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ORDINE FRANCESCANO SECOLARE

FRATERNITÁ DI CASTEL DEL PIANO – PERUGIA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

VERSO LA PROFESSIONE

2012

“La lettera a tutti i fedeli”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MARZO 2012

A cura della Fraternità

 

DALLA LETTERA A TUTTI I FEDELI DI SAN FRANCESCO D’ASSISI

FF 179 - 206

INTODUZIONE GENERALE

Tutto passa, Dio resta

La Lettera ai Fedeli di Francesco è la base di tutta la nostra Regola.

Per la sua meditazione occorre tenere sempre in primo piano una domanda:

Cosa vuol dire la Lettera nel 2012?

Per fare questo occorre fare una premessa importante: in tutte le cose di questo mondo, ove più ove meno, dalle più importanti alle minori possiamo trovarci una parte che passa e una parte che resta.

In tutte le cose.

Anche nella Bibbia che è Parola di Dio, ma anche parola di uomini ci sono parti che sono passate ed altre che rimangono.

Così di Francesco.

Parti che oggi ci sono e domani non ci saranno più.

Ci sarà mai un giorno senza il messaggio di Francesco?

Tutto passa. Dio resta.

Occorre allora conoscere il messaggio di Francesco nella maniera più profonda possibile. Scremare le cose transeunti, quelle passate.

Scoprire il nocciolo stabile e le cose, anch’esse transeunti, ma attuali.

È questa la sfida: scoprire l’attuale e scoprire ciò che non passa.

Nel presente possono convivere tre cose:

 

Allora sorge forte una domanda: cosa passa, cosa resta?

Il mio passa. Quello di Dio resta.

La grande meraviglia dell’incarnazione fa sì che lo Spirito di Dio assuma caratteri nella storia. Il rivestimento passa. Lo Spirito resta.

Avremo allora in noi:

 

Lo Spirito è novità assoluta. Ogni giorno crea momenti di comunione. I momenti passano. Lo Spirito resta.

Allora va sempre cercato il superamento del momento. Non possiamo dire: è bello per noi stare qui.

Proviamo ad immaginare cosa sarà della fede nell’anno 6000. Proviamo a superare tutto quello che ci riveste.

Lo Spirito attuale è comunitario, ma anche singolare.

Scoprire lo Spirito attuale e singolare per me è vivere la vita. ma occorre che viviamo lo Spirito attuale ma cerchiamo sempre di vedere oltre. Di andare allo Spirito eterno.

Le cose, le persone, le strutture …. di questa terra, non possono Essere lo Spirito eterno, possono rivestirlo.

L’Amore può essere lo Spirito eterno.

Di tanti santi il messaggio è passato. L’Amore è rimasto.

I nostri progetti, anche se ispirati da Dio e santi, passano. Non sono altro che strumenti. Servono per uno scopo preciso, poi finiscono.

L’Amore e lo Spirito rimangono.

 

RIFLESSIONI LIBERE

 

Che Dio ci conceda di vedere lo Spirito di attualità su di noi e ci riempia dello Spirito che resta. Amen.

 

*  *  *  *  *

 

PREGHIERA INIZIALE

Le fragranti parole

O Dio vieni a salvarmi. Gloria al Padre.

 

Iniziamo con questo momento di preghiera il nostro cammino verso la Professione e verso la Pasqua.

Mediteremo la lettera a tutti i fedeli scritta da Francesco per i laici che intendevano seguirlo rimanendo nel mondo. Preghiamo Dio che ci accompagni per la nostra strada. Per intercessione di Francesco e Chiara. Amen.

 

A tutti i cristiani, religiosi, chierici e laici, maschi e femmine, a tutti coloro che abitano nel mondo intero, frate Francesco, loro umile servo, ossequio rispettoso, pace vera dal cielo e sincera carità nel Signore.

 Poiché sono servo di tutti, sono tenuto a servire a tutti e ad amministrare a tutti le fragranti parole del mio Signore. Per cui, considerando che non posso visitare i singoli a causa della malattia e debolezza del mio corpo, ho proposto con la presente lettera e con questo messaggio, di riferire a voi le parole del Signore nostro Gesù Cristo, che è il Verbo del Padre, e le parole dello Spirito Santo, che sono spirito e vita.

