Gesù 52 – Il Vangelo dello Spirito Santo e della Chiesa
Introduzione ripresa dal volumetto “I Vangeli dell’estate”
Gli Atti degli Apostoli vengono detti anche il Vangelo della Chiesa oppure il Vangelo dello Spirito Santo. Il titolo è ispirato ad altre opere coeve che narravano le gesta di eroi. Hanno infatti questi due protagonisti in primo piano. Rimanendo, come è ovvio, gli attori principali sempre Dio padre e suo figlio Gesù Cristo.
L’opera costituiva un tutt’uno con il Vangelo di Luca. Questo ci è testimoniato dalle introduzioni dedicate a “Teofilo”, di cui si ignora ogni altra notizia, dalla lingua e dallo stile. Pertanto all’opera viene data l’autorità dell’Evangelista Luca. Un greco originario di Antiochia, medico e discepolo di Paolo. La datazione viene fatta risalire dagli esperti intorno o all’anno 70 o all’anno 80 d.C. Il che significa dopo il martirio di Pietro, di Paolo e la distruzione del Tempio di Gerusalemme. Il luogo di composizione può essere Roma o Antiochia.
L’opera può essere divisa in due parti anticipate da un prologo (1,1-26): prima parte (2,1-15,40) che, partendo dalla Pentecoste mette in primo piano le figure di Pietro e di Paolo fino alla partenza di quest’ultimo e al Concilio di Gerusalemme; la seconda parte (16,1- 28,31) che narra i viaggi di Paolo e l’espansione del cristianesimo.
Il libro ha delle linee portanti quali la proclamazione di Gesù come Signore, la nascita della Chiesa e l’opera insostituibile dello Spirito Santo. I passaggi fondamentali per la teologia del libro sono: l’innalzamento di Gesù alla destra del Padre e la discesa dello Spirito Santo. Con questi cardini la Chiesa può iniziare il suo percorso che la porterà ai confini dello spazio ed alla fine del tempo.
Pur se in un quadro idealizzato ci viene raccontata la storia della Chiesa degli inizi. Chiesa che è e resterà per sempre “fondante” per la Chiesa di ogni latitudine ed ogni epoca. Dobbiamo riscoprire la nostra Chiesa: Una , Santa, Cattolica e, soprattutto Apostolica, basata cioè sulla fede degli Apostoli. Da quella esperienza di fede nasce il racconto che noi conosciamo come Vangelo. Non c’è Chiesa senza l’esperienza di quegli uomini che, dopo il Giovedì Santo scappano lasciando da solo il Maestro per una fine, peraltro già annunciata; ma che dopo il giorno di Pasqua ripartono per essere testimoni anche al caro prezzo del dono totale della propria vita. Questa “conversione” dalla paura e fuga, al dono totale di sé può avere la sua spinta solo nella visione di quell’uomo che, crocifisso tra due briganti, è risorto. Come la nostra vita anche la chiesa nascente è caratterizzata da grandi emozioni e sconfitte, adesioni e tradimenti. Per questo Atti è un libro “aperto”. Sembra un libro senza finale, perché in effetti la storia della Chiesa continua. Anche noi stiamo scrivendone un capitolo.
Scrittore: Luca – medico originario di Antiochia
Ottimo teologo, scrittore, storiografia, catechesi, pedagogia, pastore. ..
Discepolo di Paolo
Lc e At scritti in due rotoli (come due puntate di una storia unica) formarono un’opera unica col passaggio ai codici, così scomparve il titolo.
Con la raccolta dei quattro vangeli Atti fu separato da Luca.
Composti ad Antiochia (Roma?)
Dopo l’anno 80 prima del 100
Domande:
perché Luca scrive Atti?
Rafforzare la fede dei cristiani provenienti dal paganesimo collegandosi alla storia della salvezza.
Perché dopo 2000 anni leggiamo Atti e alla fine diciamo: “parola di Dio”?
Per dare basi alla nostra fede possiamo tornare alle origini, ma non prima degli Apostoli.
“siate in comunione con noi…”
Vangelo dello Spirito Santo
Vangelo della Chiesa
Nell’ A.T. la Pentecoste era, come tutte, una festa agricola, poi, dopo la Pasqua del mar Rosso, celebrava il dono della legge. Israele al Sinai è diventato popolo.
Come scrive?
Lingua: koinè greco
Prende molto dai LXX.
Le persone: gli Apostoli, gli ellenisti e Paolo.
La geografia: Gerusalemme, fino ad Antiochia … fino ai confini della terra (Roma)
Le fonti, i discorsi e i sommari.
Luca chiama “Vangelo” la sua prima opera e “Atti” la seconda.
