io non terrò chiusa la mia bocca, parlerò nell’angoscia del mio spirito, mi lamenterò nell’amarezza del mio cuore! Son io forse il mare oppure un mostro marino, perché tu mi metta accanto una guardia? Quando io dico: «Il mio giaciglio mi darà sollievo, il mio letto allevierà la mia sofferenza», tu allora mi spaventi con sogni e con fantasmi tu mi atterrisci. Preferirei essere soffocato, la morte piuttosto che questi miei dolori! Io mi disfaccio, non vivrò più a lungo. Lasciami, perché un soffio sono i miei giorni. Che è quest’uomo che tu nei fai tanto conto e a lui rivolgi la tua attenzione e lo scruti ogni mattina         e ad ogni istante lo metti alla prova?

Fino a quando da me non toglierai lo sguardo          e non mi lascerai inghiottire la saliva? Se ho peccato, che cosa ti ho fatto, o custode dell’uomo? Perché m’hai preso a bersaglio        e ti son diventato di peso? Ricordati che un soffio è la mia vita:il mio occhio non rivedrà più il bene. Non mi scorgerà più l’occhio di chi mi vede:

i tuoi occhi saranno su di me e io più non sarò. Una nube svanisce e se ne va,       così chi scende agl’inferi più non risale; non tornerà più nella sua casa, mai più lo rivedrà la sua dimora. Ma io non terrò chiusa la mia bocca, parlerò nell’angoscia del mio spirito, mi lamenterò nell’amarezza del mio cuore! Son io forse il mare oppure un mostro marino, perché tu mi metta accanto una guardia?Quando io dico: «Il mio giaciglio mi darà sollievo, il mio letto allevierà la mia sofferenza», tu allora mi spaventi con sogni e con fantasmi tu mi atterrisci. Preferirei essere soffocato, la morte piuttosto che questi miei dolori! Io mi disfaccio, non vivrò più a lungo. Lasciami, perché un soffio sono i miei giorni. Che è quest’uomo che tu nei fai tanto conto e a lui rivolgi la tua attenzione e lo scruti ogni mattina e ad ogni istante lo metti alla prova? Fino a quando da me non toglierai lo sguardo e non mi lascerai inghiottire la saliva? Se ho peccato, che cosa ti ho fatto, o custode dell’uomo? Perché m’hai preso a bersaglio e ti son diventato di peso? (Gb 7, 7-21)

Se sono colpevole, perché affaticarmi invano?Anche se mi lavassi con la neve e pulissi con la soda le mie mani, allora tu mi tufferesti in un pantano e in orrore mi avrebbero le mie vesti.   (Gb 9, 28b-31)

 

Stanco io sono della mia vita!             Darò libero sfogo al mio lamento, parlerò nell’amarezza del mio cuore. Dirò a Dio: Non condannarmi! Fammi sapere perché mi sei avversario. È forse bene per te opprimermi, disprezzare l’opera delle tue mani e favorire i progetti dei malvagi? Hai tu forse occhi di carne o anche tu vedi come l’uomo? Sono forse i tuoi giorni come i giorni di un uomo, i tuoi anni come i giorni di un mortale, perché tu debba scrutare la mia colpa e frugare il mio peccato, pur sapendo ch’io non sono colpevole e che nessuno mi può liberare dalla tua mano? Le tue mani mi hanno plasmato e mi hanno fatto

integro in ogni parte; vorresti ora distruggermi? Ricordati che come argilla mi hai plasmato         e in polvere mi farai tornare. Non m’hai colato forse come latte e fatto accagliare come cacio? Di pelle e di carne mi hai rivestito, d’ossa e di nervi mi hai intessuto. Vita e benevolenza tu mi hai concesso       e la tua premura ha custodito il mio spirito. Eppure, questo nascondevi nel cuore,             so che questo avevi nel pensiero! Tu mi sorvegli, se pecco, e non mi lasci impunito per la mia colpa. Se sono colpevole, guai a me! Se giusto, non oso sollevare la testa, sazio d’ignominia, come sono, ed ebbro di miseria. Se la sollevo, tu come un leopardo mi dai la caccia e torni a compiere prodigi contro di me, su di me rinnovi i tuoi attacchi, contro di me aumenti la tua ira e truppe sempre fresche mi assalgono. Perché tu mi hai tratto dal seno materno?

