IL GENIO SCOMODO

“Dopo Gesù, Paolo è stata la figura più influente nella storia del cristianesimo” R. E. Brown

La vita di Paolo è presa solo da due fonti: gli Atti degli Apostoli e le lettere paoline.
I primi possono integrare le seconde, ma mai smentirle.

Saulo (stesso nome del primo re di Israele: Saul) nato nei primi anni (tra il 5 e il 10 d.C.) della nostra era. Morto intorno al 67 d.C a Roma
Nato in Giudea nella città di Giscala (?), dalla tribù di Beniamino, i suoi genitori si trasferiscono presto a Tarso in Cilicia.
Tarso è città aperta, cosmopolita ed economicamente fiorente.
Darà i natali a poeti e filosofi (di corrente stoica).
La famiglia di Saulo è economicamente agiata essendo il padre artigiano fabbricatore di tende (stoffe dette Cilicium per i peli di capra di Cilicia usati).
Per questa attività i cui prodotti vengono forniti alle truppe di Roma, (o per essere discendente di schiavi affrancati) il padre, probabilmente diventa cittadino romano così come Paolo.
Paolo si definirà: ebreo (per la padronanza con la lingua e i costumi ebraici), Israelita (per appartenere al popolo dell’alleanza), stirpe di Abramo (per la purezza razziale).

Abbozzo di cronologia
5-10 Nascita
36 circa Partecipa al martirio di Stefano
36 la conversione sulla via di Damasco
Seguono anni di riflessione, cammino interiore e incontri saltuari con i cristiani
Viene riportato da Barnaba nella chiesa di Antiochia
45-49 primo viaggio
49 concilio di Gerusalemme
Controversia di Antiochia con Pietro (?)
50-53 secondo viaggio e composizione (da Corinto) delle due lettere ai Tessalonicesi (la seconda lettera si tende oggi a considerarla deuteropaolina e la sua data di composizione viene posta negli anni 80-90)
53-59/59 terzo viaggio e composizione (da Efeso) della lettera ai Filippesi, di svariate lettere ai Corinzi (tra cui le due che conosciamo), della lettera ai Galati e della lettera ai Romani.
A Gerusalemme sfugge al linciaggio da parte dei giudei
58/59 - 62/63 prigionia tra Gerusalemme, Cesarea e Roma e composizione (o dettatura) delle lettere ai Colossesi, a Filemone, agli Efesini (insieme ai Filippesi dette “dalla prigionia)
Nell’ultimo periodo di vita vengono composte le lettere “pastorali” le due a Timoteo e quella a Tito.
Col, Ef e le lettere pastorali vengono oggi considerate deuteropaoline e la data di composizione è posta negli anni 80-90.
La liberazione dopo un primo processo a Roma ed il viaggio in Spagna sono incerti.
67 Martirio sotto Nerone a Roma

La lettera agli Ebrei viene scritta dopo, probabilmente a ridosso, ma prima, del 70 da un discepolo (Apollo?)

Saulo (come tutto il mondo del N.T.) si trova a vivere in tre “cerchi”.
1. L’impero romano
2. La cultura greca
3. L’ebraismo, declinato sotto la forma di giudaismo
L’impero romano
Paolo (molti, nelle colonie, avevano il doppio nome) apre le sue lettere col nome latino. Incontra, a viso aperto, proconsoli romani nei suoi viaggi e si proclama “cittadino romano”. Alla fine si appellerà al giudizio di “Cesare”.

La cultura greca
Con le sue scuole e le sue fedi. Stoici, Epicurei, Cinici, culti misterici, … .
Le città della diaspora (dispersione – erano le città ove c’erano comunità ebraiche) degli ebrei erano influenzate dalla cultura greca. Saulo conosce sia il greco colto che il linguaggio popolare. Elabora pensieri e procedimenti di oratoria classici della cultura greca. Tenterà la prima vera opera di “inculturazione” della religione ebraico-cristiana nella cultura greca. Sapeva farsi “tutto a tutti” (1 Co 9,19). Riprende i termini morali e filosofici evitando quelli della sfera del sacro quali: estasi, invasato, ispirazione, ispirato, etc.
MA NOI SAPPIAMO FARCI TUTTO A TUTTI?
SAPPIAMO RESTARE COI PIEDI PER TERRA?