 

  1. DEL VERBO DEL PADRE

L’altissimo Padre annunciò che questo suo Verbo, così degno, così santo e così glorioso sarebbe venuto dal cielo, l’annunciò per mezzo del suo arcangelo Gabriele alla santa e gloriosa Vergine Maria, dalla quale ricevette la carne della nostra fragile umanità.

Egli, essendo ricco  più di ogni altra cosa, volle tuttavia scegliere insieme alla sua madre beatissima la povertà.

E prossimo alla sua passione, celebrò la pasqua con i suoi discepoli, e prendendo il pane rese grazie, lo benedisse e lo spezzò dicendo: Prendete e mangiate, questo è il mio corpo.  E prendendo il calice disse: Questo è il mio sangue del nuovo testamento, che per voi e per molti sarà sparso in remissione dei peccati. Poi, rivolto al Padre pregò dicendo: Padre, se è possibile, passi da me questo calice. E il suo sudore divenne simile a gocce di sangue che scorre per terra. Depose tuttavia la sua volontà nella volontà del Padre dicendo: Padre, sia fatta la tua volontà, non come voglio io, ma come vuol tu.

E la volontà del Padre fu tale che il suo figlio benedetto e glorioso, dato e nato per noi, offrisse se stesso cruentemente come sacrificio e come vittima sull’altare della croce, non per sé, per il quale tutte le cose sono state create, ma per i nostri peccati, lasciando a noi l’esempio perché ne seguiamo le orme. E vuole che tutti siamo salvi per Lui, e che lo si riceva con cuore puro e corpo casto.

Ma pochi sono coloro che lo vogliono ricevere e vogliono essere salvati da Lui, sebbene il suo giogo sia soave e il suo peso leggero.

 

Breve meditazione e prolungato silenzio

 

Mettiamo nelle mani di Gesù le nostre aspirazioni, i nostri propositi e le nostre difficoltà in questo cammino verso la Professione.

Ognuno esprime il proprio pensiero liberamente.

Padre nostro.

 

Preghiamo perché il Signore chiami altri fratelli nella nostra fraternità.

Preghiamo anche per i fratelli che si sono temporaneamente allontanati.

Ognuno formula una preghiera.

Dopo ogni preghiera si recita un Padre nostro, un’Ave e un Gloria.

 

Preghiera: Alto e glorioso Dio, illumina il cuore mio, dammi fede retta, speranza certa, umiltà profonda, senno e conoscenza. Che io possa servire i tuoi santi comandamenti. Amen,

 

 

*  *  *  *  *

 

PRIMO INCONTRO

Dire

 

II. DI QUELLI CHE NON VOGLIONO OSSERVARE I COMANDAMENTI DI DIO

Coloro che non vogliono gustare quanto sia soave il Signore e preferiscono le tenebre alla luce; non volendo osservare i comandamenti di Dio, sono maledetti; di questi dice il profeta: Maledetti coloro che si allontanano dai tuoi comandamenti. Invece, come sono beati e benedetti quelli che amano il Signore e fanno così come dice lo stesso Signore nel Vangelo: Ama il Signore Dio tuo, con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, e il prossimo tuo come te stesso.

III. DELL’ AMORE DI DIO E DEL SUO CULTO

Amiamo dunque Dio e adoriamolo con purità di cuore e di mente poiché egli sopra ogni altra cosa esigendo questo, dice: I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità.  Tutti infatti coloro che lo adorano, bisogna che lo adorino in spirito e verità. E lodiamolo e preghiamolo giorno e notte dicendo: Padre nostro, che sei nei cieli, poiché bisogna pregare sempre senza stancarsi.

IV. DELLA CONFESSIONE DEI PECCATI

Dobbiamo poi confessare al sacerdote tutti i nostri peccati e ricevere da lui il corpo e il sangue del Signor nostro Gesù Cristo. Chi non mangia la sua carne e non beve il suo sangue non può entrare nel regno di Dio. Tuttavia lo deve mangiare e bere degnamente, poiché chi indegnamente lo riceve, mangia e beve la sua condanna, non riconoscendo il corpo del Signore, cioè non distinguendolo dagli altri cibi. Facciamo, inoltre, frutti degni di penitenza. E amiamo il prossimo come noi stessi;  e se uno non vuole o non può amarlo come se stesso, almeno non gli faccia del male, ma gli faccia del bene.

