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NON È QUI

 

Dall’Ufficio della Passione del Signore

Al Mattutino della Domenica di Resurrezione

 

Cantate al Signore un cantico non prima udito, perché ha fatto cose meravigliose (Sal 97,1) .

Ha santificato  il figlio suo la sua mano, lo ha santificato il suo santo braccio (cfr. Gv 10,36, Sal 97,1).

Il Signore ha fatto conoscere la salvezza che viene da Lui: ha rivelato la sua giustizia al cospetto di tutte le genti (Sal 97,2) .

In quel giorno ha fatto scendere la sua misericordia: durante la notte si è udito il suo cantico. (Sal 41,9).

Questo è un giorno che ha fatto il Signore: esultiamo e rallegriamoci in esso (Sal 117,24).

Benedetto colui che viene nel nome del Signore: Signore Iddio, nostra luce (Sal 117,26-27) .

Si allietino i cieli, esulti la terra , si commuovano le distese dei mari: godano i campi e quanto in essi vive (Sal 95,11-12).

Date gloria al nome del Signore, o patrie di tutte le genti: date gloria al nome del Signore (Sal 95,7-8).

O regni della terra, cantate a Dio, cantate al Signore che ascende sopra il cielo dei cieli, a oriente. Ecco, egli farà udire la forza della sua voce: date gloria a Dio per Israele: la sua potenza e la sua forza sono tra le nubi.

Meraviglioso è il Signore nei suoi santi; il Dio di Israele, egli stesso darà potenza e forza al suo popolo, il Signore benedetto (Sal 67,33-36).

 

La Pasqua è stata preparata dall’eternità nella Trinità-

Evento trinitario per eccellenza.

 

Si realizza nel tempo.

Dio salva nella storia.

Finisce l’attesa e sopraggiunge il compimento. “La pienezza dei tempi”.

 

La Pasqua di Cristo.

Non è evento singolo, ma cammino.

Un esodo appunto.

Ultima cena, agonia, passione, morte, sepoltura, resurrezione, apparizioni, Ascensione, Pentecoste.

La Pasqua stupisce sempre: non è qui.

Meditiamo la Pasqua di Cristo. Non lo faremo mai abbastanza.

 

Il tempo di Dio.

L’eternità non è un tempo senza fine, ma una dimensione senza tempo.

In Dio non c’è passato, presente e futuro.

Tutto è gerundio!!!

Nella nostra dimensione la Pasqua diventa presente. Una Presenza.

 

Annunciamo, la tua morte, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta.

Questo è il senso, lo scopo e l’anima della Chiesa.

I Sacramenti non sono che questo.

Adesso viviamo nella Pasqua.

Da quando Cristo è risorto siamo nella Pasqua.

La Pentecoste rende attuale la Pasqua.

Senza lo Spirito ….. (Atenagora)

 

La Pasqua di Cristo non è simbolo, esempio, o altro è SALVEZZA. Ogni giorno!!!

 

Ma noi viviamo nella Pasqua?

Viviamo nello stupore di Pasqua?

I contenuti.

Il servizio del giovedì santo

Il dolore dell’agonia

Il sacrificio estremo della passione

Il passaggio della morte

Il silenzio del sabato santo

La luce di Pasqua

 

Come viviamo la nostra pasqua quotidiana?

 

Mettiamo in filigrana l’esempio di Francesco.

Francesco vive la sua vita come una Pasqua.

 

Ogni giorno possiamo vivere la Pasqua:

nella vita come dono

“amatevi come io ……”

nel servizio

nel dolore

nel sacrificio

nel passaggio

nel silenzio

nella luce

 

nei sacramenti come memoriale e “ripresenzializzazione”

 

Fino alla nostra Pasqua.

Quando avverrà il nostro passaggio.

 

Francesco mette la sua morte dentro la morte di Cristo.

 

Mentre giaceva malato nel palazzo vescovile di Assisi e la mano del Signore appariva più che mai pesante su di lui, il popolo di Assisi, temendo che, se moriva di notte, i frati sottraessero la sua salma per portarla in qualche altra città, decise che ogni notte fosse piantonato tutto intorno ai muri del palazzo. Il padre santo, allo scopo di confortare il suo spirito, per non abbattersi a causa della veemenza dei dolori che lo tormentavano senza posa, spesso, lungo la giornata, pregava i compagni di cantare le Lodi del Signore; e anche la notte faceva questo, per edificare e confortare quegli uomini che, fuori del palazzo, vegliavano per lui. Ma frate Elia, vedendo come Francesco si consolava nel Signore ed era felice nonostante le sofferenze, gli disse: «Carissimo padre, sono molto confortato e edificato della gioia che tu provi e mostri ai tuoi compagni. Certamente gli uomini di questa città ti venerano come un santo ma, convinti che tu sei vicino a morte per la tua malattia incurabile, nel sentire che qui si cantano giorno e notte le Lodi, potrebbero osservare: – Come può essere tanto felice, dal momento che sta morendo? Dovrebbe piuttosto pensare alla morte –». Rispose Francesco: «Ricordi la visione che avesti a Foligno? Mi dicevi che ti era stato rivelato che non sarei sopravvissuto più di due anni. Prima di questa visione, per grazia di Dio che ispira ogni cosa buona al cuore e la pone sulle labbra dei suoi credenti, io pensavo di frequente, giorno e notte, alla mia fine. Ma da quando tu avesti quella visione, mi sono ancor più preoccupato di riflettere ogni giorno sul giorno della morte» . Poi seguitò con gran fervore di spirito: «Fratello, lasciami godere nel Signore e cantare le sue lodi in mezzo alle mie sofferenze, poiché, per dono dello Spirito Santo, io sono così unito al mio Signore che, per sua misericordia, ho ben motivo di allietarmi nell’Altissimo!».  (Specchio di Perfezione FF 1821)

 

Vive il suo passaggio dentro la Pasqua di Cristo

 

Perché la Pasqua di Cristo è adesso. Amen