Luca da buon scrittore usa tecniche per interessare il lettore e “coinvolgerlo”: ironia, conoscenze tecniche, ripetizione assimilazione di storie fra personaggi diversi (Stefano muore come Gesù, i miracoli di Pietro e di Paolo possono essere affiancati) …
Divisione
1,1-11 introduzione
1,12-8,1a la Chiesa di Gerusalemme
8,1b-14,28 la Parola diffusa fuori da Gerusalemme
15,1-35 il “Concilio” di Gerusalemme (il primo della storia)
15,36-19,20 i viaggi di Paolo in missione
19,21-28,31 Paolo testimonia Gesù “fino ai confini della terra” …
Linee teologiche
Il motivo portante è la crescita della Chiesa: la Parola di Dio si diffonde, aumenta il numero di credenti e inevitabilmente vi sono persecuzioni.
Gesù è il Signore
Conversione dei credenti
Necessità del Battesimo
Una fede pubblica che ci fa appartenere a Dio ma anche ad un popolo
Scrittura e Spirito Santo sono le sorgenti
Tutti riceveranno lo Spirito Santo
La Chiesa:
Comunione
Preghiera
Frazione del pane
Insegnamento degli Apostoli
Il Vangelo è proclamato fino ai confini della terra.
Dalla Giuda alla Samaria… fino ai confini della terra. ..
Il tempio è stato distrutto
La vocazione nasce da una persecuzione più che da un mandato
La Chiesa deve fuggire da Gerusalemme a Pella
Poi ad Antiochia – da questo momento furono chiamati cristiani
Sì rivolgono agli ellenisti, ai greci, ai pagani…
La parusia tarda
“Non spetta a voi conoscere i tempi….”
Gli apocalittici continueranno a cercare di conoscere la data!
Da un lato sono fanatici, ma aiutano a mantenere la convinzione che il tutto dipenderà da Dio.
La Chiesa comincia a costruire il Regno fin da quaggiù.
Annunciamo la tua morte, proclamiamo ….
La storia e il tempo riacquistano il loro valore
Dio si incarna nella storia, nella storia vive la Chiesa
L’ascensione è l’ultima apparizione del Gesù terreno, ma Cristo rimane presente.
Prima la salvezza poteva essere portata a pochi, ora è per tutti.
Elementi chiave dell’annuncio diventano: il nome di Gesù e la Parola
Parola che non solo dice, ma opera è salva.
Nome di Gesù fonte di ogni benedizione e oggetto di ogni professione.
Le figure cardine:
Pietro
Giacomo il minore
Paolo diventa protagonista
Da 16,10 iniziano le sezioni del “noi”.
I capp. 1-8 narrano 3 anni.
I capp. 9-28 narrano 25 anni.
Molti discorsi di Atti partono dall’ A.T. – la storia della salvezza è una. Diretta da Dio. Gesù è il Messia annunciato dai profeti.
Parte da lontano.
La salvezza è un “lavoro di gruppo” e non basta limitarsi ad un intimo rapporto tra me e Dio
Il cristiano chi è?
Risposta esatta: colui che credo che Gesù è il Cristo
Atti insegna che non si può sempre attingere alle parole del Gesù terreno.
Non ha detto tutto (sulla Chiesa, la vita etc.)
Lo Spirito vi guiderà alla verità tutta intera.
Scende direttamente su Cornelio ed apre la missione ai gentili.
La Chiesa nascente annuncia Cristo risorto.
Segno distintivo dei discepoli è la gioia.
Dovrebbe essere anche il nostro.
Non la nostalgia!
La “franchezza” dell’annuncio.
Parresia
Atti è un libro “aperto”.
Riesco ad entrarci?
Lettura
La lettura di Atti, come d’altronde di ogni libro della Bibbia, va fatta con un occhio proiettato alla storia e un occhio proiettato alla MIA storia. Ogni personaggio di atti è “tipo” per la mia vita di fede. La Bibbia è la mia storia.
1
I primi versetti illustrano tutto il piano dell’opera.
Gesù promette lo Spirito Santo.
Non verrà alla fine dei tempi, ma subito dopo Pasqua.
Sulla fine “non spetta a voi conoscere i tempi”.
Lc raccontava la storia di Gesù.
At riparte dalla fine (o inizio) e comincia la storia della Chiesa.
Gesù compie i quaranta giorni. Come all’inizio nel deserto. Come il popolo nel deserto. È un numero di completezza.
L’Ascensione avviene dal monte degli Ulivi, luogo in cui l’ebraismo credeva che il Messia fosse tornato.
I due angeli rassicurano gli apostoli, come al sepolcro rassicurarono le donne.
Per nascere la Chiesa occorre (non tanto che ci sia precisamente Mattia) che ci sia il numero di dodici apostoli. Il numero torna completo alla presenza di 120 persone (10 per ogni apostolo).