Fossi morto e nessun occhio m’avesse mai visto! Sarei come se non fossi mai esistito; dal ventre sarei stato portato alla tomba! E non son poca cosa i giorni della mia vita? Lasciami, sì ch’io possa respirare un poco

prima che me ne vada, senza ritornare, verso la terra delle tenebre e dell’ombra di morte, terra di caligine e di disordine, dove la luce è come le tenebre. Solo, assicurami due cose e allora non mi sottrarrò alla tua presenza; allontana da me la tua mano e il tuo terrore più non mi spaventi; poi interrogami pure e io risponderò oppure parlerò io e tu mi risponderai. Quante sono le mie colpe e i miei peccati? Fammi conoscere il mio misfatto e il mio peccato. Perché mi nascondi la tua faccia       e mi consideri come un nemico? Vuoi spaventare una foglia dispersa dal vento e dar la caccia a una paglia secca?Poiché scrivi contro di me sentenze amare          e mi rinfacci i miei errori giovanili; tu metti i miei piedi in ceppi, spii tutti i miei passi e ti segni le orme dei miei piedi. Intanto io mi disfò come legno tarlato o come un vestito corroso da tignola.

Capitolo 14

L’uomo, nato di donna, breve di giorni e sazio di inquietudine, come un fiore spunta e avvizzisce, fugge come l’ombra e mai si ferma. Tu, sopra un tal essere tieni aperti i tuoi occhi e lo chiami a giudizio presso di te? Chi può trarre il puro dall’immondo? Nessuno. Se i suoi giorni sono contati, se il numero dei suoi mesi dipende da te, se hai fissato un termine che non può oltrepassare, distogli lo sguardo da lui e lascialo stare finché abbia compiuto, come un salariato, la sua giornata! Poiché anche per l’albero c’è speranza:

se viene tagliato, ancora ributta e i suoi germogli non cessano di crescere; se sotto terra invecchia la sua radice e al suolo muore il suo tronco, al sentore dell’acqua rigermoglia e mette rami come nuova pianta.

L’uomo invece, se muore, giace inerte, quando il mortale spira, dov’è? Potranno sparire le acque del mare

e i fiumi prosciugarsi e disseccarsi, ma l’uomo che giace più non s’alzerà, finché durano i cieli non si sveglierà, né più si desterà dal suo sonno. Oh, se tu volessi nascondermi nella tomba,           occultarmi, finché sarà passata la tua ira, fissarmi un termine e poi ricordarti di me! Se l’uomo che muore potesse rivivere,

aspetterei tutti i giorni della mia milizia finché arrivi per me l’ora del cambio! Mi chiameresti e io risponderei, l’opera delle tue mani tu brameresti. Mentre ora tu conti i miei passi non spieresti più il mio peccato: in un sacchetto, chiuso, sarebbe il mio misfatto e tu cancelleresti la mia colpa. Ohimè! come un monte finisce in una frana e come una rupe si stacca dal suo posto, e le acque consumano le pietre,           le alluvioni portano via il terreno: così tu annienti la speranza dell’uomo. Tu lo abbatti per sempre ed egli se ne va, tu sfiguri il suo volto e lo scacci. Siano pure onorati i suoi figli, non lo sa; siano disprezzati, lo ignora! Soltanto i suoi dolori egli sente e piange sopra di sé.     (Gb 13,20 – 15,22)

 

Io grido a te, ma tu non mi rispondi, insisto, ma tu non mi dai retta. Tu sei un duro avversario verso di me

e con la forza delle tue mani mi perseguiti;mi sollevi e mi poni a cavallo del vento e mi fai sballottare dalla bufera. So bene che mi conduci alla morte, alla casa dove si riunisce ogni vivente.    (Gb 30, 20-23)

Ma la preghiera di Giobbe è anche animata da una fiducia incrollabile in Dio.

Anche le interrogazioni provocatorie affondano le radici nella fiducia. Altrimenti c’è il lasciare. L’abbandono.

 

È questa la fede di Giobbe. Una fede vera. Che non parte dalle definizioni del catechismo e non si fonda su costruzioni teologiche o sul sentito dire.

