IL FINE, NON LA FINE 09 novembre 2012
Capitolo 13
Discorso escatologico. Introduzione
Mentre usciva dal tempio, un discepolo gli disse: «Maestro, guarda che pietre e che costruzioni!». Gesù gli rispose: «Vedi queste grandi costruzioni? Non rimarrà qui pietra su pietra, che non sia distrutta». Mentre era seduto sul monte degli Ulivi, di fronte al tempio, Pietro, Giacomo, Giovanni e Andrea lo interrogavano in disparte: «Dicci, quando accadrà questo, e quale sarà il segno che tutte queste cose staranno per compiersi?».
L’inizio dei dolori
Gesù si mise a dire loro: «Guardate che nessuno v’inganni! Molti verranno in mio nome, dicendo: “Sono io”, e inganneranno molti. E quando sentirete parlare di guerre, non allarmatevi; bisogna infatti che ciò avvenga, ma non sarà ancora la fine. Si leverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno terremoti sulla terra e vi saranno carestie. Questo sarà il principio dei dolori. Ma voi badate a voi stessi! Vi consegneranno ai sinedri, sarete percossi nelle sinagoghe, comparirete davanti a governatori e re a causa mia, per render testimonianza davanti a loro. Ma prima è necessario che il vangelo sia proclamato a tutte le genti. E quando vi condurranno via per consegnarvi, non preoccupatevi di ciò che dovrete dire, ma dite ciò che in quell’ora vi sarà dato: poiché non siete voi a parlare, ma lo Spirito Santo. Il fratello consegnerà a morte il fratello, il padre il figlio e i figli insorgeranno contro i genitori e li metteranno a morte. Voi sarete odiati da tutti a causa del mio nome, ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato.
La grande tribolazione di Gerusalemme
Quando vedrete l’abominio della desolazione stare là dove non conviene, chi legge capisca, allora quelli che si trovano nella Giudea fuggano ai monti; chi si trova sulla terrazza non scenda per entrare a prender qualcosa nella sua casa; chi è nel campo non torni indietro a prendersi il mantello. Guai alle donne incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni! Pregate che ciò non accada d’inverno; perché quei giorni saranno una tribolazione, quale non è mai stata dall’inizio della creazione, fatta da Dio, fino al presente, né mai vi sarà. Se il Signore non abbreviasse quei giorni, nessun uomo si salverebbe. Ma a motivo degli eletti che si è scelto ha abbreviato quei giorni. Allora, dunque, se qualcuno vi dirà: “Ecco, il Cristo è qui, ecco è là”, non ci credete; perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno segni e portenti per ingannare, se fosse possibile, anche gli eletti. Voi però state attenti! Io vi ho predetto tutto.
Manifestazione gloriosa del Figlio dell’uomo
In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà e la luna non darà più il suo splendore e gli astri si metteranno a cadere dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Ed egli manderà gli angeli e riunirà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.
Parabola del fico
Dal fico imparate questa parabola: quando già il suo ramo si fa tenero e mette le foglie, voi sapete che l’estate è vicina; così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, alle porte. In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutte queste cose siano avvenute. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto poi a quel giorno o a quell’ora, nessuno li conosce, neanche gli angeli nel cielo, e neppure il Figlio, ma solo il Padre.
Vegliare per non essere sorpresi
State attenti, vegliate, perché non sapete quando sarà il momento preciso. È come uno che è partito per un viaggio dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vigilare. Vigilate dunque, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino, perché non giunga all’improvviso, trovandovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate!».
PREGHIAMO QUALCHE MINUTO IN SILENZIO PER ASCOLTARE LA PAROLA DETTA A ME
Ultimo discorso prima della Passione. È il discorso di Gesù più lungo fra quelli riportati da Marco.
Il brano, a detta di tutti gli esegeti, è fra i più difficili da comprendere.
Teniamo sempre presente che Marco scrive il “suo” Vangelo per i cristiani di Roma che si trovano in mezzo a mille difficoltà, persecuzioni etc.
Brevissimo abbozzo di commento
Il tempio era un edificio grandioso, fatto ampliare e abbellire da Erode pochi anni prima. Era il vanto per tutto il popolo di Israele. Suscita anche l’ammirazione dei discepoli.
L’annuncio di Gesù li sconvolge. E allora nasce la tentazione per l’uomo di sempre: sapere il quando, il dove, il come. Dare cioè una spiegazione “scientifica” a tutto. “Possedere” l’evento.
Ma il discorso di Gesù ha una sua circolarità e quindi un suo centro. Parte con annuncio e ammonimenti, poi c’è la venuta del Figlio dell’Uomo e si chiude con annuncio e ammonimenti.
La venuta sta al centro perfetto del discorso. È la cosa che conta.
Anche noi abbiamo il nostro tempio, la nostra sicurezza, il nostro vanto.
Non resterà pietra su pietra.
Alla sicurezza vogliamo allora sostituire altra sicurezza: quando, come, dove???
La solita richiesta di segni.
Nella durezza del presente si fanno strada sempre due tentazioni: rifugiarsi nell’apocalittica e aspettare segni chiari.
Niente di tutto questo. Ma vivere l’incarnazione di Cristo. La salvezza è oggi, nella mia vita pratica. Nelle mie crisi, nei miei dubbi.
Guerre, terremoti …… occorre sapere vedere il disegno di Dio che sta oltre le cose del mondo, ma vederlo dentro le cose. Il paradosso, per noi!, è che dalle cose più gravi nasce la salvezza.
C’è da fare molto sulla terra. Il Vangelo sia annunciato a tutti i popoli.
“Conoscere” i particolari non è possibile, né utile per noi.
La nostra sfida sta nel vivere la GIUSTA ATTESA.
Fede, speranza e carità sono i colori dell’attesa. Con tutte le sfumature possibili.
ATTESA
Vengono ogni giorno falsi dei a dirci “Io sono”. Non crediamoci.
Badiamo a noi stessi: a conservare la fede.
Non perdiamoci in altre faccende.
A “contemplare” nel vero senso della parola Cristo. Cioè a tenerlo sempre nel nostro orizzonte. Cristo è il nostro tempio.
Attendere Cristo sempre come imminente.
Svegli e attenti.
LA MIA ATTESA
Attendo davvero il ritorno di Cristo o sonnecchio?
Sono certo di non recitare, nella vita, il rosario con i misteri “curiosi”?
E SE FOSSE DOMANI?
Preghiera. O Dio, fa che il ritorno di tuo Figlio possa trovarci svegli. Quando dormo la tua mano mi svegli. Amen.