L’Apostolo deve: essere stato con Gesù durante il suo ministero fino agli eventi pasquali; testimoniare Gesù risorto.
NON DOBBIAMO DIRE ALTRO SE NON CHE CRISTO È RISORTO. IN NOI.
Gli apostoli hanno un incarico di guidare la Chiesa che verrà trasmesso ai successori (i Vescovi), ma hanno anche un incarico unico ed intrasmissibile di fondare la Chiesa e di costituire l’Israele escatologico.
2
Lo Spirito Santo scende sul gruppo. “Tutti riuniti”. Non importa quanti.
La Pentecoste era una festa agricola, festa delle settimane (sette settimane). Dopo il passaggio – Pasqua – del Mar Rosso (dei Giunchi) si celebrava il dono dell’alleanza. Dio aveva messo il suo sigillo sul popolo di Israele. Al tempo di Gesù il computo del calendario differiva leggermente fra farisei, sadducei ed esseni.
Dopo la Pasqua di Gesù Dio mette il sigillo dello Spirito Santo sulla Chiesa.
Scendono lingue, si dividono e si posano.
Gli Apostoli parlano in molte lingue.
Non lingue strane, ma le lingue che possono comprendere uomini di ogni latitudine.
Il Popolo. anche quando fa esperienza diretta di Dio, deve ascoltare la Chiesa.
Pietro, a nome di tutti gli Apostoli, pronuncia il primo discorso catechetico.
È il kerigma: Gesù è il Signore.
La folla chiede cosa fare: è la domanda che facevano i catecumeni per ricevere il Battesimo.
Occorre convertirsi e farsi battezzare “nel nome di Gesù” (più tardi sarà nel nome della Trinità).
A quel punto riceveranno lo Spirito Santo.
Il numero passa da 120 a 3000.
Ancora i cristiani (anche se allora non si chiamavano così) frequentano il Tempio.
Spezzano il pane, pregano e vivono la comunione. Del cuore e dei beni.
3
La Chiesa (rappresentata da Pietro) opera miracoli paralleli a quelli di Gesù.
Il paralitico è sanato dalla malattia – cammina – ed è salvato dall’impurità – può entrare nel Tempio.
Come nel Vangelo, Luca abbina miracoli e discorsi esplicativi.
È Gesù che ha guarito lo storpio (dalla nascita, quindi inguaribile per la scienza)
Unica possibilità di guarigione e salvezza è la conversione e l’adesione a Cristo.
4
La Chiesa cresce. Da 3000 a 5000.
Iniziano i contrasti.
L’accusa degli avversari (come sempre nella nostra vita) dà modo a Pietro di annunciare la salvezza.
I Giudei riconoscono i segni, ma non gli “conviene” convertirsi.
Perderebbero potere. Un po’ come i nemici di Papa Francesco.
Il nome di Gesù è al centro.
Chi incontra il Dio vero non può tacere. Luca riprende forse una frase di Socrate (nell’Apologia scritta da Platone).
La comunità si raduna in preghiera. Non chiede di essere liberata dalle persecuzioni, ma di avere la forza per annunciare con FRANCHEZZA.
C’è la “piccola Pentecoste”.
5
La Chiesa finora sembrava una comunità ideale.
Invece finché c’è un uomo: c’è la grazia e c’è il peccato.
Luca, dopo un esempio positivo, ne riporta uno negativo.
Il messaggio non è incentrato sulla punizione, ma sul rischio che comporta la rottura della comunione nella Chiesa.
Le persecuzioni aumentano.
La Chiesa cresce: da 5000 ad una moltitudine.
L’annuncio esce da Gerusalemme …
Anche la prigione serve a Dio per far annunciare il Vangelo.
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La Chiesa finora è stata rappresentata, a parte un’eccezione, come una comunità perfetta.
Adesso iniziano i problemi: interni ed esterni,
Dio ci lavora per diffondere il Vangelo.
L’annuncio si allarga agli ellenisti.
Poi si allargherà ai Greci.
Anche molti sacerdoti credono.
Stefano ha lo Spirito Santo, come Gesù aveva promesso.
Gli avversari non possono replicare.
La passione di Stefano è “parallela” a quella di Gesù.
Le accuse ai credenti si allargano ad altri temi: il tempio, la legge …
7
Stefano ripercorre la storia della salvezza con uno sguardo “deuteronomistico” (teologia del libro dei Giudici etc …): Dio è sempre fedele alle promesse, il popolo è infedele.
Ma Dio rinnova sempre il suo progetto di salvezza, prima nell’alleanza, poi nella legge, poi nell’arca, poi nel Tempio … infine, definitivamente in Gesù.
Che il popolo ha ucciso.
Non parla contro Mosè o contro il Tempio, ma li descrive come “tipo” di Cristo. Chi non ha creduto a Mosè non crede a Cristo.