È la fede che parte dal proprio vissuto senza “abbonare” nulla.

 

Ma ecco, fin d’ora il mio testimone è nei cieli,           il mio mallevadore è lassù;miei avvocati presso Dio sono i miei lamenti, mentre davanti a lui sparge lacrime il mio occhio, perché difenda l’uomo davanti a Dio, come un mortale fa con un suo amico;     (Gb 16, 19-21)

 

Sii tu la mia garanzia presso di te! Qual altro vorrebbe stringermi la destra?    (Gb 17,3)

 

Io lo so che il mio Vendicatore è vivo e che, ultimo, si ergerà sulla polvere!    (Gb19,25)

 

Ecco, sono ben meschino: che ti posso rispondere?Mi metto la mano sulla bocca.   (Gb 40,4)

 

Il libro si chiude con una dichiarazione di fede assoluta. Quasi un ricominciare da capo. Ma la fede, adesso è purificata dalla crisi. Dall’esperienza del Dio nascosto.

Ed è una fede purissima.

 

Allora Giobbe rispose al Signore e disse: Comprendo che puoi tutto e che nessuna cosa è impossibile per te.

Chi è colui che, senza aver scienza, può oscurare il tuo consiglio?Ho esposto dunque senza discernimento

cose troppo superiori a me, che io non comprendo. «Ascoltami e io parlerò, io t’interrogherò e tu istruiscimi». Io ti conoscevo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti vedono. Perciò mi ricredo e ne provo pentimento sopra polvere e cenere.    (Gb 42,1-6)

 

 

Salmi

I salmi, scritti lungo tutto il corso della storia di Israele, sono la testimonianza diretta del rivolgersi dell’uomo a Dio.

Rispecchiano i vari momenti della vita – lotta, lutto, sconfitte, vittorie, gioie, etc..

Ma, come sempre, partono da una situazione personale per allargare l’orizzonte al popolo di Dio ed a tutti gli uomini. “uno specchio dei problemi, dei drammi, delle gioie di tutto un popolo.” G. Ravasi

Partendo dalla fede in risposta a un Dio che agisce nella vita, la preghiera dei salmisti non è mai un’evasione dalla vita.

 

Dopo diversi millenni ancora oggi la Chiesa prega ogni giorno con i salmi.

 

SE GUARDO ALLE PREGHIERE DEL PRIMO TESTAMENTO MI RITROVO IN OGNUNA DI ESSE.

COSA MI INSEGNA QUESTO?

L’ESPERIENZA DEGLI UOMINI BIBLICI È LA MIA ESPERIENZA.

SE LA LORO VITA ERA GUIDATA DA DIO COME SEGNO PER TUTTO IL POPOLO: LA NOSTRA?

MA, ALLA FINE, QUAL È LO SCOPO VERO DELLA MIA PREGHIERA?

 

Signore, insegnami a dire: sia fatta veramente la tua volontà. Amen

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

III

PREGHIERA NEL SECONDO TESTAMENTO

 

GESÚ

 

Abbiamo visto che la preghiera può essere: di lode, di petizione di benefici, di ringraziamento, d’impetrazione di perdono, di accettazione dei suoi disegni.

Gesù conosce a pieno tutte queste forme, tranne la richiesta di perdono. “Gesù prega come qualcuno che non conosce peccato”. K. Adam

 

I Vangeli sono pieni di racconti di Gesù che prega.

 

Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava.

 (Mc 1, 35)

Appena li ebbe congedati, salì sul monte a pregare.    (Mc 6,46)

Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì   (Lc 3,21)

Circa otto giorni dopo questi discorsi, prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. (Lc 9, 28)

 

Gesù prega prima di tutti i momenti importanti della sua vita e della sua missione.

 

La preghiera di Gesù

 

Filiale

E diceva: «Abbà, Padre! ….  (Mc 14, 36)

Gesù ha una relazione unica col Padre

 

Obbediente

E diceva: «Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu».   (Mc 14, 36)

L’obbedienza deriva proprio dalla filiazione.

 

Rivelatrice della missione

Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e volevano trattenerlo perché non se ne andasse via da loro. Egli però disse: «Bisogna che io annunzi il regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».     (Lc 4, 42-43)

Gli fa capire che il piano di Dio su di Lui è diverso da come vorrebbe la folla o la vita stessa.