Ebraismo
Con le sue varie sfaccettature. Farisei, Sadducei, Esseni, Zeloti, …
Dopo il ritorno dall’esilio di Babilonia (538 a.C.) l’ebraismo è declinato come giudaismo il cui padre è Esdra. Alla Torah scritta sono affiancati precetti orali. La Torah stessa viene spiegata e “attualizzata” (usiamo un termine nostro più che loro) tramite “midrash”. Halakhah (cammino) per la parte normativa da riferire alla propria vita. Haggadah (narrazione) per la parte storica.
Nella diaspora la Bibbia conosciuta è la versione dei Settanta, così Paolo conosce la LXX e i testi deuterocanonici).
Paolo viene educato, secondo quanto imposto dalla Torah, dal padre. Ed avviato al mestiere stesso del padre, fabbricatore di tende.
Da ragazzo verrà mandato (forse) a Gerusalemme alla scuola di Gamaliele il vecchio, uomo saggio ed equilibrato (Paolo non erediterà molto di questo equilibrio, ma farà prevalere sempre il suo carattere). Imparerà molti procedimenti di lettura e spiegazione. Nelle lettere si rilevano molti midrash e vi si legge la formazione rabbinica.

Tutte le lettere di Paolo risentono della sua formazione filosofica e rabbinica, nel linguaggio. Ma nel contenuto Paolo saprà esprimere la sua unicità ed il suo genio tenendo come centro unico e ispiratore Gesù Cristo crocifisso e risorto.
Alla preparazione e alla cultura ebraica e greca Paolo aggiunge l’ispirazione dello Spirito Santo.

La persona di Gesù, l’esperienza della Pasqua e lo Spirito Santo rendono i Vangeli, nel loro genere letterario, opere uniche. E le lettere paoline, nel loro genere letterario, opere uniche.

Non c’è nessuna biografia antica, ma anche moderna, che possa essere assimilata ai Vangeli.
Non c’è nessuna lettera o epistola che possa essere assimilata alle lettere paoline.

La persona di Saulo.
È un genio del pensiero e un genio assoluto.
Uno dei grandi filosofi dell’antichità …
… il più moderno di essi.

Ha una forza fisica e psichica straordinarie. – basta guardare i trenta anni di missione fatti di imprese, battaglie, persecuzioni, etc. …

Aveva un mestiere: fabbricatore di tende (in senso ampio) che gli permetteva di vivere del proprio lavoro. Mentre molti filosofi venivano stipendiati dai ricchi.
LE IDEE POSSONO ESSERE PAGATE? SI RESTA COERENTI? E OGGI? E IO?

LA PREDICAZIONE
Sono fondamentali tre elementi:
 La tradizione
 La sapienza
 L’unicità del suo insegnamento – “il mio vangelo”

NOI ABBIAMO, NEL NOSTRO ANNUNCIO QUESTI TRE ELEMENTI?
Riflettiamo e facciamo discernimento su questo.

La tradizione
Paolo attinge alle testimonianze degli Apostoli.
Senza il contatto con loro – “le colonne della Chiesa” – non sarebbe nulla. “avrei corso invano”
Le lettere paoline riportano antiche tradizioni orali pre-evangeliche (cfr. il racconto della cena)

La sapienza
Paolo accompagna alla tradizione la propria intelligenza della fede.
 meditazione delle Scritture
 esperienza della vita
 illuminazione dello Spirito
 comprensione (intesa anche come vissuto) progressiva del mistero di Cristo
Questi sono gli elementi che, secondo Paolo, costituiscono la sapienza.