V. DEL GIUDICARE CON MISERICORDIA

Coloro poi che hanno ricevuto la potestà di giudicare gli altri, esercitino il giudizio con misericordia, così come essi stessi vogliono ottenere misericordia dal Signore. Il giudizio infatti sarà senza misericordia per chi non ha usato misericordia. Abbiamo perciò carità e umiltà, e facciamo elemosine, poiché esse lavano l’anima dalla bruttura dei peccati. Gli uomini infatti perdono tutte le cose che lasciano in questo mondo; ma portano con sé la ricompensa della carità e le elemosine che hanno fatto e di cui avranno dal Signore il premio e la degna ricompensa.

 

Anche se l’uomo è uno in sé, prenderemo in esame la parte del nostro rapporto con Dio (e con questo intendo sempre anche il prossimo come due matrioske che stanno una dentro l’altra) che comporta la professione delle cose. L’esprimersi.

Non basta solo il pensiero. A volte, poiché viviamo nell’incarnazione, è necessaria l’espressione. Ovviamente col dire si esprime anche tutta la nostra parte espressiva fatta anche di silenzi, gesti, movimenti del corpo, etc.

 

Il mio amore a Dio può essere “detto” in tanti modi. Ed in tante occasioni.

La lode è un modo.

Siamo noi tutti, al tempo stesso, di quelli che vogliono osservare e di quelli che non vogliono.

È bene prendere coscienza della nostra oscillazione fra i due eterni poli.

Ma anche la confessione delle proprie colpe, o dovrebbe essere, un ringraziare Dio per come ha camminato con me ed un riconoscere i miei limiti e le mie mancanze. Un lodare alla fine la sua misericordia.

 

Misericordia necessaria per quando, tutti, siamo chiamati a dover giudicare. Quando siamo chiamati, altrimenti resta il comando: non giudicate.

 

Come “dico” la mia fede?

È una fede espressa o silenziosa?

Vivace o smorta?

Felice o triste?

 

Preghiera. Facciamo nostra o Signore la preghiera degli Apostoli e ti chiediamo: Signore, aumenta la nostra fede. Amen

 

*  *  *  *  *

 

SECONDO INCONTRO

Fare

 

VI. DEL DIGIUNO CORPORALE E SPIRITUALE

Dobbiamo anche digiunare e astenerci dai vizi e dai peccati, e dal superfluo nel mangiare e nel bere ed essere cattolici. Dobbiamo anche visitare frequentemente le chiese e riverire i sacerdoti, non tanto per loro stessi, se sono peccatori, ma per il loro ufficio di ministri del santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo, che essi consacrano sull’altare e ricevono e distribuiscono agli altri.

E ricordiamoci bene tutti che nessuno può essere salvo se non per il sangue del Signore nostro Gesù Cristo e per il ministero della parola di Dio che i sacerdoti proclamano e annunciano e amministrano,  ed essi soli debbono amministrare, non altri. Specialmente poi i religiosi, i quali hanno rinunciato al mondo, sono tenuti a fare di più e a fare cose più grandi, senza però tralasciare queste.

VII. DELL’ AMORE VERSO I NEMICI

 Dobbiamo avere in odio il nostro corpo con i suoi vizi e con i suoi peccati, poiché il Signore dice nel Vangelo: Tutti i vizi e tutti i peccati escono dal cuore. Dobbiamo amare i nostri nemici e fare del bene a coloro che ci odiano. Dobbiamo osservare i precetti e i consigli del Signor nostro Gesù Cristo. Dobbiamo anche rinnegare noi stessi e porre i nostri corpi sotto il giogo della santa obbedienza così come ciascuno ha promesso al Signore.