 

Attenta alle Scritture

Gesù prega spesso con la “Parola”. Con testi del Primo Testamento.

Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì, Eloì, lemà sabactàni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? (Mc15, 34 – Sal 22, 2)

Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo spirò.

(Lc 23, 46 Sal 31, 6)

 

Ma quali sono le preghiere “dirette” di Gesù?

 

Di benedizione e lode

Presi i cinque pani e i due pesci, levò gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai discepoli perché li distribuissero; e divise i due pesci fra tutti. (Mc 6, 41)

Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. 24E disse: «Questo è il mio sangue, il sangue dell’alleanza versato per molti. (Mc 14, 23)

 

La preghiera di benedizione nell’ebraismo è LA preghiera.

Benedire Dio è LA nostra preghiera. (vedi “Lodi di Dio altissimo”)

Tutto viene da Dio, Dio è il nostro bene.

 

In quel tempo Gesù disse: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te …». (Mt 11, 25-26)

 

Occorre vedere nella propria storia le meraviglie di Dio

 

Di domanda

Una domanda quasi sempre apostolica.

«Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli» (Lc 22, 31-32)

 

Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre,.. (Gv 14. 16)

 

Gesù diceva: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno».   (Lc 23, 34)

 

E tutto il cap. 17 di Giovanni con la preghiera sacerdotale.

 

Gesù prega perché tutti stiano dentro l’Amore trinitario. Non semplicemente come perdono spicciolo.

 

Di supplica

Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Gesù disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate». (Mc 14, 33-34)

In questa supplica Gesù dimostra tutta la drammaticità della situazione e tutta la sua umanità.

 

Nel Vangelo sono contenute poi intere catechesi sulla necessità di pregare.

Per non cadere in tentazione

Per scacciare i demoni

Per i nemici

Per ……

 

La preghiera delle preghiere.

 

Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate. Voi dunque pregate così:Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno;            sia fatta la tua volontà,           come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. (Mt 6, 7-13)

 

Gesù ci insegna a pregare.

Tutto è contenuto nel Padre nostro.

Una invocazione iniziale e sette domande: le prime tre per il Regno, le ultime tre per il perdono e al centro la richiesta del pane per ogni giorno.

 

OGNI DOMENICA PREGHIAMO A GRAN VOCE: PER CRISTO, CON CRISTO ED IN CRISTO OFFRENDO L’EUCARISTIA.

COME SI INSERISCE LA NOSTRA PREGHIERA IN QUESTO OFFERTORIO?

 

PAOLO

Paolo esorta le sue comunità a pregare

 

Anche per questo preghiamo di continuo per voi, perché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e porti a compimento, con la sua potenza, ogni vostra volontà di bene e l’opera della vostra fede; (2, Ts 1,11)

 

pregando sempre con gioia per voi in ogni mia preghiera, (Fil 1, 4)

 

Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; (Fil 4, 6)

 

Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza e pregando per tutti i santi, (Ef 6, 18)

 

Noi rendiamo continuamente grazie a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, nelle nostre preghiere per voi, (Col 1, 3)

 

Paolo stesso prega incessantemente

chiedendo sempre nelle mie preghiere che per volontà di Dio mi si apra una strada per venire fino a voi. (Rm 1, 10)

Perciò anche noi, da quando abbiamo saputo questo, non cessiamo di pregare per voi, e di chiedere che abbiate una conoscenza piena della sua volontà con ogni sapienza e intelligenza spirituale,  (Col 1,9)

 

Dobbiamo sempre ringraziare Dio per voi, fratelli, ed è ben giusto. La vostra fede infatti cresce rigogliosamente e abbonda la vostra carità vicendevole;    (2 Ts 1, 3)

 

Noi però dobbiamo rendere sempre grazie a Dio per voi, fratelli amati dal Signore, perché Dio vi ha scelti come primizia per la salvezza, attraverso l’opera santificatrice dello Spirito e la fede nella verità,

(2Ts 2, 13)

 

Anche Paolo vive i vari tipi di preghiera

 