Paolo la vuole trasmettere
Ma solo a chi conduce una vita nello spirito e non nella carne. “latte o cibo solido”

Il mio Vangelo
Paolo annuncia la stessa, ovviamente, buona notizia degli Apostoli, ma si sente chiamato ad andare verso “le genti”. Apostolo delle genti.

Il farsi “tutto a tutti” si riflette nella predicazione.
Nell’annuncio agli ebrei parte dalle scritture per arrivare alla realizzazione delle promesse in Cristo.
Per i greci occorre partire dal cosmo per arrivare a Dio creatore e al Figlio.
Per le città vicine (lettera ai Colossesi) alle idee gnostiche (dualismo cielo-terra, Dio-creazione, … ed una serie infinita di mediatori) occorre partire da Dio per arrivare a Cristo unico mediatore e alla necessità per i credenti di rivestire l’uomo nuovo.

NELL’ANNUNCIO SAPPIAMO FARCI “TUTTO A TUTTI”?
Non per piacere a tutti!, ma per salvare ad ogni costo qualcuno!!!
È la partita più importante per la Chiesa, per la Parrocchia, per la Fraternità!

 

LE LETTERE
Paolo trasmise anche per scritto il suo messaggio.
C’è differenza fra lettere ed epistole?
Secondo alcuni no.
Secondo altri le prime sono normali comunicazioni, le seconde contengono un messaggio etico e di esortazione.
Sono giunte a noi molte lettere dal mondo antico.
I generi sono svariati. (di minaccia, di esortazione, di elogio ……)
La lettera normalmente ha questa struttura:
• formula introduttiva (mittente, destinatario, saluti, auguri etc.)
• ringraziamento (Paolo apriva sempre la sua predicazione orale ringraziando Dio, così le lettere: per la fede, l’amore …);
• messaggio o corpo della lettera (mette in luce la relazione tra mittente e destinatario, poi c’è il tema della lettera. Il corpo si conclude lanciando un ponte per la risposta, per una successiva lettera, per una visita personale …)
• formula conclusiva (saluto, augurio di pace, …)
Le lettere potevano essere scritte dal mittente o fatte scrivere da un segretario (dettato stretto o lasciando un margine di libertà)
Consideriamo 14 lettere.
Sono attribuite con certezza a Paolo:
1-2 Corinzi, Romani, Galati, Filippesi, 1 Tessalonicesi, Filemone.
Hanno sicuramente l’autorità di Paolo, ma forse sono scritte dai suoi discepoli:
2 Tessalonicesi, Colossesi, Efesini, 1-2 Timoteo, Tito

Vanno distinti gli scritti pseudonimi da quelli anonimi.

Negli scritti anonimi l’autore non ha apposto la propria firma od il proprio nome.
Alcuni restano tali, altri vengono attribuiti successivamente ad un determinato autore.
L’esempio più interessante sono i vangeli.

Degli scritti anonimi fanno parte le lettere deuteropaoline.
Ci sono scritti pseudonimi composti con volontà usurpatoria da parte degli autori. Si appropriano di un nome famoso per dare successo ai loro lavori.
Ci sono, come per le lettere di cui sopra, scritti pseudonimi scritti da un discepolo per proseguire la diffusione del messaggio del maestro.
Sono scritte con animo genuino e con la corretta interpretazione e continuazione del messaggio.
“Nani sulle spalle dei giganti …”