VIII. DELL’UMILTÀ NEL COMANDARE

E nessuno sia tenuto dall’obbedienza ad obbedire ad alcuno là dove si commette peccato o delitto. E colui a cui è commessa l’obbedienza  e chi è ritenuto maggiore, sia come il minore  e servo degli altri fratelli  e usi e abbia nei confronti dei singoli fratelli quella misericordia che egli stesso vorrebbe fosse usata a lui in un caso simile. E per il peccato commesso dal fratello non si adiri contro di lui, ma con tutta pazienza e umiltà lo ammonisca e lo sostenga.

 

Siamo all’Amore “fatto”. Ove ovviamente si intende per fatto anche il non fare.

Sembrano indicazioni che ci costringano ad uscire da noi stessi, ma in realtà occorre, per “fare” quanto è detto, rientrare in noi stessi.

Ascoltare la nostra interiorità.

Restare nel silenzio.

Trovare dove vecchi fili si sono interrotti e … iniziare un cammino di liberazione.

Liberarci da quanto ci tiene bloccati:

  1. Cibo
  2. Vestiti per apparire
  3. Esigenze che ci rendono schiavi di qualcosa che sta dentro noi stessi e non riusciamo a trovare
  4. Anche del voler fare una religione a nostra misura per appagare le nostre esigenze.
  5. ………………………

 

Occorre allora “fare” la carità.

La metà finale è mettere l’io in secondo piano rispetto a Dio.

In questa tappa occorre iniziare a fare a meno un po’ dell’io.

Dalle piccole cose come cibo o altri desideri che ci schiacciano …..

Può essere utile “fare”. A volte la fede vissuta con le mani ci aggancia alla terra …..

Fino al vivere i nostri talenti come servizio e non come potere.

L’Amore è ingrediente di tutto.

 

Come “faccio” la mia fede?

La faccio fruttare o la sotterro?

Digiuno per dire un “no” o per dire un “sì”?

Ci sono io dentro la mia vita o mi faccio trascinare dalle cose?

 

Preghiera – O Signore, tu hai detto che certi demoni si scacciano col digiuno e la preghiera, aiutaci a pregare ed a digiunare per scacciare il demone della nostra falsa idea di noi stessi. Amen

 *  *  *  *  *

 

TERZO INCONTRO

Essere

 

IX. DEL FUGGIRE LA SAPIENZA CARNALE

Non dobbiamo essere sapienti e prudenti secondo la carne, ma piuttosto dobbiamo essere semplici, umili e puri. E disprezziamo noi stessi, poiché tutti, per colpa nostra, siamo miseri, putridi, fetidi e vermi, così come dice il Signore per mezzo del suo profeta: Io sono un verme e non un uomo, sono l’obbrobrio degli uomini e lo spregio del popolo. Mai dobbiamo desiderare di essere sopra gli altri, ma anzi dobbiamo essere servi e soggetti ad ogni umana creatura per amore di Dio. E tutti coloro che faranno tali cose e persevereranno fino alla fine riposerà su di essi lo Spirito del Signore, ed Egli ne farà la sua dimora,  e saranno figli del Padre celeste di cui fanno le opere,  e sono sposi; fratelli e madri del Signore nostro Gesù Cristo. Siamo sposi, quando per lo Spirito Santo l’anima fedele si unisce a Gesù Cristo. Siamo fratelli suoi, quando facciamo la volontà del Padre suo che è in cielo. Siamo madri sue, quando lo portiamo nel cuore e nel nostro corpo con l’amore e con la pura e sincera coscienza, e lo generiamo attraverso sante opere che devono risplendere agli altri in esempio.

Oh, come è glorioso, santo e grande avere in cielo un Padre !  Oh, come è santo e bello e amabile avere in cielo uno Sposo ! Oh, come è santo, come è caro, piacevole e umile, pacifico e dolce e amabile e sopra ogni cosa desiderabile avere un tale fratello che offrì la sua vita per le sue pecore e pregò il Padre per noi dicendo: Padre santo, custodisci nel nome tuo coloro che mi hai dato. Padre, tutti coloro che mi hai dato nel mondo erano tuoi e li hai dati a me; e le parole che desti a me le ho date a loro; ed essi le hanno accolte e veramente hanno riconosciuto che io sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro; non prego per il mondo. Benedicili e santificali. E per loro io santifico me stesso, affinché anche loro siano santificati in un’unità come lo siamo noi. E voglio, o Padre, che dove sono io ci siano con me anche loro, affinché vedano la gloria mia nel tuo regno.