Il popolo, per la prima volta ostile in At, uccide anche Stefano che vive la sua passione e la trasfigurazione (il volto come un angelo) in vista della Pasqua.
8
Scoppia la prima persecuzione contro i cristiani a Gerusalemme
Ma riguarda solo quelli di lingua greca (gli apostoli restano tranquilli, per ora).
È l’occasione per attuare la seconda fase del programma di Gesù: annuncio in Giudea e Samaria.
I racconti di due soggetti contrapposti: Simone il Mago ( da cui deriva il termine “simonia” e Filippo.
Lo Spirito può essere trasmesso solo da Dio, attraverso la Chiesa.
Le conversioni riguardano una cerchia sempre più ampia di persone.
9
Per la storia della Chiesa la conversione di Paolo è, per importanza, seconda solo alla Pasqua.
Atti la racconta tre volte mettendo in luce aspetti diversi.
Paolo si converte e si fa subito battezzare.
La conversione non è frutto di un procedimento mentale, ma di una libera e totale iniziativa di Dio.
Inizia subito la missione annunciando che Gesù è il Cristo.
Resta sempre in piena comunione con la Chiesa.
La Chiesa cresce e supera i confini della Giudea.
Pietro apre la missione che gradualmente arriverà ai pagani.
Pietro viene presentato sempre come primo.
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Siamo ad un punto di svolta.
Si apre ufficialmente l’annuncio ai pagani.
Non per iniziativa della Chiesa, ma di Dio.
Cornelio, uomo giusto e timorato di Dio, si converte a Gesù.
Pietro si converte: la salvezza non è solo per i Giudei.
In qualsiasi ernia e nazione si può essere di Cristo.
Lo Spirito Santo scende sui pagani come era sceso sugli Apostoli a Pentecoste.
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Pietro torna nel suo ambiente. I “suoi” lo rimproverano.
Viene ripetuto, con dettagli diversi, il racconto della conversione di Cornelio come prova.
Luca ama le ripetizioni per aiutare i lettori nella comprensione.
Inizia la missione ufficiale ai pagani.
La cristianità trova il suo secondo centro: Antiochia. E trova il suo nome.
Da Antiochia partirà tutta la missione di Paolo.
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Per la prima volta il popolo della Giudea si dimostra palesemente ostile agli Apostoli.
Con la morte di Giacomo “il maggiore” (fratello di Giovanni) e la partenza di Pietro finisce il tempo dei dodici. Giacomo non viene sostituito. Finisce la completezza dei dodici.
I personaggi di rilievo restano: Giacomo “fratello del Signore” e, soprattutto Saulo.
La liberazione di Pietro (le preghiere della Chiesa sono accolte) rimanda alla liberazione dall’Egitto.
Pietro lascia la scena, lo ritroveremo solo in occasione dell’Assemblea di Gerusalemme.
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Il campo-base dei cristiani diventa Antiochia.
Non vi sono gli apostoli alla guida della Chiesa di Antiochia, ma “profeti e dottori”.
Inizia la missione di Saulo. Da qui viene chiamato Paolo.
Inizia nelle sinagoghe, ma nella missione ai pagani trova la sua vocazione e la sua identità.
L’autore non cita più “Barnaba e Saulo”, ma “Paolo e Barnaba”. Paolo è primo nella missione.
È lo Spirito Santo che chiama, invia e dirige la missione.
Marco (Giovanni Marco) torna indietro. Non era tra i chiamati dallo Spirito Santo.
Paolo nei successivi viaggi non vorrà portarlo. Diventerà più tardi un collaboratore di Paolo.
Un giudeo è attratto dalla magia. Un pagano, “uomo intelligente” è attratto dalla fede.
La magia a quel tempo era diffusa e spesso si accordava con le religioni. Non col cristianesimo.
QUANTO DELLA NOSTRA FEDE RICADE NELLA MAGIA?
Le vie del Signore sono rette, mentre spesso l’uomo le immagina contorte.
Il viaggio continua. Arrivano nell’attuale “Turchia”.
Paolo si rivolge ai Giudei e poi ai pagani. Secondo Luca la missione ai pagani non nasce del rifiuto dei Giudei, ma da un disegno di Dio.
Paolo e Barnaba vengono invitati a parlare. Succedeva con i missionari di passaggio.
Il discorso di Paolo si svolge secondo le regole della retorica ellenistica.
Paolo annuncia la storia della salvezza compiutasi in Cristo.
La prima accoglienza è positiva. La seconda è negativa.
Inizia la missione ai pagani, che prenderà il via ufficiale dopo l’approvazione della Chiesa.
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Anche l’allontanamento forzato da una città faceva parte del disegno di Dio.