Di benedizione e ringraziamento

Paolo, apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, e il fratello Timòteo, alla chiesa di Dio che è in Corinto e a tutti i santi dell’intera Acaia: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo. Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra tribolazione perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio. (2Cor 1, 1-4)

 

Paolo, apostolo non da parte di uomini, né per mezzo di uomo, ma per mezzo di Gesù Cristo e di Dio Padre che lo ha risuscitato dai morti, e tutti i fratelli che sono con me, alle Chiese della Galazia. Grazia a voi e pace da parte di Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo, che ha dato se stesso per i nostri peccati, per strapparci da questo mondo perverso, secondo la volontà di Dio e Padre nostro, al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen. (Gal 1, 1-5)

 

Di supplica

Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte. (2Cor 12, 9-10)

 

Paolo chiede la liberazione dall’impedimento e invece scopre la logica della croce: Dio si fa presente nella debolezza.

 

La preghiera di Paolo è sempre trinitaria, rivolta al Padre per Cristo e nello Spirito.

 

Lo Spirito aiuta la nostra preghiera. E ci insegna che cosa domandare

 

Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio. (Rm 8, 26-27)

 

Lo Spirito ci libera dall’angoscia svelandoci che siamo figli di Dio e dandoci la possibilità di chiamarlo con amore e confidenza: Padre.

 

E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre! (Gal 4, 6)

 

E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: «Abbà, Padre!».

 

RIESCO A PREGARE SENZA PAURA?

 

Signore, aiutami a pregare senza paura. Amen

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IV

PREGHIERA DELLA CHIESA

 

DA DOVE RIPARTIRE?

 

Colui che attesta queste cose dice: «Sì, verrò presto!». Amen. Vieni, Signore Gesù. La grazia del Signore Gesù sia con tutti voi. Amen! (Ap 22, 20-21)

 

COSA CELEBRIAMO?

 

Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga.     (1Cor 11, 26)

 

Annunciamo la tua morte o Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della Tua venuta.

 

Tutta la vita della Chiesa è vita del frattempo ….. del “già e non ancora”. Dalla Pentecoste alla parusia.

Fede, speranza, sacramenti, ….. e quindi anche la preghiera (per come la viviamo sulla terra) sono per “quaggiù. Lassù – “lo vedremo faccia a faccia” (1Cor 13, 12, inserito nell’inno alla carità!!) – rimarrà la lode e la carità. Non finirà la preghiera e la carità.

Ma noi diverremo preghiera e carità. Rapporto intimo con Dio che è carità.

 

Ma ora?

La Chiesa vive la preghiera a tutte le latitudini, in tutte le lingue, tutto il giorno di tutti i giorni, in tutti i modi.

La Chiesa (vedere bene il concetto di Chiesa!!!) è tutta la preghiera.

 

A tutte le latitudini

La Chiesa prega in ogni angolo della terra. Con tutte le culture del mondo.

 

In tutte le lingue

In tutte le lingue si alza la preghiera (lode, inno, supplica, etc.) a Dio.

Non solo lingue parlate, ma in tutti modi di esprimersi dell’uomo di tutte le culture.

La Pentecoste riunisce quel che si era disperso a Babele, ma non omogeneizza. “Ognuno li sentiva parlare nella sua lingua”. È la “convivialità delle differenze” (Tonino Bello)

Anche nella preghiera le differenze sono ricchezza.

 

Tutto il giorno di tutti i giorni

In ogni momento della nostra giornata, in qualche angolo della terra, si alza la lode a Dio.

Viene celebrata una Eucaristia, altre forme di preghiera …..

Sempre.

Quando io non riesco a pregare “supplisce la Chiesa” per me.

Che ricchezza!!!

 

In tutti i modi.

Liturgico od individuale

Liturgia significa azione di popolo, sono le preghiere “canoniche” che eleviamo riuniti o da soli.

Individuale è la preghiera di ognuno.

Poi ci sono i modi dovuti ai vari carismi presenti nella Chiesa.

Contemplativi o attivi, religiosi e secolari, diversità tra gli ordini …….

 

La Chiesa vive sempre la comunione col Padre, col Figlio e con lo Spirito Santo.

Nella comunione dei Santi.

 

Dopo la Pasqua preghiamo con, in e per il Figlio.

Dopo la Pentecoste è lo Spirito che prega in noi.