 

Essere semplici, umili e puri.

Sono le tre beatitudini cardine.

Preghiamo tutta la vita Dio che dia la grazia di essere puri.

Non solo se diventeremo puri otterremo la benedizione, ma se otterremo la benedizione diventeremo puri.

La purezza è il traguardo del nostro cammino di fede.

La purezza è la trasparenza assoluta, non a caso Francesco definisce pura “sora Acqua”.

Se diventiamo trasparenti Dio risplende in noi. E il nostro io non si annulla, ma brilla splendente.

 

Arriviamo allora all’unione con Dio.

Diventiamo spose, fratelli e madri. Sono i tre rapporti assoluti di amore raccolti in uno.

È una metà meravigliosa.

Tutta la nostra vita è un cercare questo tesoro nascosto nel campo di questo mondo.

È un compito “fascinoso e tremendo”.

La benedizione di Dio rende scalabile la montagna altrimenti impossibile.

Solo Dio può farci santi.

Non è facile oggi, tantomeno lo era nel medioevo inserire un cammino di perfezione in una Regola per i laici.

Questa è la grandezza del nostro cammino francescano secolare.

Sotto questa luce va messa la Professione. Il resto è noia.

 

Quanto valore do alla mia Professione?

Come la vivo?

Come cambia la Professione di anno in anno?

Cosa cerco nella Professione?

………………..

 

Preghiera – O Dio, Tu hai detto: fatevi santi perché io sono Santo, aiutaci nel cammino che ci conduce a te, a diventare semplici e puri. Amen.

 

*  *  *  *  *

 

PREGHIERA FINALE

 

O Dio vieni a salvarmi. Gloria al Padre.

 

Con questo momento di preghiera concludiamo il nostro cammino fraterno verso la Professione e verso la Pasqua ormai vicina. In prossimità della Settimana Santa viviamo questa preghiera come richiesta di perdono per tutte le volte che non abbiamo colto l’occasione che Dio ci ha dato di amarlo.

Amen.

 

X. DELLA LODE DOVUTA A DIO

E poiché patì tanto per noi e ci gratificò di tanti doni e continuerà a gratificarcene per il futuro, ogni creatura che è in cielo e in terra e nel mare e nella profondità degli abissi, renda a Dio lode, gloria e onore e benedizione, poiché egli è la nostra virtù e la nostra forza. Egli che solo è buono, che solo è altissimo, che solo è onnipotente e ammirabile, glorioso e santo, degno di lode e benedetto per gli infiniti secoli dei secoli. Amen.

Tutti quelli, invece, che non vivono nella penitenza, e non ricevono il corpo e il sangue del Signore nostro Gesù Cristo, e compiono vizi e peccati e seguono la cattiva concupiscenza e i cattivi desideri e non osservano quelle cose che hanno promesso;  e servono con il proprio corpo il mondo e gli istinti della carne e le cure e le preoccupazioni mondane, e con la mente servono il diavolo, da lui stesso ingannati, e ne sono figli e ne compiono le opere, sono ciechi, poiché non vedono il vero lume, il Signor nostro Gesù Cristo. Questi non hanno la sapienza dello spirito, poiché non hanno il Figlio di Dio in sé, che è la vera sapienza del Padre. Di essi nella Scrittura si dice: La loro sapienza è stata distrutta. Essi vedono, essi conoscono, sanno e fanno il male, e consapevolmente perdono la loro anima.

Vedete, o ciechi, ingannati dai vostri nemici, cioè dalla carne, dal mondo, e dal diavolo, che al corpo è cosa dolce fare il peccato ed è cosa amara servire Dio, poiché tutti i vizi e tutti i peccati escono e procedono dal cuore dell’uomo, come si dice nel Vangelo. E non avete niente di buono in questo mondo e neppure nell’altro. Credete di possedere a lungo le vanità di questo secolo, ma vi ingannate, poiché verrà il giorno e l’ora che non pensate, non sapete ed ignorate.