I miracoli fra Pietro e Paolo sono assimilati.
I pagani essendo politeisti credono che Paolo Barnaba siano dèi.
Paolo si rivolge ai pagani e perciò non cita frasi dell’A.T., ma l’opera di Dio nella natura. È il creatore che bisogna adorare.
È L’ANNUNCIO AI LONTANI.
SAPPIAMO FAR PARLARE DIO, ATTRAVERSO DI NOI, AI LONTANI?
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Siamo alla svolta. Siamo al cuore del libro.
È il primo “Concilio” della Chiesa.
Gli apostoli “confermano” l’opera degli anziani.
È la “Tradizione” che prende il via.
Pietro considera evento fondante la conversione di Cornelio.
Adesso si apre ufficialmente la missione ai pagani.
Non si tratta più di accogliere qualche pagano in una Chiesa composta da giudeo-cristiani, ma di fondare Chiese interamente formate da pagani che si staccheranno dalla Chiesa di Gerusalemme, fatta salva l’autorità degli Apostoli.
I conservatori, pur nella loro distorsione del messaggio di Cristo, anticipano le cose.
Gli apostoli dopo l’incontro escono di scena.
Inizia il tempo della Chiesa sub apostolica … fino a me … fino al ritorno di Cristo.
La Chiesa ha molte voci.
Gli apostoli seguono la linea di Pietro, che lo Spirito Santo conferma essere quella di Dio.
Lo Spirito Santo viene seguito e non piegato alla propria volontà.
Tutta la Chiesa deve seguire gli apostoli.
Viene promulgato il cosiddetto “decreto di Giacomo”. E viene inviato alla Chiesa di Antiochia.
I pagani convertiti non devono attenersi alla circoncisione etc.
Secondo il racconto della Lettera ai Galati la questione è stata più sofferta.
Devono solo astenersi da cose che non salvano, ma permettono di non dare scandalo e quindi conservano la comunione tra cristiani provenienti dall’ellenismo e cristiani provenienti dal giudaismo.
Abbiamo deciso “lo Spirito Santo e noi”. È la formula di approvazione e benedizione della Chiesa.
Al v. 36 cambia la scena.
Iniziano i viaggi di Paolo come missionario indipendente da chiese locali.
Gerusalemme non è più il centro.
Paolo è il ponte tra la Chiesa degli Apostoli e la Chiesa delle Scritture.
Paolo e Barnaba si dividono per la scelta di portare Marco.
Riparte la missione di Paolo. Forte dell’approvazione apostolica.
Paolo sceglie Sila (conosciuto anche col nome latino Silvano)
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Inizia il secondo viaggio (anche se per Paolo non vi fu questa divisione)
Si aggrega una gigante dell’evangelizzazione: Timoteo. Anche se greco Paolo lo fa circoncidere per non dare scandalo ai giudei. Essendo infatti figlio di matrimonio misto con madre giudea avrebbe dovuto essere circonciso.
Luca descrive con i mezzi di allora (sogni, visioni …) che l’itinerario è dettato dallo Spirito Santo.
Inizia la prima sezione del “noi”.
L’annuncio arriva in Europa.
Dio concede a Lidia (donna pia) di “aprire il cuore”, comprendere l’annuncio.
PREGHIAMO SEMPRE CHE LO CONCEDA ANCHE A NOI.
Lo spirito riconosce la santità di Dio e la missione di Paolo. Ma va fatto tacere perché non viene da Dio.
La fede e non la magia deve riconoscere Gesù.
Lo Spirito Santo sconfigge lo spirito divinatorio (pitone). Lo mette a tacere. È un esorcismo di Paolo.
Paolo e Sila (senza Timoteo) vengono imprigionati perché accusati di sovvertire l’ordine pubblico. In realtà per motivi economici.
NON SOLO I GIUDEI, MA ANCHE I PAGANI SONO CONTRO LA VERITÁ, SE CIÓ DEVE COSTARE POTERE O SOLDI.
Vi è un racconto di liberazione e conversione.
Paolo e Sila non pregano per essere liberati, ma cantano lodi al Signore.
È UN INSEGNAMENTO PER AFFRONTARE LA NOSTRA SOFFERENZA.
Il carceriere si converte.
Predicazione, conversione, riparazione del danno e battesimo formano il percorso battesimale.
Paolo viene liberato e si proclama cittadino romano.
Questo gli permette di uscire a testa alta e proseguire pubblicamente la missione altrove.
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Lo schema del viaggio è sempre lo stesso: annuncio ai Giudei, accoglienza di alcuni, rifiuto di altri, persecuzione.
Luca presenta velocemente la tappa di Tessalonica per dare spazio alla missione svolta ad Atene.