 

VIVO IL RAPPORTO CON DIO SENTENDOMI INSERITO NEL “FIUME” DELLA CHIESA?

 

Signore, fa che io non preghi mai da solo. Amen

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

V

PREGHIERA DI FRANCESCO

 

“… non estinguere lo spirito della santa orazione e devozione …”  cfr. A Frate Antonio – FF 252

 

La preghiera di Francesco è, nel contenuto:

di lode a Dio Altissimo

di compassione amorosa della passione di Cristo

di personificazione delle virtù infuse da Dio nel cuore dei fedeli

di saluto alla Vergine

di partecipazione corale e fraterna al cantico delle creature per il Creatore

 

Preghiere composte da San Francesco (non discuteremo sullo spinoso tema della paternità o meno)

 Lodi delle virtù

 Saluto alla Vergine

 Lodi di Dio altissimo

 Benedizione a Frate Leone

Lodi per ogni ora

 Cantico delle creature

 Preghiera davanti al crocifisso di San Damiano 

Commento al «Pater noster»

«Preghiera Absorbeat»

Della vera e perfetta letizia 

 Ufficio della passione del Signore 

 

La preghiera di Francesco è, nel senso, UNITIVA, che tutto unisce:

Trinitaria – Francesco tiene sempre unita in se stesso la Trinità

Cielo e terra – anche quando la preghiera-orazione si fa contemplazione non è mai spiritualismo

Infinita distanza e infinita vicinanza di Dio

Solitudine e socialità – rimane in mezzo alla gente anche quando si isola e viceversa

Parola e silenzio

Liturgia e creatività – la sua preghiera è sempre preghiera della Chiesa, ma anche un “cantare” spontaneo.  così come la preghiera ripetitiva (esercizio) ed il colloquio con Dio convivono

 

Ma la preghiera nel profondo di Francesco è soprattutto:

ascolto - desidera conoscere cosa vuole Dio da Lui

semplicità e umiltà profonda – davanti a Dio Altissimo, fino all’estremo della vita

lode, gioia, ringraziamento

amore: di figlio verso il Padre, di fratello verso Cristo Crocifisso, di sposo verso lo Spirito Santo (guida nella pratica delle virtù e vero “ministro generale del suo Ordine, che si posa ugualmente sul povero e sul semplice” come sui ricchi e sapienti. (2Cel – FF 779)

 

L’annuncio più grande di Francesco alla gente è quello di “stare” con Dio.

Il primo frutto contemplativo di Francesco è senz’altro il Beato Egidio. Stupenda figura.

non era tanto un uomo che prega, quanto piuttosto egli stesso tutto trasformato in preghiera vivente.

2Cel – FF 682

IL NOSTRO COLLOQUIO CON DIO NELLA PREGHIERA, PARLA LA LINGUA DI FRANCESCO?

 

O Signore insegnaci cosa vuoi che facciamo. Amen

 

VI

PREGHIERA NOSTRA

Abbiamo parlato della preghiera di tanti uomini di Dio. Del Figlio stesso di Dio ….

Adesso parlo dalla mia preghiera – Dal mio rapporto di Amore con Dio

La sua ricchezza

Le sue fonti

I suoi rivoli

Le sue cascate vorticose

I suoi ristagni

…………………………………

 

PROIETTO SULLO SPECCHIO DELLA PREGHIERA DI TUTTI I TEMPI LA MIA IMMAGINE

 

La mia preghiera

Cristiana

………………………………………..

Francescana

………………………………………..

Orazione

………………………………………..

Contemplazione

………………………………………..

Unitiva

………………………………………..

Di ascolto

………………………………………..

Umile

………………………………………..

Di lode

………………………………………..

Di amore

………………………………………..

 

È tutta da scrivere la lingua per parlare con Dio da francescani secolari del terzo millennio.

 

STO DIVENTANDO PREGHIERA VIVENTE?

 

O Signore aiutami ad essere preghiera vivente. Amen

 

 

VII

 

INCONTRO CONCLUSIVO CON PREGHIERE LIBERE.

SI INIZIA COL PADRE NOSTRO E SI CONCLUDE CON LA SALVE REGINA.

CIASCUNO PREGA COME LO SPIRITO GLI SUGGERISCE