Caso a parte è la lettera agli Ebrei.
Si tratta di uno scritto anonimo.
Scritta probabilmente da Apollo (meno probabilmente da Barnaba) poco prima del 70.
Vanno evitate le soluzioni di comodo. (usare Paolo a nostro piacimento!)
Le lettere hanno due tipi di destinatari: comunità e singole persone.
Nelle bibbie comuni i due tipi sono separati e disposti in ordine decrescente di lunghezza (ad eccezione di Gal che nonostante sia più lunga viene dopo Ef)
Le lettere contengono una miriade di generi letterari.
È UNA TEOLOGIA DISORDINATA.
Paolo risponde, o sovviene, alle esigenze delle comunità.
Le lettere hanno sempre una parte dottrinale ed una parenetica (esortativa) in cui affronta vari temi.
Nella Bibbia solo Geremia è al pari di Paolo per i racconti autobiografici

IL MESSAGGIO DI PAOLO
Ogni fariseo ha al centro del centro della vita la Torah. (Dt 6,6-9)
Paolo racconta la sua esperienza sulla via di Damasco senza mai chiamarla conversione. Fu un cambiamento.
Prima viveva tranquillo nella religione dei padri, poi va incontro a mille problemi.
Ma considera tutto il resto una perdita.
Perché? Perché scoprì un amore che superava tutto. “Chi ci separerà?”

Dopo aver conosciuto Cristo Paolo applica a Lui tutti gli attributi della Torah.
Cristo è il centro.
Cambia anche il modo di relazionarsi al centro.
La legge era rigida e, col tempo, si era caricata di una miriade di precetti.
Non dava la vita.
Stare con Cristo è vita, luce …
Ti fa entrare nel mistero della Trinità. Con Cristo Paolo entra nel mistero di Dio.
E attraverso Dio scopre l’uomo.
L’amore di Dio per l’uomo illumina la vita di Paolo.
La morale non deriva dalla ragione dei sapienti (filosofia stoica), ma dell’amore di Dio per gli uomini, dell’amore di Cristo, in sostanza dalla croce.
Paolo rimane legato alle promesse dell’A.T.
Tutto si ricapitola e conclude in Cristo.
Le promesse di Geremia 31,31-34 e di Ezechiele 36,27.
Intorno a Cristo si snodano i vari temi: la salvezza, la Pasqua, l’Eucaristia, giustizia e giustificazione, la grazia …… vedremo!
Paolo ha incontrato il Dio di Gesù Cristo. È diventato un uomo nuovo. Ha scoperto l’amore di Dio che è lo Spirito Santo stesso.

DEVE ANNUNCIARLO!
Guai a me se non predicassi …
Non annuncia per una convinzione teorica, ma per l’esperienza fatta con l’Amore.
“Uno è morto per tutti …”
Di tutti i carismi dati da Dio in Cristo il più grande è l’Amore.

Paolo fu uno dei più grandi annunciatori del Vangelo, ma si considerava ultimo degli apostoli, anzi un non-apostolo.
“Per grazia sono quello che sono …”

Paolo invia nel mondo le persone che lui ha condotto a Cristo “fatevi miei imitatori”

Lascia l’incarico alle chiese da lui fondate e alla Chiesa di ogni tempo.
Si può percepire la grandezza di Paolo attraverso i suoi discepoli (grandi personaggi):
Luca, Barnaba, Silvano, Tito e Timoteo, Lidia, Aquila e Priscilla, …. .
E gli scrittori delle lettere cosiddette “deuteropaoline”: Col, Ef, 1-2 Tim, Tito.
“Imitare il maestro è una forma di apprezzamento; ispirarsi a lui e superarlo è un contributo ancor maggiore alla sua eredità” R. E. Brown

Il vivere è Cristo e il morire un guadagno …
Non ci sia altro vanto …
Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me!
Cristo è venuto nel mondo per salvare i peccatori, e di questi il primo sono io.
Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno.
……………..

Scoprire Cristo, l’amore di Dio per noi, l’amore verso gli uomini, diventare uomini nuovi.
Siamo noi.

Ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te per l’imposizione delle mie mani, Dio infatti non ci ha dato uno Spirito di timidezza, ma di forza, di amore e di saggezza.

La Parola di Dio non è incatenata. Con Paolo il Vangelo è libero.
Amen