Atene al tempo di Paolo era rimasta una cittadina non grande (5.000 abitanti), ma rimaneva il centro culturale del Mediterraneo. Sarà l’imperatore Adriano (117-138 d.C.) a dare nuovo impulso alla città.
Nel Mediterraneo vi erano tre città fondamentali:
Atene che possiamo considerare “il museo”
Alessandria, “la biblioteca
Roma, “la potenza”, capitale dell’Impero.
Gli evangelizzatori e Luca nel raccontare capiscono che solo arrivando a Roma si può evangelizzare il “mondo”.
Ad Atene Paolo tiene un discorso memorabile.
Parte con la solita captatio benevolentiae. Cerca di parlare la lingua dei filosofi mantenendo i contenuti giudaico-cristiani.
Non porta divinità straniere, ma annuncia ciò che gli Ateniesi venerano senza conoscerlo.
Dio non può essere costruito dall’uomo. Dio non ha bisogno di nulla. Anche se è tutto è diverso dal mondo (come dicevano i panteisti), è totalmente altro. Dio non può essere trovato dal ragionamento dell’uomo. È l’uomo che deve lasciarsi trovare da Dio.
Dopo una introduzione filosofica, Paolo passa al cuore dell’annuncio: la resurrezione di Cristo.
Su questo riporta un insuccesso. Gli Ateniesi erano desiderosi di conoscere, ma non di credere.
Per i greci che ritenevano il corpo (soma) la tomba (sema) dell’anima era impensabile parlare della resurrezione del corpo. Per questo alcuni lo deridono, altri rimandano il discorso come a dire “lascia perdere!”.
Comunque Atene, famosa per la tolleranza (chi ha cultura è sempre tollerante!!!) è l’unica città dalla quale Paolo non è costretto a fuggire e non subisce persecuzioni.
Un piccolissimo “resto” della città si converte: un uomo e una donna. Dionigi (ritenuto dalla tradizione il primo vescovo di Atene) e Damaris.
Luca ama sempre mettere in evidenza la conversione delle donne e delle persone ragguardevoli in città. Sa bene che, ingiustamente, quando si muovono persone importanti hanno sempre un seguito.
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La permanenza a Corinto è più lunga del solito.
Corinto era città crocevia tra il Mediterraneo e l’Egeo. Aveva due porti. Aveva pregi e difetti della città mondana.
“Io sono con te” è segno della presenza operante di Dio.
Si convertono in molti, compreso il capo della sinagoga.
Siamo nel 50-52 d.C.
Viene scritta 1Ts il primo scritto del N.T.
Il viaggio prosegue verso l’importante città di Efeso. Il soggiorno durato poco.
Paolo dice che ritornerà, “se Dio vuole”. L’espressione viene dal mondo pagano (Platone) ripresa da Giuseppe Flavio e da 1 Cor e Gc detta “condizione di Giacomo”.
Paolo torna a Gerusalemme per la comunione tra le chiese fondate e la Chiesa madre.
Da Antiochia parte il terzo viaggio portando con sé Tito, non nominato dagli Atti.
Ad Efeso arriva Apollo, un grande.
Proviene dalla grande scuola di Alessandria.
Luca lo dipinge ancora “inesperto” per assegnare la sua “consacrazione” e la fondazione della Chiesa di Efeso all’opera di Paolo.
La predicazione di Apollo a Corinto darà origine ai problemi segnalati in 1 Cor 3.
19
Quando Apollo è a Corinto, Paolo arriva ad Efeso, meta principale del terzo viaggio.
Ci sono alcuni che sono cristiani e non hanno ricevuto lo Spirito Santo.
Come è possibile?
La risposta denota non tanto l’ignoranza dell’esistenza dello Spirito Santo quanto dell’effusione dello Spirito sui fedeli.
Probabilmente sono discepoli di Giovanni. Hanno fatto un cammino di conversione, ma per Luca è l’imposizione da parte degli Apostoli che permette la discesa dello Spirito.
Il soggiorno ad Efeso è eccezionalmente lungo per Paolo: tre anni.
Ciò è dovuto, probabilmente, all’importanza del luogo, ma al cambio di strategia: anziché muoversi continuamente dirigere da una località lo svolgersi delle missioni.
In questo periodo vengono composte: Gal, Fil, Fm e 1Cor.
Da Efeso l’annuncio si diffonde nell’intera regione, grazie ai collaboratori, ed arriva a Colossi, Laodicea, Gerapoli …
Paolo, a conferma della sua missione, riceve da Dio il potere dato a Pietro e prima a Gesù.
È sempre Dio che opera. Nessuno spazio per interpretazioni o letture magiche.
La storicità del racconto degli esorcisti giudei è da verificare. Luca vuol trasmettere che il nome di Gesù agisce solo in colui che ha fede.
QUANTO APPROCCIO MAGICO C’É NELLA NOSTRA RELIGIOSITÁ?