XI. IL MORIBONDO IMPENITENTE

Arriva la malattia, si avvicina la morte, vengono i parenti e gli amici e dicono: Disponi delle tue cose.  E la moglie e i figli e i parenti e gli amici fingono di piangere. Ed egli sollevando lo sguardo e vedendoli piangere, mosso da un cattivo sentimento, dice tra sé: «Ecco, la mia anima e il mio corpo e tutte le mie cose pongo nelle vostre mani». In verità quest’uomo è maledetto poiché confida e affida la sua anima, il suo corpo e tutti i suoi averi in tali mani. Per cui dice il Signore per mezzo del profeta: Maledetto l’uomo che confida nell’uomo. E subito fanno venire il sacerdote, e il sacerdote gli dice: Vuoi ricevere la penitenza dei tuoi peccati? Ed egli risponde: Sì.  Vuoi dare soddisfazione, con i tuoi mezzi, così come puoi, per le tue colpe e per quelle cose che hai defraudato e nelle quali hai ingannato gli uomini? Risponde: No. E il sacerdote: perché no?  Perché ho tutto disposto nelle mani dei miei parenti e dei miei amici. E incomincia a perdere la parola, e così quel misero muore di un’amara morte. Ma sappiano tutti che qualsiasi uomo, ovunque muoia in peccato mortale senza dare soddisfazione, e può soddisfare e non soddisfa, il diavolo rapisce la sua anima dal suo corpo con una angoscia e con una sofferenza così grandi che nessuno può sapere se non colui che lo prova. E tutti i talenti, l’autorità e la scienza e la sapienza che egli stesso credeva avere, gli sono tolte. E i parenti, gli amici gli prendono il patrimonio e se lo dividono e poi dicono: Maledetta sia la sua anima, poiché poteva darci e acquistare più di quanto non acquistò. I vermi poi mangiano il corpo. E così perde l’anima e il corpo in questa breve vita e va nell’inferno, ove sarà eternamente bruciato. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Tutti coloro ai quali giungerà questa lettera, io frate Francesco minore tra voi e vostro servo, vi prego e vi scongiuro nella carità che è Dio, e col desiderio di baciarvi i piedi, che queste fragranti parole del Signore nostro Gesù Cristo con umiltà e amore dovete accogliere e attuarle nel bene e osservarle alla perfezione. E coloro che non sanno leggere, se le facciano leggere spesso, e le imparino a memoria praticandole santamente fino alla fine, perché sono spirito e vita. E coloro che non faranno ciò renderanno ragione nel giorno del giudizio davanti al tribunale di Cristo. E tutti quelli e quelle che con bontà le accetteranno e le comprenderanno e ne invieranno esemplari ad altri, se in esse persevereranno fino alla fine  li benedica il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo. Amen.

 

Breve meditazione e prolungato silenzio

Ciascuno medita in cuor suo le proprie occasioni che non ha saputo cogliere.

 

Ognuno può esprimere il proprio pensiero.

Dopo ogni espressione si ripete: Dio di misericordia, ascoltaci.

 

Salmo 142


Con la mia voce al Signore grido aiuto,

con la mia voce supplico il Signore;

davanti a lui effondo il mio lamento,

al tuo cospetto sfogo la mia angoscia.

 

Mentre il mio spirito vien meno,

tu conosci la mia via.

Nel sentiero dove cammino

mi hanno teso un laccio.

Guarda a destra e vedi:

nessuno mi riconosce.

Non c’è per me via di scampo,

nessuno ha cura della mia vita.

 

Io grido a te, Signore;

dico: Sei tu il mio rifugio,

sei tu la mia sorte nella terra dei viventi.

Ascolta la mia supplica:

ho toccato il fondo dell’angoscia.

Salvami dai miei persecutori

perché sono di me più forti.

Strappa dal carcere la mia vita,

perché io renda grazie al tuo nome:

i giusti mi faranno corona

quando mi concederai la tua grazia.


 

San Francesco, di cui abbiamo meditato le parole, dice oggi a noi: «Io ho fatto la mia parte; la vostra, Cristo ve la insegni»                                                                                                                    FF 1239

 

Il Signore ci benedica e ci custodisca.  Mostri a noi il suo volto e abbia misericordia di noi.  Volga a noi il suo sguardo e ci dia pace . Il Signore benedica noi.