I demòni conoscono Gesù, nel senso di essergli sottomessi, e sanno chi è Paolo, nel senso di sapere della sua identità di apostolo.
Bruciare i libri vuol dire tagliare con la magia.
La Parola cresce.
Col v. 21 inizia l’ultima parte del libro.
Paolo con la propria vita diventa testimone sofferente di Cristo. I discorsi cambiano tono.
Il centro della cristianità si sposta a Roma. Gerusalemme rimane la sede degli avversari del cristianesimo.
Luca racconta il volgersi di Paolo verso Roma, come aveva raccontato il volgersi di Gesù verso Gerusalemme.
L’annuncio di Cristo ha messo in crisi, non solo la dea Artemide, ma tutto il mondo pagano. Per Luca Paolo raggiunge il suo scopo.
Ma la rivolta scoppia, come sempre, per motivi economici.
La lotta è sempre fa Dio e il denaro (dietro il quale si nasconde satana come eterno nemico).
I cristiani non attentano allo stato, ma danno fastidio a chi vuole vivere in maniera disordinata.
Il popolo è sempre facile da manipolare.
Lo stato “scagiona” i cristiani. Non riconoscono la dea, ma questo non turba l’ordine pubblico.
I sobillatori rischiano di turbare l’ordine e fare intervenire i romani.
Così facendo dà contezza dell’innocenza di Paolo anche dalle accuse future.
20
Il terzo viaggio volge al termine.
Siamo agli anni 57-58 d.C.
Paolo si dirige verso la Macedonia da dove scrive la 2Cor.
Poi a Corinto (che Luca indica come Grecia) per tre mesi da dove scrive il suo capolavoro: la Lettera ai Romani.
Al v. 5 riprende la sezione del “noi”.
Il capitolo è composto da racconti di viaggio e da un “discorso di addio”. Era caratteristico della letteratura antica. Si raccontava la propria storia lasciando una eredità spirituale ai discepoli.
Paolo ritorna nelle città evangelizzate. A Troade compie un miracolo di risurrezione. Come Pietro, come Gesù, come Elia, come Eliseo … Dio è amante della vita.
A Mileto incontra gli Efesini. Annuncia loro il percorso che lo attende.
Lascia una eredità spirituale grande: fede, amore per i poveri, libertà nell’annuncio (dovuta anche all’indipendenza economica!).
Gli Efesini pregano e piangono.
IL DISTACCO È SEMPRE DOLOROSO. POI …. ARRIVA LA LUCE.
21
Continua il taccuino di viaggio.
Lo Spirito annuncia (tramite profezie di vario genere) a Paolo il suo martirio.
La vita di Paolo si avvicina sempre più a quella di Cristo.
Le accuse contro Paolo sono, come quelle contro Gesù, false o travisate.
La Chiesa prega. La preghiera più grande è: “sia fatta la tua volontà”.
IN QUESTO MOMENTO POSSIAMO MEDITARE LE SOFFERENZE CHE LA NOSTRA VOCAZIONE CI HA PORTATO.
22
Paolo pronuncia un discorso (ricostruito da Luca) a propria difesa. Non si difende dalle accuse dirette (profanazione del Tempio …), ma ricorda la propria conversione e la propria chiamata. Vi aggiunge la visione al Tempio. E varia qualche tema: adesso i compagni vedono la luce, ma non sentono la voce; Hanania è presentato come osservante della legge, mentre prima veniva detto “cristiano”; il Risorto non gli parla solo del Battesimo, ma della sua chiamata in generale; dalla conversione si passa alla missione.
SO RICONOSCERE LA MIA CONVERSIONE DALLA MIA VOCAZIONE?
La cecità di Paolo deriva dal grande bagliore della luce.
Ricollega la chiamata dei pagani alla storia della salvezza. La fede in Cristo non rompe la fede di Israele, ma la porta a compimento.
Paolo è un chiamato, come i grandi profeti di Israele. Condizione per essere apostoli è: aver visto Cristo risorto.
LO ABBIAMO VISTO?
La cecità di Paolo deriva dal grande bagliore della luce.
SOPPORTO LA LUCE DI DIO?
Gli annunci di Dio sono sempre collegati alla preghiera.
Il significato di “testimone” si avvicina sempre di più a “martire”, per via dell’accostamento al sangue versato.
I Giudei, come detto dal Risorto, non credono.
La “giustizia” prevedeva di interrogare gli schiavi e gli stranieri con la fustigazione. Ma non i cittadini di Roma, che dovevano essere sottoposti a regolare processo.
Paolo gioca la carta. Da adesso deve rispondere alla giustizia di Roma. Luca si fida dei romani.
23
Paolo viene processato, come era stato processato Gesù.
Anche i farisei credevano alla risurrezione, ma per i cristiani era già un fatto compiuto in Cristo.
Il Signore chiama sempre Paolo a Roma.
Luca sottolinea la presentazione alle persone potenti. Rende credibile il messaggio per I non cristiani.
La legge civile assolve Paolo.
I motivi sono solo religiosi.
24
Sì svolge un processo.
Non vi sono i testimoni del “fatto” contestato, ma solo avversari teologici.
Mentre l’avvocato punta sull’adulazione, Paolo annuncia, anche cercando il consenso del giudica, sempre la verità.
Paolo (e Luca) trasforma il processo in una catechesi.
Paolo dichiarando la sua fede in Cristo (“via” e non “setta”) annuncia il suo rispetto delle leggi statali.
È IMPORTANTE LA VITA NEL MONDO.
La speranza di ottenere tangenti dimostra che il cuore dell’uomo è sempre insediato dal peccato.
I cristiani sono visti di buon occhio, ma Paolo resta sotto custodia.
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Come in Lc Gesù era dovuto comparire davanti a Pilato ed Erode, così Paolo.
Non vi sono accuse precise.
Solo Cristo morto che Paolo dice risorto. L’annuncio di Paolo non sarebbe di rottura con l’ebraismo, ma di continuazione e compimento.
È LA SPADA PORTATA DA GESÙ.
La promessa di risurrezione maturata lungo la storia di Israele si è realizzata in Gesù.
È chi incontrano Gesù risorto deve diventare testimone.
La missione affidata da Gesù agli Apostoli è realizzata da Paolo.
Paolo, per vie che non avrebbe immaginato, realizza la missione affidatagli sin dall’inizio: predicare non solo ai popoli, ma anche davanti a re, governatori, etc. …; ed arrivare fino ai confini del mondo: Roma.
È l’universalità della missione.
Il messaggio della risurrezione risuona ancora come “scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani!”. Il governatore lo ritiene pazzo.
ANCHE A NOI CI È DATA UNA MISSIONE UNIVERSALE DA PORTARE: È L’ANNUNCIO DELLA PASQUA!
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Inizia il viaggio verso Roma. Inizia probabilmente a fine agosto del 60 e termina nel 61 d.C.
Luca riporta un diario di viaggio con delle aggiunte per quanto riguarda Paolo.
È un’altra sezione del “noi”.
Paolo ha da Dio la missione di arrivare a Roma, ma anche la protezione di Dio per farlo.
FINCHÉ LA MISSIONE NON È FINITA NIENTE E NESSUNO PUÓ ATTACCARE L’ESISTENZA DELL’INVIATO.
La navigazione è difficile. Allora la figura di capitano unico a bordo non era prevista. Ci si affidava a Dio, ma … non credono a Paolo che parla come uomo di Dio. Passato il “giorno del digiuno” (yom kippur che cadeva fra settembre e ottobre), era sconsigliato andare in mare aperto.
La navigazione veniva considerata insicura dopo la metà di settembre ed era vietata dall’11 novembre al 10 marzo “mare clausum”.
Paolo come uomo di Dio sa riportare la fiducia a bordo. Invita tutti (276) a mangiare. Dio gli garantisce l’arrivo a Roma e, per le sue preghiere, gli dona la salvezza di quelli che erano con lui.
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A Malta (forse) viene fatta una buona accoglienza. I residenti sono detti barbari (parola con cui si definiva chi non parlava il greco, mentre i maltesi lo conoscevano), fanno buona accoglienza.
Se la vipera avesse ucciso Paolo, per la teologia antica, era un delinquente. La salvezza è segno di innocenza.
Paolo opera ancora miracoli. Come Pietro e come Gesù.
La Parola di Dio arriva a Roma (anche se già c’erano i cristiani).
Si conclude l’opera di Luca. I giudei, come popolo, rifiutano l’annuncio. E l’annuncio viene rivolto a tutte le genti.
Il messaggio di Cristo può diffondersi “in piena libertà e senza ostacoli”.
L’autore ha raggiunto il suo scopo. Non raccontare la vita di Paolo, ma dare compimento al messaggio di Simeone:
salvezza per tutte le genti.
Atti rimane un libro aperto.
Da leggere e da scrivere.
Atti rappresenta la mia storia.
COME MI RITROVO NEI RACCONTI?
COME VIVO L’ANNUNCIO DA ASCOLTATORE?
COME VIVO L’ANNUNCIO DA EVANGELIZZATORE?
La Parola di Dio parte da una casa piccola ed arriva ai confini del mondo.
SI DILATA IN ME ED ATTRAVERSO DI ME L’ANNUNCIO?
Ho ricevuto lo Spirito Santo nel Battesimo per portare l’annuncio ai confini del mondo.
Amen.